Accusato di atti sessuali con una minorenne, 46enne di Legnano assolto dal Tribunale
Per il Tribunale la struttura corporea dell'uomo e la menomazione fisica per la quale porta una protesi alla gamba non sono compatibili con la dinamica dei fatti contestati
Assolto dopo un processo durato otto mesi davanti al Tribunale di Busto Arsizio un 46enne di Legnano accusato di atti sessuali con una minorenne. L’uomo era chiamato a rispondere dell’accusa di aver rivolto alla nipote, all’epoca dei fatti minorenne, attenzioni morbose nel corso degli anni, culminate in una violenza consumata nei boschi vicino all’ospedale di Legnano mentre accompagnava la ragazza a lezione di catechismo, ma il collegio presieduto dal giudice Nicoletta Guerrero (a latere Giulia Pulcina e Veronica Giacoia) ha assolto l’uomo perché «il fatto non sussiste».
Nel corso dell’istruttoria, che ha visto sfilare sul banco dei testi i parenti della ragazza, le operatrici scolastiche che ai tempi avevano raccolto le confidenze della giovane e il maresciallo dei Carabinieri davanti al quale all’epoca dei fatti era stato reso l’incidente probatorio, nonostante siano emersi alcuni «indizi di colpevolezza a carico dell’imputato», per il quale la Procura aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione, non è stato delineato un quadro che consenta di «affermare la sua responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio».
Per il Tribunale, infatti, la dinamica del presunto rapporto sessuale a cui il 46enne avrebbe costretto la vittima, risulta «difficilmente compatibile con la struttura corporea oltremodo massiccia» dell’imputato e con la «menomazione di cui risulta affetto», per la quale è portatore di una protesi di legno ad una gamba. E gli altri episodi riferiti o sono «generici e non circostanziati», o sono «privi di qualsivoglia rilevanza penale». Contro la ricostruzione formulata dalla pubblica accusa ha inoltre pesato che dal dibattimento sia emerso un «rapporto a tratti conflittuale» tra il nucleo familiare della giovane e quello dell’imputato.
Elementi sottolineati anche dal legale del 46enne, l’avvocato Giuseppe Lauria, che aveva chiesto per lui l’assoluzione. E che hanno portato il Tribunale a decidere di assolvere l’imputato dal reato che gli veniva contestato «per insufficienza e contraddittorietà della prova».
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