StregaVarese: Il potere della scrittura nelle “Due vite” di Emanuele Trevi
Trevi rende indelebile il ricordo degli scrittori Rocco Carbone e Pia Pera, prematuramente scomparsi, raccontando la loro amicizia e tracciandone i ritratti con affetto
Trevi ha sbagliato titolo. Lo scrittore romano, semifinalista al Premio Strega di quest’anno, ha titolato la sua ultima opera “Due vite”, perché protagonisti sono Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori scomparsi qualche anno fa e legati a Trevi da una profonda amicizia.
Il titolo è sbagliato perché le vite in cui ci immergiamo, in realtà, sono tre: a Carbone e Pera si aggiunge infatti l’esistenza dello stesso Trevi, che impariamo a conoscere pagina dopo pagina.
Lo sguardo di Trevi sull’esistenza dei suoi compagni di vita ci permette infatti di conoscere anche lui, con i suoi turbamenti e i suoi limiti, ma soprattutto grazie alle sue considerazioni sulla vita riflessa di chi cammina al suo fianco. Con i due amici si forma infatti un trio speciale, che trascorre il tempo prezioso dei loro incontri fra mostre e cene, fra dissertazioni filosofiche sulla vita e sulla letteratura.
Sarà proprio attraverso la letteratura che i sentimenti che Trevi non è in grado di esprimere a Rocco e Pia, riusciranno ad emergere.
In un momento di freddezza e allontanamento da Rocco, ad esempio, la pubblicazione di un libro da parte di quest’ultimo sarà la miccia capace di far riaccendere il fuoco dell’amicizia .
Le parole che Trevi sceglie nel descrivere questo riavvicinamento, sanno scaldare l’anima di chiunque utilizzi la parola scritta per narrare storie. Non è forse attraverso la creta della letteratura, che chi scrive cerca di plasmare parte della propria anima, sperando che chi legge sappia riconoscerlo? Che sappia comprendere la sua essenza, mentre affiora nelle parole che ha scelto per descrivere apparentemente altro?
È quanto avviene fra Emanuele e Rocco: Emanuele finisce di leggere a tarda notte l’opera del suo amico – con cui i rapporti si sono raffreddati da tempo – e attende impaziente il mattino per chiamarlo e discutere di quelle pagine lette, dimostrandogli di averlo riconosciuto e compreso in quelle pagine, riaccendendo il calore del vecchio affiatamento fra loro. Bravo è Trevi a coinvolgere il lettore nell’attesa di quella telefonata chiarificatrice e a far riflettere su quanto il destino dei rapporti possa essere rivoluzionato con poco.
Il potere della scrittura
Il potere della scrittura risuona potente anche nel rapporto con Pia, seppur traslato nella dolcezza. La sua amica pubblica un romanzo ed Emanuele scrive un articolo in cui ne tesse le lodi: le parole dell’affetto prendono forma attraverso il suo recensire. Il giovane è felice di essere riuscito un’altra volta a dire all’amica – grazie a quella recensione – quanto la stima e quanto affetto provi per lei.
Scrivere per dirsi “ti voglio bene”, scrivere per continuare a dirselo quando la morte giunge a separare anime che si sono scelte.
«La scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti, e consiglio a chiunque abbia nostalgia di qualcuno di fare lo stesso: non pensarlo, ma scriverne, accorgendosi ben presto che il morto è attirato dalla scrittura, trova sempre un suo modo inaspettato per affiorare nelle parole che scriviamo di lui, e si manifesta di sua propria volontà, non siamo noi che pensiamo a lui, è proprio lui una buona volta»
Ed è forse questo il messaggio più forte che Trevi ci lascia in questo lavoro che promette di raccontarci “Due vite”, ma ce ne regala alla fine “tre” : scrivere, scrivere, scrivere, per non dimenticare chi abbiamo amato, per non smarrire i ricordi e non perdere una parte di noi.
Scheda libro
Titolo: Due vite
Autore: Emanuele Trevi
Casa editrice: Neri Pozza, 2021
Prezzo di copertina: 15€
L’autore, Emanuele Trevi, presenterà “Due vite” , martedì 8 giugno in diretta sulla pagina Facebook di VareseNews per il progetto Strega Varese
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