“Di terra e di cielo”: al via la quattordicesima edizione

Torna la rassegna dedicata all'ambiente, alla natura e all'esplorazione

Generica 2020

Ritornare alla natura, in questo secondo anno segnato dalla pandemia, per “Di terra e di cielo” la rassegna dedicata all’ambiente, alla natura e all’esplorazione, giunta alla quattordicesima edizione, non è un vuoto slogan, ma il segno di un sentimento preciso, quello che ha dato vita nel 2004 a un progetto che sembrava effimero e che invece piano piano si è conquistato una continuità ed una valenza di primo piano.

Il bisogno di raccontare il mondo nelle sue contraddizioni tra spinte alla modernità e valori antichi, di affrontare   l’emergenza ambientale, di guardare in modo appassionato ma critico la vita attorno a noi, ha costruito nel tempo un percorso di conoscenza ricco di stimoli, di immagini, di emozioni da condividere. Il cinema e il mondo della ricerca audiovisiva possono catturare il nostro sguardo e il nostro cuore, diventando ottimi veicoli per nuove consapevolezze da cui farsi coinvolgere ed appassionare.

Nonostante l’emergenza sanitaria, gli organizzatori sono riusciti a riunire anche quest’anno tante forze, per realizzare una manifestazione che per oltre un mese, dopo qualche serata al chiuso, si sposta anche in spazi all’aperto, sempre nell’osservanza di tutte le normative ministeriali, sperando sia spostato l’orario del coprifuoco per consentire le proiezioni ai Giardini Estensi o al Parco Fara Forni.

«Ci sarebbe dispiaciuto non poter effettuare l’edizione 2021 – spiegano gli organizzatori – proprio nell’anno in cui la pandemia ci ha chiuso nelle mura domestiche, riproponendo con drammatica evidenza domande fondamentali che attendono risposte e strategie precise, e cioè come costruire, oggi più che mai, il nostro futuro insieme alla natura sempre più ferita dalle attività umane. Riportare l’economia a produzioni ecocompatibili, ridurre i consumi, cambiare radicalmente stili di vita sono parole d’ordine necessarie per costruire nuovi modelli di sviluppo che implicano la saldatura di scelte culturali e politiche coerenti nella salvaguardia dell’ambiente. Abbiamo una grande responsabilità, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, che infatti chiedono a gran voce un profondo cambiamento di rotta».

Così “Di terra e di cielo” prosegue nell’intento di mettere in rete cittadini, associazioni ed enti locali e avvicinare tutto il territorio alla ricerca di una corretta informazione e promozione culturale sui temi dell’ambiente e dell’ecologia, dove trovano posto film a soggetto, documentari di grande impatto emotivo, testimonianze, reportages , spesso alla presenza degli autori o di professionisti del settore. Un progetto davvero condiviso, realizzato in partenariato con il Comune di Varese e il patrocinio dell’Università degli Studi dell’Insubria (alcuni docenti introdurranno importanti serate),  Comune di Vedano Olona, Parco Del Campo Dei Fiori, Sondrio Film Festival e la partecipazione del Parco Nazionale Val Grande e della Comunità Montana Valli del Verbano.

Promuovono il progetto Filmstudio 90, Legambiente Varese Onlus, Lipu Varese, Acli Terra, Animal Trip, Tutela Anfibi Basso Verbano ODV, Africa&Sport, AAIG, Mondi Possibili Varese, ACP Balerna, Yacouba, Fridays For Future Varese, Cineteatro Santamanzio: un variegato mondo di associazioni attive sul territorio, che si mettono in rete con gli enti locali e l’Università per dare forza a una progettualità aperta alle problematiche ambientali e davvero senza confini.

La rassegna prende il via con un film presentato in prima visione per la nostra provincia, Minari, premiato agli Oscar e nei festival internazionali. Tre giorni di proiezione al Cinema Nuovo di Varese, sala dove si avrà l’opportunità di vedere anche Honeyland e l’attualissimo I’am Greta (proposto anche a Travedona). Alla Sala Filmstudio 90, in anteprima nazionale, l’ultimo documentario del grande poeta per immagini Victor Kossakovsky, Gunda, che vedrà la presenza del varesino Gianmarco Donaggio, che ha lavorato sul set.

Molti eventi della rassegna, in questo lungo percorso davvero improntato al rapporto tra globale e locale, raccontano da vicino il nostro territorio, con i film di Eugenio Manghi (in una serata che unisce nord e sud, cui partecipa anche Annalisa Losacco), Marco Tessaro (cui viene dedicata una serata ai Giardini Estensi),  mentre  Moka Noir di Erik Bernasconi, che sarà presente alla serata, disegna le zone d’ombra del rapporto tra attività produttiva e ambiente a Omegna. Il cinema di impegno civile irrompe con forza con Semina il vento di Danilo Caputo, con El Olivo di Iciar Bollain (già attrice per Ken Loach) presentato da ACP a Balerna, con Il magnifico La cordigliera dei sogni, di Patricio Guzman o con il monito lanciato da Antropocene, viaggio in sei continenti per denunciare l’impatto dell’umanità sull’ambiente, presentato a Lozza proprio nella Giornata della Terra il 5 giugno. A Varese, lo stesso giorno, scopriremo il pensiero ecologico di André Gorz, filosofo e attivista la cui lezione è imperitura.

Dal Sondrio Festival arriva quest’anno a Vedano Olona un coinvolgente documentario, Okavango, il fiume dei sogni (in un altra serata, sempre a ingresso libero, il poco conosciuto Sarà un paese di Nicola Campiotti), mente a Balerna e Gallarate Amaranto racconta il bisogno di buone pratiche in ambito ambientale.

Grande chiusura, ai Giardini Estensi, in una serata in collaborazione con Ubuntu Festival, con il concerto di Arsene Duevi cui seguirà un’altra prima visione, Matares, alla presenza del regista algerino Rachid Benhadi.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Maggio 2021
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