Un Apecar, l’amore per la cultura, i giornali e la comunità
Dall'idea di tre ragazzi è nato il progetto L'edicola, cultura in movimento che da sabato porta i prodotti editoriali in giro per Varese. Una idea a cui hanno subito aderito Prealpina, Ghezzi Moto e Family care, uniti dal desiderio di un servizio ai cittadini
Da tre giorni in alcune piazze della città si può incontrare un Apecar azzurro con a bordo giornali e prodotti editoriali. È una edicola mobile che nasce da un’idea di tre ventenni varesini e che ha trovato il sostegno di altrettante aziende diverse tra loro, accomunate dal desiderio di fornire un servizio alla cittadinanza. Così lo storico quotidiano La Prealpina ha unito le forze con Ghezzi moto e Family care che si occupa di sociale ed è una realtà nata per volontà di Openjobmetis, leader nel mondo del lavoro.
Abbiamo incontrato Davide Sperolini, uno dei tre fondatori, fuori dal vecchio ingresso dell’ospedale di Circolo in viale Borri. Mascherina nera e un gran sorriso quando ci siamo avvicinati con la curiosità di conoscere meglio da dove arrivasse questo progetto. Lui fa l’addetto alle vendite e vive con entusiasmo questo lavoro.
«Siamo tre ragazzi ventenni e abbiamo deciso di sopperire alla mancanza totale delle edicole in alcune zone di Varese. Così ci siamo attivati per portare i giornali con un mezzo mobile in modo da raggiungere diverse zone della città»
Ma come è nata l’idea?
«Abbiamo visto una iniziativa simile a Milano. Da tempo ci siamo resi conto che a Varese ci sono tanti posti in cui non si trovano più i giornali, per esempio negli ospedali e nelle stazioni, che una volta erano spazi con diversi punti vendita e invece ora per trovare una rivendita bisogna spostarsi molto».
E dall’idea come vi siete mossi?
«Abbiamo costituito una società che si chiama L’edicola cultura in movimento e possiamo vendere solo prodotti editoriali. Da un punto di vista legale possiamo fermarci solo dove la sosta è autorizzata e comunque non siamo un negozio. Abbiamo tutti i principali quotidiani e i periodici anche con un assortimento internazionale che speriamo di arricchire. Puntiamo anche su qualche libro e su alcuni prodotti per i più piccoli, come le figurine. Stiamo già organizzando un servizio per la consegna di prodotti che magari non terremo sempre. Insomma vogliamo andare verso le esigenze dei cittadini»
Sono solo tre giorni che siete partiti, ma come sta andando?
«Siamo molto contenti perché i lettori ci hanno incoraggiato in questi giorni e ci ringraziano perché copriamo zone dove non ci sono edicole. Noi non solo non faremo concorrenza, ma uno dei nostri obiettivi è aiutare le realtà già esistenti vedi la zona di piazza della Libertà dove l’unica edicola rimasta non vende più i quotidiani. Lo so che può sembrare strano che un ventenne come me si appassioni al giornale di carta, ma questo ha un valore diverso dal digitale. La carta canta».
Com’è la vostra organizzazione?
«Per ora abbiamo un solo mezzo anche se speriamo di aumentare. Lavoriamo la mattina dalle 8.30 alle 10.30 in piazza della Libertà e poi dalle 10.40 alle 13.30 in piazza Monte Grappa. Nella bella stagione speriamo di andare alla Schiranna. Stiamo sperimentando anche altro, come oggi di fronte all’ospedale di Circolo».
Pensate sia un progetto economicamente sostenibile? Che piani avete?
«Pensiamo che possa essere sostenibile e abbiamo anche voglia di svilupparlo. Per ora solo a Varese e poi si vedrà. Per quanto abbia una economicità limitata, essendo un settore meno proficuo di altri, può avere uno sviluppo. Poi occorre pensare che siamo sponsorizzati da Prealpina, Ghezzi moto e Family care che sono stati ben felici di appoggiare un progetto che mette al centro l’attenzione alle persone. La cosa che ci ha colpito di più in questi primi tre giorni è stata la reazione delle persone. Noi abbiamo dato il via all’idea principalmente per i lettori e ora sentirci ringraziare ci ha fatto tanto piacere».
L’Apercar è uno dei simboli del nostro Paese. La Piaggio è un’azienda storica riconoscibile in tutto il mondo. Non è solo la Vespa, prodotto di punta, ma è stata anche la produttrice di questi mezzi legati al lavoro e all’operosità. Ancora oggi in tanti piccoli centri l’attività ambulante di carattere agricolo si svolge grazie all’Apecar. Questi ragazzi stanno mettendo insieme tradizione e innovazione con un messaggio di speranza che vuole tessere relazioni per aumentare il benessere delle persone. È molto più di quello che trasportano nei loro cassetti, cassoni, banconi. E non a caso hanno chiamato la loro impresa Edicola, cultura in movimento. Ed è un bel segnale che quelle tre aziende, con interessi ben differenziati, abbiano creduto nella voglia di intraprendere dei ragazzi ventenni.
Rosario Rasizza, Ceo di Openjobmetis e di Family Care Srl, Agenzia per il Lavoro specializzata in assistenza domiciliare ha comunicato subito con il proprio account Twitter rilanciando anche quanto scritto da Prealpina. «Siamo molto orgogliosi di aver sostenuto questa iniziativa di promozione culturale, che agevola la città di Varese un’edicola è sempre una portatrice sana di informazione, incontro, condivisione. Come Family Care, in particolare, ci piace pensare che questo originale servizio possa favorire anche le persone più anziane e rendere loro più agevole l’acquisto di un quotidiano, di un libro o di una rivista, pane per la nostra mente».
Siamo orgogliosi di aver sostenuto questa iniziativa di promozione culturale, che agevola la città di #Varese – commenta @rasizza, AD di #FamilyCare: una #edicola mobile è un servizio che può favorire anche gli #anziani della città. https://t.co/Gfi4NuGH6J
— Family Care – Agenzia per il Lavoro (@familycare_apl) May 22, 2021
Per lo storico quotidiano di via Tamagno si è impegnata la penna di Luigi Crespi sulle colonne dell’edizione di domenica.
La foto è presa dalla Prealpina di domenica e ritrae diversi protagonisti del giornale, il direttore, l’editrice.
“Per dirla con le parole del direttore di Prealpina Daniele Bellasio, «se c’è un paradosso utile di quest’anno pandemico che è stato così carico di sofferenze, è che la situazione ci ha fatto riscoprire quanto siano preziose alcune consuetudini: dopo tanti monitor e computer, l’idea di andare a fare una passeggiata per comperare un giornale di carta, cosa che prima ci sembrava anche un’abitudine un po’ stanca, ecco che torna a essere una cosa allegra». Finalmente la gente esce, si riprende i suoi spazi e riscopre il piacere di abitudini che tutti prima del Covid davano per scontate, come appunto sfogliare un quotidiano o bersi un caffè al bar. Varese riparte dalle cose semplici, badando alla sostanza. E non a caso lo fa con un’Ape”.
Per noi che restiamo prevalentemente digitali resta il piacere di vedere tanto entusiasmo e la volontà di andare incontro a un servizio alla comunità. Questo fa onore a tutti i protagonisti che si sono messi insieme per far camminare non solo le idee dei ragazzi, l’Apecar, che comunque di carburante ne avrà sempre bisogno, ma anche la cultura. Di questi tempi non è poco.
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