Cinque anni di Galimberti: ma il sindaco pensa già al 21 giugno 2026
Il 21 giugno 2016 si insediava come sindaco Davide Galimberti: e per l'anniversario ha voluto fare il "punto della situazione", ribadendo la sua ricandidatura a 1825 giorni dal suo insediamento
Il 21 giugno 2016 si insediava come sindaco Davide Galimberti, il candidato di centrosinistra che ha spezzato clamorosamente una consuetudine di sindaci di centrodestra – più precisamente, della lega o vicini – che durava da oltre 20 anni.
E a 5 anni dall’insediamento Galimberti ha voluto fare il “punto della situazione”, ribadendo la sua ricandidatura, (già ufficializzata da mesi, con tanto di presentazione multipla della coalizione, ndr) , «A 1825 giorni dal mio insediamento».
Un incontro convocato non a caso accanto all’hub vaccinale della Schiranna: «Siamo qui perché alle mie spalle c’è il centro vaccinale, che ha caratterizzato e rappresenta l’ultimo anno e mezzo, e l’ultima fase dell’organizzazione. Quello che voglio fare non è un bilancio di questi 5 anni ma un’ipotesi di rilancio per i prossimi 5 anni, per restituire, il 21 giugno 2026, una città nuova ai varesini che speriamo si sia ripresa dopo la pandemia ma per cui noi stiamo già lavorando, con i fondi del Recovery Plan».
Il sindaco comincia con i ringraziamenti: «Innanzitutto alla mia famiglia – spiega – Sono stati cinque anni più difficili per loro che per me per molti aspetti: innanzitutto per i miei due figli, che sono piccoli e hanno patito le mie assenze, ma anche e soprattutto mia moglie, che con in particolare con l’arrivo della pandemia ha subìto l’esperienza del marito per certi versi ancora più totalizzante. Altri ringraziamenti vanno alla squadra: la giunta, il consiglio, i sostenitori che hanno dato suggerimenti, proposte, idee».
La sua ricandidatura, che non era scontata, si è concretizzata grazie al sostegno di chi gli era vicino: «Per me quella del sindaco era già in partenza una parentesi di vita al servizio della città – afferma Galimberti – Mi sono posto già tempo fa l’interrogativo se proseguire o no, proprio perché è una attività impegnativa e totalizzante. Ho deciso di proseguire dopo il confronto coi famigliari e anche di questa scelta li ringrazio, perchè è un appoggio importante. Questa riflessione mi ha accompagnato in questi mesi ed ha rafforzato fortissimo la mia voglia di concludere ciò che ho fatto e mettere in campo nuove idee».
Il metodo, anche nella campagna elettorale, sarà quello che ha perseguito finora: «Tutti quelli che mi conoscono sanno che sono un moderato per stile, più ancora che per opinioni, e che continuerò a perseguire questo metodo perché penso che lo vogliano i cittadini, i quali puntano a fatti e non si fanno irretire dalle promesse».
Dei cambiamenti nella sua coalizione di centrosinistra commenta «In questi cinque anni ci sono stati degli evidenti cambiamenti a livello nazionale e locale, e proprio perché dobbiamo pensare ai prossimi cinque anni, che saranno molto diversi dai precedenti, è necessario affrontarli diversamente anche da questo punto di vista. Dal 2016 c’è stato un grande cambiamento delle collocazioni politiche: la nuova coalizione che sosterrà i prossimi cinque anni tiene conto dei cambiamenti che sono in corso».
Del centrodestra invece il sindaco dice: «Per abitudine non mi inserisco nel dibattito di altri schieramenti, ma non c’è dubbio che il centrodestra varesino è in estrema difficoltà e il motivo è che questa amministrazione ha dei fatti da esibire e non dei proclami o delle promesse: questo è un approccio che va oltre gli schieramenti. Trovo tutti giorni gente pentita di non averci votato, e che dice che ci sosterrà con il voto a questa tornata».
Tra i giorni difficili ne conta: «Tantissimi: innanzitutto quelli passati a confortare persone che hanno perso i loro cari, e non solo per il covid. Poi i primi momenti della pandemia, perchè il timore che accadesse a Varese quello che era successo a Codogno era forte. E ancora l’incendio del parco dei fiori, per il simbolo che rappresenta e il fatto che era uno dei primi incendi così vasti in quella zona». Ma altrettanti ne conta tra i più belli del suo quinquennio: «Un giorno speciale è stato proprio il 21 giugno 2016,: l’investitura ufficiale ha dato la misura di quello che avevamo conquistato e cosa avevamo di fronte. Per il resto, successi e cose positive arrivate anche in maniera insperata sono state tantissime: e spero che questi tre mesi e mezzo ce ne regalino altri».
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