Il ricordo del Genocidio armeno nelle foto di Jacopo Santini a Comabbio
Fotografo documentarista, Santini nella sua esposizione a Comabbio racconta l'importanza che il ricordo del massacro conserva per il popolo armeno a oltre un secolo di distanza
Sono passati più di 100 anni da quel massacro, ma il ricordo – o la negazione – del Genocidio armeno ha plasmato dell’identità di due paesi interi: l’Armenia e la Turchia. Con le sue foto in esposizione a Comabbio (in occasione della rassegna “Comabbio racconta l’Armenia“), Jacopo Santini racconta l’attualità del popolo armeno e il suo rapporto col ricordo del Genocidio.
Inaugurata in sala Fontana nella serata di venerdì 16 maggio, la mostra è intitolata “301 – la memoria del Genocidio armeno”. 301 è un numero carico di significati per l’Armenia, è l’anno in cui il paese si è convertito al Cristianesimo, ma è anche l’articolo del Codice penale turco che punisce con la detenzione ogni offesa allo Stato, e quindi anche gli intellettuali che propongono una visione della storia diversa da quella definita ufficiale.
Jacopo Santini è un fotografo documentarista nato a Firenze, ma collabora con università e istituti di ricerca in tutto il Mondo. Le sue foto esposte a Comabbio sono state scattate nel corso di alcuni viaggi in Armenia e in Anatolia e raffigurano paesaggi, edifici, particolari, ma soprattutto i volti delle persone che ha incontrato e conosciuto. Una sezione della mostra è dedicata anche alla regione del Nagorno-Karabakh, recente teatro di guerra.
«Con la fotografia – spiega Jacopo Santini – non si può raccontare qualcosa accaduto oltre un secolo fa. Ho voluto quindi raccontare il Genocidio armeno ripercorrendone le tracce attraverso le testimonianze delle persone. I ritratti che ho esposto in questa mostra raffigurano coloro che durante i miei viaggi mi hanno accolto e di cui ho conosciuto la storia».
L’interesse di Jacopo per il Genocidio armeno è nato grazie ai racconti di suo padre e ai tanti libri letti sull’argomento. «Si tratta – spiega Jacopo – del primo massacro del ventesimo secolo. Il termine “genocidio” è stato inventato proprio per descrivere questo evento. Il progetto con cui ho voluto raccontare il ricordo del Genocidio tra il popolo armeno è iniziato nel 2018, e a giugno ho in programma un nuovo viaggio in Armenia».
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