La mia vaccinazione in riva al lago: cronaca dall’hub della Schiranna

Diario semiserio di uno dei nostri cronisti in una giornata al centro vaccinale di Varese

Diario di una vaccinazione alla Schiranna

Buongiorno, mi chiamo Stefania Radman e sono vaccinata, almeno per metà.
Di solito siete abituati a leggere le mie cronache, più che i fatti miei: ma in quanto ultracinquantenne con patologia cronica e relativa esenzione, sono stata uno dei quasi tremila utenti dell’hub vaccinale della Schiranna previsti per il 6 maggio 2021, ed è stata un esperienza non solo non traumatica ma proprio bella, di quelle che ti sollevano lo spirito. Perciò permettetemi, per una volta, un diario personale.

Ho fatto regolare prenotazione on line: che si è rivelata, con tessera sanitaria alla mano, velocissima. Anzi ho seguito i consigli di Varesenews, e poiché da varesina mi era più comodo venire a Schiranna, ho riprovato diverse volte ad entrare finché non ho trovato lo slot fatto apposta per me, di prima mattina e a Varese.

Arrivo consigliato: 9,35. Arrivo effettivo, con un po’ di emozione e di anticipo, alle 9.15.

Ci sono parecchie persone davanti a noi, in una coda esterna in attesa di passare alla hall, e sono un po’ in pensiero, perchè soffro a stare troppo al sole. Ma dopo pochi minuti entro nel tendone, dopo il controllo della temperatura, e mi rendo conto che l’attesa è tutta all’ombra.

Tra l’altro in un’altra manciata di minuti, il serpentone di coda che ci ha accolto si smaltisce e scopro di essere diretta nel tendone due, quello riservato a under 60enni e ottantenni alla seconda dose.

Dentro mi faccio l’ultima breve fila, incontrando un volontario della protezione civile che conosco da una vita: “Gero” Rinaldo, una persona da sempre impegnata in una marea di cose, dalla politica al volontariato civile, persino all’attività subacquea. Mi racconta di come sono organizzati bene, ma in realtà me ne accorgo da sola che hanno un’efficienza quasi militare: non sfugge niente, non si intoppa nulla.

Lui mi spiega inoltre che saremo quasi in tremila in questa giornata, e mi racconta pure che «Capita di rimandare indietro la gente: persone che hanno appuntamento all’una e si presentano alle 10 di mattina. Non si può. Non c’è bisogno di arrivare in anticipo: se si arriva all’ora giusta non si aspetta mai troppo». Confermo.

Entro nella mia postazione vaccinale: la 6, alle 9.42. Forse potrei giocarmeli al lotto, questi numeri.
Il tempo di rispondere a un paio di domande, scostare la maglietta ed ero fuori: alle 9.44.

Tra l’altro, nemmeno mi sono resa conto del fatto che era entrato l’ago nel braccio: così devo aggiungere, ai complimenti per l’organizzazione, anche quelli per chi mi ha fatto la vaccinazione. Uscendo avevo un bigliettino che mi segnalava il fatto che dovevo rimanere nella hall fino alle 10 e poi potevo andare.

Insieme a quel bigliettino, in mano avevo già il foglio con la prenotazione per la seconda dose di vaccino (per la cronaca, Pfitzer) prevista per il 27 maggio. A questo punto, è uscito anche il mio compagno, per il quale però era prevista un’attesa più lunga: a causa di alcune sue allergie, per lui niente uscita dalla hall prima delle 10,50.

Ne ho approfittato per gironzolare nella nuova Schiranna: con i nuovi alberelli piantati ai bordi del parco, vialetti piu praticabili e in ordine e un po’ di panchine in più vista lago. Mi dico che valeva la pena avere del tempo da perdere in sua attesa.

Quel che mi manca però, alla fine di tutto questo, è un caffè: il bar delle piscine non ha ancora fissato l’apertura stagionale, il chiosco di parco Zanzi è aperto solo il pomeriggio… mi sono spinta un po’ più in là, oltre la Canottieri, dove ci sono gli i ristoranti Mariuccia e Vecchia Riva. Di solito fanno solo servizio a pranzo e cena ma magari…

Diario di una vaccinazione alla Schiranna

Da Mariuccia intercetto un cameriere e riesco a prendere caffè nel loro dehor vista lago di Varese, anche se non so se è una prassi normale. Spero di sì, visto che adesso ci sono in giro un bel po’ di persone anche durante la settimana: anzi, questo piccolo diario vuol far sapere per chi arriva qui da fuori Varese che c’è vita, alla Schiranna. Vale la pena perdere una mezz’oretta in più, e godersi il panorama.

Subito dopo, al Vecchia Riva noto che hanno aggiunto il cartello “bar” in aggiunta all’usuale “hotel ristorante”. Ottimo, quindi so già cosa farò la mattina del 27 maggio: ad avvenuta seconda dose festeggerò con un cappuccino in riva al lago.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 07 Maggio 2021
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