Metamorfosi Urbana: Villa Mirabello e il bello del parco “sposato” ai Giardini del Duca

La diciottesima tappa della rubrica di Fausto Bonoldi entra nel parco di villa Mirabello, "vicino di casa" dei giardini Estensi

Metamorfosi Urbana: Villa Mirabello e il bello del parco "sposato" ai Giardini del Duca

Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta,  ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata

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Metamorfosi urbana, diciottesima puntata: Villa Mirabello e il Bello del parco sposato ai Giardini del Duca

L’aspetto attuale della Villa Mirabello lo si deve alla famiglia Taccioli, che nel 1839 acquistò dai conti Stampa di Soncino la casa rustica costruita in cima al colle nel primo Settecento e la trasformò in dimora signorile.

Nel 1843 fu commissionato all’architetto milanese Luigi Clerichetti il progetto della rosea facciata neogotica mentre furono costruite ex novo, ai piedi della collina, le rimesse e le scuderie, fino a pochi anni fa sede del Civico liceo musicale, e posti i cancelli tutt’ora esistenti.

E a proposito di questi ultimi, un particolare che pochi conoscono e che ci è stato rivelato dallo gnomonista Roberto Baggio è la provenienza dei due snelli obelischi che affiancano il cancello d’ingresso, che sono gli gnomoni di granito che segnalavano le ore al centro di due grandi orologi solari allestiti in due aiuole dei Giardini Estensi.

L’opera fu realizzata, per conto di Francesco III duca di Modena divenuto signore di Varese nel 1765, dall’astronomo dalmata Ruggiero Boscovich, il gesuita fondatore dell’Osservatorio di Brera a cui dobbiamo la meridiana che campeggia, sotto l’aquila ducale, al centro della facciata interna del Palazzo Estense.

Settantadue anni prima che la villa fosse acquistata dai Taccioli, nel 1767, l’allora proprietario Giuseppe Maria Clerici fece costruire, su progetto dell’architetto varesino Giuseppe Veratti, l’oratorio della Beata Vergine Addolorata, poi trasformato in Planetarium.

Fino al restauro della fine degli Anni Settanta, l’edificio era decorato con una finestra quattrocentesca, di stile gotico, scampata alla demolizione del Palazzo Griffi, il più bel palazzo di Varese, abbattuto nel 1867 per ricavare la piazza d’armi e del mercato, oggi piazza Repubblica. Divisa in formelle catalogate e numerate, l’altra finestra gotica della città, simile a quella di Casa Perabò in via Albuzzi, è custodita nei magazzini del Museo di Villa Mirabello.

Nel grande parco all’inglese che il Comune acquisì nel 1949 dagli ultimi proprietari, i Litta Modignani, e unì ai Giardini Estensi per merito di Lanciotto Gigli, assessore alle Finanze nella Giunta di sinistra guidata da Luigi Cova, spicca l’eccezionale esemplare di Cedro del Libano a candelabro, pare piantato in occasione della visita di Vittorio Emanuele II, ospite a Villa Mirabello, che giunse in città il 17 agosto successivo alla vittoriosa battaglia di Biumo del 26 maggio 1859. Nell’occasione fu creato un passaggio per consentire al sovrano di trasferirsi dal parco di Villa Mirabello ai Giardini Estensi.

 

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Pubblicato il 14 Giugno 2021
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