La rotonda “sfratta” la cappelletta a Maddalena: “Ricordiamola con una targa”
Il consiglio comunale di Somma Lombardo ha votato a favore della mozione della Lega per una targa commemorativa della "Capeleta" a Maddalena
Nel quartiere Maddalena di Somma Lombardo la rotonda ha sfrattato la cappelletta della Madonna. Non si sa bene, in realtà, quando e come sia successo: si trattava di una piccola nicchia con all’interno una statua della Madonna: in passato era collocata dove si trova la rotonda che porta al quartiere (costruita 4 anni fa), tra via Briante e via Processione.
Molti anziani del quartiere di Somma Lombardo si ricordano di questa “Capeleta” dove, moltissimi anni fa, spesso trovavano ristoro i contadini tornando dai campi. “La Capeleta” non c’è più da almeno cinquant’anni.
Solo vent’anni fa campagna tra Somma Lombardo e la frazione, oggi diventata quasi periferia cittadina, a fianco di una zona industriale con – appunto – l’immancabile rotatoria.
Un po’ come con l’episodio della Madonnina del Borghetto in un film con don Camillo e Peppone, il “caso” è finito anche nel dibattito politico.
Infatti, durante il consiglio comunale di ieri, giovedì 24 giugno, la consigliera leghista Mariangela Aguzzi Casagrande ha presentato una mozione «nata dal desiderio di riconoscimento anche nei confronti di chi ha dato tanto, ma a cui tanto abbiamo tolto».
Le perplessità della maggioranza
La maggioranza, pur riconoscendo la pregnanza della proposta, è risultata scettica sotto certi punti. «Il testo della mozione mi sembra generico e non tanto chiaro, ha troppo punti che devono essere chiariti per prenderci un impegno di questo genere», ha preso la parola della consigliera Alessandra Apolloni (Partito Democratico), affermando di non averla trovata citata in alcune fonti di storia locale.
Ha poi sollevato il problema della proprietà privata del terreno su cui c’era la cappelletta, perché «se così fosse, dubito che il Comune potrebbe sostenere il costo». Inoltre, ha ricordato l’impegno dell’amministrazione nel recupero e nella valorizzazione delle radici e della tradizione sommese (il restauro del pozzo Valgella, finanziato dall’associazione I love Somma, e il ripristino del ponte sullo Strona).
Anche per il presidente del consiglio comunale, Gerardo Locurcio, intervenuto come super partes, mancano degli elementi oggettivi: «È importante prima andare a capire se fosse stata costruita su suolo pubblico o privato. Dopodiché si può tentare una soluzione che accontenti la frazione».
Claudio Brovelli (Sinistra per Somma) ha sottolineato l’importanza di sapere chi l’abbia rimossa, specialmente se ad agire è stato un privato: «Non penso che tocchi all’ente locale intervenire per trovare una soluzione a un problema di questa natura. Prima di intervenire è giusto tentare di ricostruire la storia e verificare se compete all’ente locale un intervento di questo tipo».
Le modifiche alla mozione
Dai banchi dell’opposizione Manuela Scidurlo (Fratelli d’Italia) ha cercato di proporre un punto d’incontro: «Potremmo impegnarci tutti a fare delle ricerche storiche (foto dell’epoca o libri di storia locale) per fare una sintesi».
A proporre la modifica alla mozione che impegna l’amministrazione a fare le ricerche necessarie, il consigliere Alberto Barcaro (Lega): «Il regolamento tre mesi fa aveva approvato la mozione al momento del deposito, magari esposta in maniera poco corretta, ci sarebbe stato il tempo di poterla modificare se ce n’era la volontà, senza arrivare al consiglio comunale».
Ancora scetticismo dall’area dem: «Mi chiedo perché dare anche questa incombenza all’amministrazione. Io penso che sia anche bello cogliere l’occasione per fare comunità, invitando i cittadini ad essere protagonisti anche nella riscoperta delle radici. Poi l’amministrazione si impegnerà di certo». Più in linea, invece, con la Lega la consigliera Scidurlo: «Bisogna tenere conte che molti cittadini, specie se anziani, possono avere meno strumenti dell’ente per impegnarsi in questa ricerca».
Alla fine la mozione è passata, con 15 voti a favore e 2 astenuti.
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