Busto Arsizio e le biciclette, Fardelli: “Entro i 3 km la bici vince sempre sull’auto”
L'architetto bustocco, appassionato di due ruote, pubblica sul gruppo CityBustoBike i tempi di percorrenza in bici e in auto: "Busto ancora troppo auto-centrica. Serve un sistema che cambi la cultura"
Nei prossimi mesi sono almeno quattro i progetti di piste ciclopedonali che verranno messi in cantiere a Busto Arsizio anche se la città resta ancora un territorio in cui dominano i mezzi a motore. L’intervento che partirà nelle vie Deledda, Marco Polo e Sicilia e la pista ciclabile lungo via XX Settembre che dovrebbe unire Castellanza e Olgiate Olona a Busto sono un altro tassello del più ampio disegno immaginato dall’amministrazione.
Ne abbiamo parlato con Marco Fardelli, architetto di Busto Arsizio convinto utilizzatore della bicicletta in città al posto dell’auto. Socio di Fiab Ciclocittà Varese, appassionato di mountain bike, recentemente si è messo a calcolare quanto tempo ci vuole a coprire alcune distanze in bici e in automobile, fra punti importanti all’interno della sua città e regolarmente pubblica sul gruppo Facebook CityBustoBike i risultati di questa ricerca.
«Ho deciso di lanciare questa rubrica per far capire, numeri alla mano, quanto sia conveniente andare in bici se si devono affrontare percorsi in città entro i 6 km. La bici vince sempre sull’auto, nei percorsi fino a 3 km, in quelli fino a 6 km dipende dalle ore della giornata» – spiega.
L’obiettivo di questi post è uno solo: «Diffondere sempre di più una cultura della bicicletta. Molti non la usano perchè hanno paura delle auto e della condizione delle strade e posso anche capirli ma più gente va in bici e meno auto ci saranno sulle strade, diminuendo anche il pericolo. La sicurezza sta nel numero».
Fardelli, poi, spiega l’altro punto su cui si dovrebbe insistere: «In molte zone va istituito il limite dei 30 km/h per le auto. A 30 orari bastano 13 metri per fermarsi, a 50 ne occorrono 28… (a parità di condizioni auto, fondo stradale, conducente ecc.) tutto quello che sta in quei 15 metri di differenza finisce sotto le ruote. Ciclisti, pedoni, bambini, cani, fino al tamponamento con altra auto. Tutto. Per percorrrere tutto il viale Duca D’Aosta si impiegano 90 secondo in più. Quelli che si impiegano a sistemare una borsa sul sedile buttare un occhio al cellulare e partire. 90 secondi».
A Busto Arsizio si sta facendo qualche tentativo per promuovere l’uso della bicicletta ma Fardelli, che da tempo è in contatto con diversi assessori della giunta Antonelli, non è riuscito a far passare un concetto: «Bisogna avere il coraggio di creare corsie ciclabili (se n’era parlato durante il primo lockdown) e ridurre la carreggiata per le auto. In città si può fare da subito su molte strade che hanno larghezze dai 10 ai 12 metri ma spesso la scelta dell’amministrazione è quella delle ciclopedonali come in via per Lonate Pozzolo, usata da pochissimi».
Sul viale Duca d’Aosta propone di usare i controviali: «Si potrebbe creare una viabilità con il limite dei 20 km/h per le auto e parcheggi alternati ai lati in modo da creare un percorso rallentato per le auto che, a quel punto, possono circolare liberamente nel controviale insieme alle bici. Anche questa proposta, di cui si sta parlando, non è stata realizzata».
Ora c’è il Bike to Shop, al quale ha collaborato: «È un tentativo di creare cultura della bicicletta – spiega -. Ho collaborato molto volentieri a sviluppare l’idea di Alessandra Ceccuzzi del Comitato dei Commercianti del Centro. Un primo passo verso una mobilità alternativa che aiuta anche il commercio».
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