Donne e scienza tra narrazione e realtà: successo anche sotto la pioggia per Parola di Donna
Maltempo di successo per La fata matematica con Galatea Ranzi, penultimo appuntamento nella rassegna di Parola di Donna 2021. E dopo lo spettacolo, un dibattito con due scienziate del CCR
Qualche gocciolone di pioggia non ha certo smorzato interesse e coinvolgimento di pubblico per il quarto e penultimo appuntamento di Parola di Donna 2021, che ieri sera lunedì 7 giugno presentava La fata matematica-Storia della donna che sognò il computer alla Tensostruttura dei Giardini Estensi a Varese.
Spettacolo incentrato sulla figura di Ada Byron Lovelace, matematica di metà Ottocento, figlia negletta del poeta romantico Lord Byron e scomparsa ancor giovane, che in 36 anni di vita seppe diventare protagonista della vita intellettuale inglese e sconfiggere pregiudizi e tabù sulle attitudini delle donne in campo scientifico.
Ad interpretare Ada era Galatea Ranzi, grande attrice ronconiana, in dialogo e contrappunto con il matematico Charles Babbage, un efficace ed estroverso Gianluigi Fogacci; con videoart di sfondo di Valeria Spera a rimarcare gli stati d’animo dei protagonisti, e musiche di scena di Francesco Rampichini a commentarne i momenti topici.
Scrittura e regia sono di Valeria Patera, a conferma di un interesse drammaturgico ricorrente per le vicende di scienziati (Turing appena prima di Ada Byron), che a Varese aveva già messo in scena la Montalcini nella prima edizione di Parola di Donna nel 2018, e come allora presente in sala.
Il racconto di una vita breve difficile ed intensissima, dall’abbandono quando era neonata da parte del padre, all’infanzia nel rapporto duro e contrastato con la madre autoritaria e spesso giudice lontana, matematica a sua volta, che per sottrarla alle lusinghe della poesia – cui imputava stolidamente l’immoralità e l’allontanamento irresponsabile del padre – la indirizzò agli studi scientifici. Ada li percorse in modo brillantissimo senza tuttavia perdere la fascinazione paterna per la Poesia, che sognava di armonizzare con la Scienza, per un’esistenza di piena e vissuta passione.
Contessa di Lovelace a 20 anni e ricevuta a corte, protagonista celebrata di salotti mondani e relazioni importanti, da Faraday a Dickens, la svolta decisiva avvenne con l’incontro – razionalità e passione combinate, dalla condivisione delle menti a quella dei sensi – con Charles Babbage e la sua “macchina analitica”, precorritrice dei moderni computer, cui Ada contribuì in modo decisivo per l’impostazione programmatoria, prendendo spunto dalle schede perforate dei telai meccanici di Jacquard ed estendendola ad un vero e proprio algoritmo da programmazione elettronica odierna.
“Ribelle” è la cifra biografica di Ada, in assoluta evidenza nello spettacolo: al bigottismo gelido della madre, al grigiore familiare asfittico e senza prospettive come al moralismo sessista, al maschilismo dominante tanto in scienza quanto in arte e poesia, alla separazione stessa tra scienza e vita/arte/poesia, al distacco tra mente e cuore, natura e spirito, armoniosa bellezza e meccanica funzionalità. E a Babbage, che ipotizzava per la sua “macchina analitica” una funzione esclusivamente di calcolo, opponeva la visione della multifunzionalità programmabile – come in campo musicale – che avrebbe portato all’intelligenza artificiale dei giorni nostri. “Incantatrice dei numeri” e ardente “fata matematica”, come Babbage stesso la definì.
DALLA NARRAZIONE ALLA REALTÀ CON IL CCR DI ISPRA
Ed è significativo come lo spettacolo abbia consentito un ampliamento d’orizzonti nella lezione di Ada, grazie alla sinergia della rassegna con il progetto SCIART del CCR di Ispra per la riflessione sul rapporto tra Scienza ed Arte nell’ottica di un nuovo umanesimo: prima dell’inizio, il coordinatore Adriaan Eeckels lo ha presentato come bisogno assoluto di narrazione per la comunicazione scientifica; a fine spettacolo, il pubblico ha potuto apprezzare la simil-drammaturgia di scienza al femminile, con lo scambio di battute sulla “vita da ricercatrice” tra Sandra Coecke e Naouma Kourti, perchè l’esperienza di Ada è maturata nel tempo ed anima l’impegno di tante scienziate oggi.
Applausi prolungati per tutti, teatranti e scienziati, da un pubblico variegato e numeroso come sempre, tra cui spiccavano le quattro Assessore di Varese Ivana Perusin, Rossella Di Maggio, Cristina Buzzetti e Francesca Strazzi, in sintonia per praticare nel lavoro istituzionale quotidiano quello stesso protagonismo femminile che Ada incarnava.
CECILIA CHAILLY E LA SUA ARPA ELETTRIFICATA PER L’ULTIMO APPUNTAMENTO, LUNEDì 14
L’ultimo appuntamento, per concludere in bellezza, è lunedì 14 giugno alle 19.30, sempre alla Tensostruttura dei Giardini Estensi dove protagonista sarà la musica al femminile: si terrà infatti il concerto Sempre nuova è l’aurora, mix di narrazione ed esecuzioni musicali con arpa elettrificata di Cecilia Chailly, in un percorso autobiografico nella storia della sua musica tra diversi generi ed esperienze – da Cage a Mina, Bocelli, De Andrè, Marshall, Parson – con brani tratti dai suoi 5 album e liberamente reinterpretati dal vivo.
Biglietti al botteghino della tensostruttura dei Giardini Estensi dalle 9:30 alle 19:30 il giorno stesso dello spettacolo. Prenotazione obbligatoria a: paroladidonnavarese@gmail.com o al 338 2039505.
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