Ezio Rossi pensa già al futuro del Varese: “Ho dato la mia lista alla società”
Sulla stagione appena conclusa: “Ci è mancato il bomber. Dopo Casale sono stato provocatorio con la squadra, ma è servito”
L’ultima partita di campionato è stata lo specchio di questa stagione del Varese: al “Franco Ossola” i biancorossi hanno perso l’ennesima gara interna, confermando un dato eclatante: l’ultimo posto in classifica considerando le gare casalinghe. E mister Ezio Rossi (foto Mattia Martegani) al termine della gara ha quasi tirato un sospiro di sollevo sapendo che sarebbe stata l’ultima della stagione. «Meno male è finita», ha detto il tecnico biancorosso, ma poco dopo ha anche dato indicazioni importanti riguardo al suo futuro a Varese, dimostrando una volta di più la sua volontà di rimanere su questa panchina: «Al 90 per cento rimarrò, ma finché non c’è la firma non si può mai dire».
Il tecnico torinese rimarrà dunque ai piedi del Sacro Monte, per guidare il Città di Varese al secondo anno di Serie D, affiancato da Neto Pereira, che a sua volta si è dimostrato un elemento fondamentale nell’ambiente biancorosso.
Facendo un passo indietro, mister Rossi ha detto diverse frasi importanti alla vigilia della gara contro il Derthona, cominciando da un’analisi della stagione: «Anche queste ultime partite mi hanno lasciato due sensazioni: il rammarico di quello che avremmo potuto fare “se”, ma anche la consapevolezza che probabilmente se abbiamo questa classifica, anche queste ultime partite hanno un po’ rispecchiato l’andazzo generale dell’annata, per tutto quello che abbiamo vissuto. Quindi sicuramente abbiamo dimostrato, per gioco, occasioni create, coesione del gruppo e lo spirito che ha, di poter avere una classifica diversa. Poi però ci deve essere la consapevolezza che se sei lì, insieme a tutte le componenti di imprevedibilità, ci hai messo del tuo perché questa alla fine fosse la classifica».
E un punto di svolta per la stagione del Varese è arrivato nel dopo partita della sconfitta interna contro il Casale, quando l’umore basso ha alzato i toni nello spogliatoio, come conferma mister Rossi: «Dopo la partita c’è stato l’unico faccia a faccia quasi provocatorio da parte mia. Sapevo che la squadra non era da retrocessione, non ottenevamo risultati ma l’impegno c’era. Quindi il confronto tra me e la squadra è stato provocatorio, magari ho detto delle cose pesanti per stimolare ma che non pensavo realmente. A volte racconti delle balle alla quali non credi ma che dici per vedere se riesci ancora a fare uno step per migliorare la situazione. Tra di loro qualcosa è uscito, ma questo non lo so; la mia è stata una provocazione, seppur pesante, ma che alla fine è servita. A me è capitato di essere in situazioni molto difficili, ma qui non posso dire che abbiamo mai toccato il fondo del barile. Dal punto di vista delle prestazioni, dell’impegno, non posso dire nulla. La squadra ha tenuto un livello molto alto e poi sono cambiati gli episodi e l’attenzione. Non do spiegazioni a tutto, a volte è solo la casualità».
Su cosa sarebbe servito alla squadra durante l’anno, Ezio Rossi ha la risposta pronto: «È mancato un bomber di razza, d’area di rigore. Questo è stato evidente durante tutto l’anno. Sono qualità innate, se non le hai difficilmente le acquisisci, ma anche rare in una categoria come la Serie D. La storia degli attaccanti che bazzica in questa categoria è discontinua: Allegretti che ha fatto bene a Gozzano, è la terza volta che va in doppia cifra. Avere delle certezze sugli attaccanti in Serie D è molto difficile: chi quest’anno ha fatto 20 gol magari non li fa più: chi lo fa per due o tre anni di fila sono già in un’altra categoria. Resta chi lo fa ogni tanto, ma non potrai mai avere la certezza che tu lo scelga nell’anno giusto. Per noi è stato un anno così: magari uno dei nostri che andrà via, l’anno prossimo farà un sacco di reti».
Riguardo alla squadra del futuro l’allenatore ha le idee chiare: «Quest’anno abbiamo creato uno zoccolo duro di ragazzi sani, che hanno dimostrato grande professionalità e attaccamento alla maglia. Bisogna ripartire da lì: cercare di migliorarsi e pensare che la società sarà al suo secondo anno di vita e si confronterà con realtà che hanno creato squadre e progetti di anni. Qui la squadra è stata creata da zero e bisogna pensare di crescere: fare un anno nella parte sinistra della classifica. Questo è il mio pensiero, poi se qualcuno dirà cose diverse le dica pure, io sono molto realista. Poi, dopo 10-15 partite si potrà vedere, ma la realtà di uno che conosce il calcio da 40 anni, bisogna lavorare per step. Se si ragiona con equilibrio, bisogna farlo anche in relazione agli obiettivi».
E i nomi dai quali ripartire sono già stati messi anche nero su bianco, come ammette lo stesso allenatore:«Io ho dato la mia lista alla società, poi dipende dalle esigenze contrattuali di ognuno di loro. In questo momento ci sono 10 confermati, 3 o 4 in stand by e gli altri no».
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