Alfredo Ambrosetti: “Ho incontrato i potenti della Terra ma l’incontro più importante è stato quello con mia moglie”
Il fondatore del Forum Ambrosetti di Villa D’Este a Cernobbio, che fra pochi giorni compie 90 anni, ha vinto il Premio Guido Carli: in una intervista a tutto tondo si racconta
È un anno speciale per Alfredo Ambrosetti, protagonista di importanti traguardi personali e riconoscimenti alla carriera. Nell’anno del suo 90esimo compleanno (è nato il 25/06/1931 a Varese, ndr), il fondatore del Forum Ambrosetti di Villa D’Este a Cernobbio, che ha visto susseguirsi nel tempo la presenza di capi di stato e di governo di tutto il mondo e grandi imprenditori, insomma il gotha dell’economia e della politica mondiale, ha ricevuto un premio prestigioso, dedicato a una delle figure più importanti dell’economia italiana: Guido Carli.
IL PREMIO GUIDO CARLI
Il Premio Guido Carli, assegnato da una giuria scelta dall’omonima fondazione , presieduta dalla nipote del grande economista, ha visto quest’anno protagonisti, oltre ad Ambrosetti, l’amministratore delegato di Vodafone Italia Aldo Bisio, il presidente e Ad di Gucci Marco Bizzarri, il giornalista e conduttore Giovanni Floris e il consigliere per la comunicazione del Quirinale Giovanni Grasso.
Al varesino il riconoscimento è stato consegnato dalla Co-Chief Operating Officer di Walgreen Boots Alliance Ornella Barra. «È una delle donne più importanti al mondo – racconta Alfredo Ambrosetti – di sicuro, la più importante in Italia in questa pandemia».
Ornella Barra è a capo di una azienda di 500mila dipendenti: Walgreen Boots Alliance, numero uno al mondo per la distribuzione di farmaci alle farmacie. È stata nominata con il suo gruppo partner degli Stati Uniti e del Regno Unito, perché è la più esperta al mondo di vaccinazioni. «Su mia indicazione – continua Ambrosetti – ha messo in contatto i nuovi responsabili della campagna vaccinale italiana con coloro che i vaccini potevano fornirli davvero, aldilà dei deboli contratti europei: perché vaccinare significa ridurre i contagi e ridurre i contagi significa ridurre i morti. Questa è una persona a cui il nostro Paese dovrebbe dedicare un monumento».
La motivazione letta da Ornella Barra ha ricordato come il Forum di Cernobbio sia stato indicato dalla Prime University come il primo e più importante think tank italiano, e ha definito il nome di Ambrosetti come «Un brand italiano riconosciuto nei cinque continenti», la cui grande intuizione è stata che la aggiornamento permanente del sapere è la chiave del successo imprenditoriale ed economico «Per questo e per la sua grande persistenza a aggiungere obiettivi ad altri impossibili, riteniamo Alfredo Ambrosetti meritevole del premio».
«Io devo ringraziare il destino che mi ha fatto conoscere Guido Carli – racconta Ambrosetti -. Carli è stato presidente della Banca d’Italia e ministro del Tesoro, un simbolo delle istituzioni, un uomo dello Stato. Era una persona austera, che non si perdeva mai in chiacchiere, incorruttibile e di un’intelligenza straordinaria. Ha fatto molto per l’Europa, soprattutto durante il trattato di Maastricht. Veniva a Villa d’Este ed era ammirato del fatto che lì si trovassero tanti capi di stato e di governo. Ne vedeva andare e venire a decine da tutto il mondo, e lui sapeva bene quanto era difficile metterne insieme solo due di questi. Noi ci riuscivamo perché avevamo un’organizzazione rigidissima, che prevedeva lo stesso tipo di trattamento per chiunque, indipendentemente dall’importanza, perché occorreva rispettare i tempi. Mi fece capire che era disponibile ad avere colloqui con me tra un anno e l’altro per sapere chi si sarebbe presentato al prossimo e contribuire sui temi. Durante uno dei colloqui mi fece sapere che aveva una nipote che gli stava particolarmente a cuore: si trattava di Romana Liuzzo, l’attuale presidente della Fondazione Guido Carli, che sta facendo uno splendido lavoro per ricordarlo».
Ambrosetti, per tutta la sua straordinaria vita, ha un’altra persona da ringraziare e lo fa continuamente guardandola negli occhi, la sua amata moglie Lella: «Il regalo più bello della mia vita».
IL FORUM DI CERNOBBIO, DOVE SI È CONSOLIDATO IL “BRAND AMBROSETTI”
A rendere noto in tutto il mondo il varesino Alfredo Ambrosetti, è stato il Forum che annualmente si svolge a Villa D’Este a Cernobbio: una tre giorni che ha visto tra i suoi partecipanti Joe Biden, Richard Cheney, Bill Gates, Christine Lagarde, Rita Levi Montalcini, Shimon Peres, Rania di Giordania, Helmut Schmidt e molti altri, tra cui anche Guido Carli. Ma non sempre è stato un successo.
«La prima edizione è stata sfortunata – ricorda Ambrosetti – perché, a causa delle ricorrenti crisi politiche in Italia, anziché farlo a settembre, come avevo in mente, abbiamo dovuto anticipare la data in quanto il giorno in cui era previsto c’erano anche le elezioni. Per una serie di vincoli, abbiamo finito per farlo partire il 4 luglio, con due importanti inconvenienti: il primo era dato dal fatto che molte famiglie erano già in vacanza, il secondo era rappresentato dall’Indipendence day, una delle più importanti feste degli Stati Uniti, per cui molti dei relatori americani hanno dato forfait. Era stato un bagno di sangue e a quel punto Nino Andreatta, uno dei collaboratori in questo progetto, mi chiese: “Vi dispiace se stasera sto con voi?” Lo accogliemmo nella casa del Sacro Monte affittata d’estate per far patire meno il caldo ai nostri figli. Durante la serata, Andreatta, che era tutto meno che umile, a un certo punto mi disse: “Vuole sapere una cosa? Non ho mai imparato tanto come in questi tre giorni”. Da allora fu un crescendo infinito».
Ambrosetti è stato il deus ex machina degli anni d’oro del forum, ma di lui non si conoscono interviste: «Non le rilasciavo mai, e so che per questo diversi giornalisti l’hanno presa male – spiega l’economista – Per tanti anni però si sono alternati governi di destra e di sinistra: per questo non rilasciavo mai interviste. Se io avessi parlato con voi, per esempio, dalla mia risposta sarebbe derivato che alcuni erano d’accordo e altri in disaccordo, e prima o poi mi posizionavano».
Alfredo Ambrosetti, Cernobbio e la sua Varese
QUANDO AL FORUM C’ERA JOE BIDEN
Tra le tante personalità che hanno partecipato al forum c’è stato anche l’attuale presidente degli Stati Uniti: «Ho conosciuto Joe Biden a Villa d’Este, quando era vicepresidente di Obama – continua Ambrosetti- Era di una gentilezza, un’umiltà e uno stile unici. Un giorno mi disse: «So che lei è molto occupato, ma le vorrei parlare domani alla fine dei lavori». E mi ha chiesto il permesso, in un consesso con cosi tante persone importanti, di far partecipare suo figlio Beau (Militare e politico, fu procuratore generale nel Delaware. E’ morto di tumore nel 2015, ndr). Naturalmente dissi di sì, ma pretese che suo figlio partecipasse a pagamento. Biden era molto cattolico e nei momenti chiave della votazione spesso seguiva i voti degli stati che incidevano di più dal cimitero, davanti alla tomba di suo figlio. Durante l’elezione noi abbiamo fatto molto per lui e Kamala Harris, e quando è stato eletto per me è stata una festa: ho una grande ammirazione per Biden come uomo, non solo come statista».
AMBROSETTI E LA POLITICA ODIERNA: “IL GOVERNO CONTE REGNO DELL’IGNORANZA, DRAGHI È UN FUORICLASSE MA HA SEMPRE GIOCATO IN SOLITARIA”
Negli oltre 40 anni di forum, Ambrosetti ha visto capi di Governo di tutto il mondo, e soprattutto anche tanti capi di governo italiani. Ha dunque idee precise circa l’ultimo cambio di governo: «Il cambio tra Conte e Draghi è stato come un cambio tra uno del Varese che gioca in serie D e un fuoriclasse – spiega Ambrosetti – Però per Draghi non è facile perché è sempre stato in posizioni in cui era “solista”. Quando sei capo del governo invece sei a capo di una squadra e quello che fai dipende anche dalla validità dei membri che la compongono. Innanzitutto, ha dovuto ricevere l’ok del parlamento, fatto di parlamentari eletti con i risultati delle elezioni del 2018 dove il partito che di gran lunga ha preso più voti era il Movimento 5 stelle, che adesso invece è franato in giù. Draghi ha dovuto perciò calcolare quali partiti avevano molti voti in parlamento e dar loro un paio di ministeri ciascuno. Quelli che ha potuto scegliere però li ha presi preparati: Mariastella Gelmini, Roberto Cingolani, Vittorio Colao, Patrizio Bianchi, Maria Cristina Messa. Sono inoltre amico di Giancarlo Giorgetti, che stimo tantissimo. Insomma, Draghi ha a che fare con una squadra di governo che ha scelto solo in parte».
Nonostante questo non giudica positivamente l’evoluzione della classe politica italiana. «A gennaio avevo scritto un documento che ho intitolato “Stomaco debole”- continua Ambrosetti – Avevamo persone della levatura di De Gasperi, Einaudi, Guido Carli, Zamberletti, passando in rassegna i ministri che avevamo coi governi Conte mi sono detto: «Non riesco più a digerire tutto questo» è in questo senso che intendo stomaco debole: Non riesco a digerire la differenza tra la levatura di politici di una volta e questi qui».
L’ASSOCIAZIONE PER IL PROGRESSO DEL PAESE
Nel frattempo, alla soglia dei novant’anni – compirà 90 anni il 25 giugno prossimo – Alfredo Ambrosetti ha fondato l’Associazione per il Progresso del Paese, che vede tra i suoi associati: Marco Tronchetti Provera, Elsa Fornero, Silvio Garattini e Matteo Marzotto, con un preciso obiettivo: «Seneca diceva “Non esiste vento a favore, per chi non conosce il porto”: l’associazione che ho fondato ha l’obiettivo di assicurare a questo paese il porto – conclude Ambrosetti – Quando ho fondato questa associazione non tolleravo che l’Italia finisse sempre negli ultimi posti delle graduatorie internazionali, per questo l’ho creata. Abbiamo già individuato i punti di forza di questo Paese. Il primo di gran lunga è il patrimonio artistico culturale, enormemente importante, poi il patrimonio climatico e paesaggistico e terzo, il patrimonio enogastronomico. Inutile dire che sono stati tutti ignorati dagli ultimi governi».
Ambrosetti lancia un’associazione “Per il progresso del Paese”
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