Fagnano Bene Comune aperta al dialogo per le prossime amministrative
Il tempo per prepararsi al prossimo appuntamento elettorale, dopo le dimissioni del sindaco Catelli, è poco ma la lista civica di centrosinistra sta già lavorando
A Fagnano Olona è già tempo di guardarsi intorno per la politica, in vista dell’ormai più che probabile appuntamento elettorale di ottobre dopo le dimissioni irrevoccabili annunciate dal sindaco Maria Elena Catelli e il conseguente avvio della procedura di scioglimento che però partirà dal 20esimo giorno.
Si corre perchè il tempo è poco e Paolo Carlesso di Fagnano Bene Comune, già candidato sindaco alle scorse amministrative, immagina un percorso: «Quello di cui Fagnano necessita è il ripristino di un clima di dialogo e di condivisione tra i gruppi che si propongono di amministrare, almeno questo, almeno in relazione alle scelte fondamentali per lo sviluppo; è sempre stato necessario, è mancato, sarà fondamentale nel prossimo futuro».
Quali sono dunque le azioni messe in campo dalla lista che ha espresso diversi sindaci negli anni passati: «Noi ci stiamo adoperando per questo, come ci siamo adoperati in passato. In questo senso abbiamo condiviso con gli altri gruppi di minoranza moltissime questioni, trovando una collaborazione proficua per tutti; è stata un’occasione importante di crescita. Ci siamo confrontati alcune volte anche con parte della maggioranza e ci sembra di aver dimostrato di essere pronti non solo allo scontro, ma anche al dialogo con l’amministrazione, se si parte da un approccio sensato e pragmatico».
In questo modo si è avviato un dialogo con le altre liste civiche esistenti, molti gruppi consiliari, con il PD in maniera chiara e pubblica: «Il nostro gruppo è sempre stato aperto al confronto, adesso vorremmo che lo sia, se possibile, ancor di più, preservando due prerogative: l’impronta civica che si esprime nel rapporto paritario tra le persone che partecipano, nel favorire il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e nella comprensione degli stessi; il rifiuto di “sovrastrutture”, ovvero imposizioni esterne che siano esse provinciali, nazionali o locali . Non cerchiamo voti ma persone che partecipino alle decisioni».
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