A Luino un messa e un’aiuola per ricordare le vittime del Covid
L'iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Mons. Comi e sostenuta da alcuni comuni del territorio
A Luino si sono ricordate oggi le vittime del Covid, con una Messa e l’inaugurazione di un’aiuola con un cippo.
L’iniziativa è della Fondazione “Mons. Gerolamo Comi” che ha organizzato, presso l’ingresso della Casa Albergo, un momento importante per ricordare tutti coloro che sono deceduti durante l’emergenza sanitaria, dentro la struttura stessa e nel territorio circostante.
Presenti diversi rappresentanti dell’amministrazione del Mons. Comi, del personale sanitario della struttura protetta, della Casa Albergo, dei volontari di Croce Rossa, delle forze dell’ordine e diversi parenti delle vittime. L’iniziativa ha inoltre coinvolto tutti i sindaci presenti all’interno dello statuto della Fondazione che hanno presenziato direttamente o tramite rappresentanza.
La mattinata ha visto due momenti in ricordo delle vittime ella pandemia. Alle 11 don Sergio Zambenetti ha celebrato una Messa per commemorare tutte le persone venute a mancare durante l’epidemia Covid-19: «In questa occasione ricordiamo la vicenda tragica della pandemia e le vittime che ha portato con sé – ha detto don Sergio – Un periodo in cui siamo rimasti coinvolti tutti, chi più e chi meno. Ora siamo qui per dire: queste morti, questi sacrifici non devono essere vani. Che non siano sprecati tutto il dolore e tutta la sofferenza. Dobbiamo cercare di cogliere quello che di buono ci ha lasciato questo momento: il senso di solidarietà, aiuto reciproco e cura e apprezzamento della vita stessa».
Un momento forte che ha lasciato spazio a minuti vuoti che ricordavano chi non c’è più e a lacrime silenziose.
Il tutto si è svolto secondo le norme anti-covid ma questo non ha fermato gli sguardi carichi di compassione e le parole di vicinanza scambiati tra i presenti durante la mattinata.
Conclusa la messa è seguito l’intervento del direttore della Fondazione Danilo Benecchi che ha ringraziato tutti i presenti e tutte le realtà che sono state vicine alla struttura durante il periodo dell’emergenza.
A prendere la parola poi Anita Mandelli, una volontaria della Fondazione Comi che ha letto una sua poesia dal titolo “Non più”: non più come “non più una tragedia così” e come “non ci sono più i nostri cari”
“… Ti sentiremo solo con lievi soffi, in dolci sogni, tra delicati palpiti, e noi li sapremo riconoscere e ti ascolteremo”.
Grandi applausi e sorrisi nascosti hanno accompagnato l’intervento di Elena Brocchieri, presente nella doppia veste di educatrice della struttura e come assessore alle Politiche sociali. Elena ha letto un messaggio che il cavalier Gianni Lusa, ospite della struttura, ha voluto mandare all’esterno da parte di tutti gli ospiti: «Nel nostro Istituto abbiamo vissuto questa terribile esperienza e purtroppo qualcuno ci ha lasciati. Considerando che ci riteniamo una grande famiglia, la perdita di un solo componente ci addolora oltre modo. Siamo stati curati da uno straordinario personale dotato di capacità e spirito altruistico unico. Quando ci capiterà di passare davanti al giardinetto che contorna il cippo, mandiamo un pensiero per coloro che sono stati meno fortunati di noi e che, da dove si trovano, ci proteggeranno».
«Vorrei che questo rappresentasse un nuovo punto di partenza – ha detto il presidente del CdA Gianluca Vissi – in grado di portare con sé la consapevolezza che le persone fragili, i bambini come gli anziani, devono essere sempre protetti. Ci siamo organizzati tramite vetri, stanze degli abbracci e ora visite in presenza, per chi è vaccinato, per far ritrovare quell’affetto e quel sostegno mancato durante questo periodo. Ci stiamo muovendo anche sul territorio per poter tornare a fornire tutti i servizi di prima alla popolazione. Ripartiamo con fiducia e con impegno».
A seguire le parole del sindaco di Luino Enrico Bianchi: «Siamo qui per ricordare chi ci ha lasciato senza aver visto i visi degli affetti. Chi ha lavorato senza risparmiarsi in turni massacranti mettendo a rischio anche la propria salute e quella dei propri cari. Perché vogliamo mostrare la nostra vicinanza alla città e al territorio. Ma siamo qui anche per ricordare la nostra fragilità umana che si è manifestata in questa pandemia. Siamo qui non per dire che ci fermiamo davanti a questa fragilità ma che dobbiamo avere la consapevolezza che possiamo superarla. Questo solo convincendoci che il nostro è un destino comune. Nessuno si salva da solo».
Dopo i ringraziamenti finali, passi lenti e sguardi bassi si sono avvicinati all’aiuola istituita in memoria di coloro che sono venuti a mancare durante l’emergenza sanitaria.
È stato quindi scoperto il cippo commemorativo, benedetto da don Sergio Zambenetti.
Alla spesa per la costruzione dell’aiuola e del cippo hanno contribuito alcuni comuni del territorio. La scelta del luogo è dovuta alla vicinanza, oltre che del Mons. Comi, anche dell’ospedale da dove sono passati cittadini di tutto il territorio.
«La nostra vita è preziosa – ha concluso don Sergio – Preziosa soprattutto se riusciamo ad essere solidali e ad aiutarci uno con l’altro».
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