Contrabbando, la Finanza sequestra a Como un patrimonio da 600 mila euro
L'uomo indagato per “intestazione fittizia di beni“. Le indagini hanno consentito di segnalare alla autorità giudiziaria anche i 3 familiari dell’indagato
Nei giorni scorsi, all’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Como, i Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Olgiate Comasco hanno eseguito un Decreto di sequestro preventivo, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Como, sui beni riconducibili ad un noto contrabbandiere comasco, indagato per intestazione fittizia di beni.
Le indagini, consistite essenzialmente in approfonditi accertamenti patrimoniali e frutto dell’incessante attività di controllo economico del territorio, hanno fatto emergere come l’indagato, già più volte segnalato per reati di contrabbando e riciclaggio, avesse fraudolentemente trasferito la proprietà dei propri beni a soggetti terzi (nello specifico ai figli ed alla moglie), al fine di evitare l’aggressione da parte dello Stato ed eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione antimafia.
Infatti, il soggetto, già imputato per reati commessi nel territorio lariano, in particolare, per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di ingenti partite di preziosi e valuta da e per la Svizzera, nel medesimo giorno in cui la Procura della Repubblica di Como dava corso alla richiesta di rinvio a giudizio, procedeva ad intestare l’intero patrimonio
immobiliare ai propri congiunti.
Gli accertamenti economico – patrimoniali, svolti nei confronti dell’indagato e dei suoi stretti familiari, hanno palesato un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati e quelli reali (quantificati nel solo biennio 2014-2015 in oltre 300.000 €) e la sostanziale riconducibilità dei beni trasferiti alla disponibilità dell’indagato.
Tra gli accertamenti eseguiti, funzionali a dimostrare la fraudolenza delle operazioni di trasferimento effettuate, ha catalizzato l’attenzione dei militari la circostanza che l’indagato, sebbene avesse eseguito lavori di ristrutturazione del proprio immobile, aveva continuato a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste (detrazione IRPEF del 50% in relazione alle spese di ristrutturazione edilizia), anche in data successiva alla formale donazione del patrimonio. In tutta evidenza, infatti, l’indagato continuava a godere dei propri beni costituiti da una villa di pregio sita in Faloppio (CO) e da un fabbricato con relative pertinenze sito in una zona residenziale di Uggiate-Trevano (CO).
Le indagini hanno consentito di segnalare alla autorità giudiziaria anche i 3 familiari dell’indagato, destinatari formali degli immobili, in quanto coinvolti, in concorso continuato, nel reato di trasferimento fraudolento di valori (art. 512 bis c.p.) e di sottoporre a sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, beni per un valore complessivo stimato in oltre 600.000 euro.
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