Il Milite Ignoto? “È l’umile fante strappato alla sua famiglia e mandato a morire”
A Gallarate Fratelli d'Italia propone una dedicazione al soldato senza nome. Carmelo Lauricella, del Pd, critica la lettura nazionalista: "Pensiamo invece al padre, al figlio, allo sposo rapiti da un destino inumano"
«A quale Milite Ignoto si vuol concedere la cittadinanza onoraria del comune di Gallarate? Il nostro è l’umile fantaccino della prima guerra mondiale, spesso giovane, ignaro del mondo, strappato alla propria famiglia ed al proprio piccolo orizzonte quotidiano, catapultato nell’incomprensibile mondo della trincea, tra il fango ed i parassiti, a morire falciato dalle mitragliatrici o saltando in aria».
Carmelo Lauricella, consigliere comunale del Pd di Gallarate, interviene sul dibattito innescato dalla proposta di Fratelli d’Italia, che a livello nazionale sta conducendo una campagna perché i Comuni dedichino al Milite Ignoto la cittadinanza onoraria o una via o una piazza.
È il significato del Milite Ignoto su cui s’interroga Lauricella. La campagna di Fratelli d’Italia ha anche un indubbio connotato nazionalista, che si riflette anche dalle parole a cui ci si rifà, quelle scritte nel 1921, per la cerimonia di tumulazione del Milite Ignoto.
«Dalla mozione – continua Lauricella – apprendiamo che il Milite cui concedere la cittadinanza è quello descritto dalla retorica patriottarda del 1921 come “degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria”».
Maria Bergamas scelse, il 28 ottobre 1921, il Milite Ignoto, prendendolo da undici feretri, che contenevano salme tanto sconvolte da essere completamente anonime (non si riconoscevano più neppure le mostrine, i segni che mostrano l’appartenenza a un reggimento). .Goriziana, Bergamas era la madre di un ragazzo – suddito austroungarico – che sfuggendo alla divisa austriaca si era arruolato invece nell’esercito italiano, morendo sugli altipiani
«Vogliamo solo sperare che per motivi di tattica spicciola vengano utilizzate parole grosse, di cui non si comprendono pienamente le implicazioni. Pensare al Milite Ignoto non come al padre, al figlio ed allo sposo rapito da un destino inumano – e tutt’altro che inevitabile – ma come all’erede di secoli gloriosi che impugna la spada per difendere il solco fa rabbrividire».
Al Milite Ignoto interprete della millenaria civiltà Lauricella oppone l’umanità del singolo soldato. Italiano e non solo, perché milioni furono sacrificati nella Prima Guerra Mondiale: «Il nostro [soldato senza nome] ha come unico requisito inderogabile non l’italianità ma l’appartenenza al genere umano, superando la menzogna per la quale ogni nazione pretende di onorare il proprio, autentico ed esclusivo, baluardo e difesa contro i Militi altrui».
Carmelo LauricellaC’è anche una polemica più gallaratese, nella vicenda. Quella sulla proposta – a dire il vero solo appena vagheggiata da Giuseppe De Bernardi Martignoni di FdI – che il Milite Ignoto possa sostituire Giovanni XXIII nella dedicazione della piazza della stazione.
«Ed il colmo che un Milite Ignoto così inteso possa toponomasticamente usurpare, nella intenzione dei proponenti, il Papa che ha combattuto nella Grande Guerra» dice Lauricella. Che ricorda che Angelo Roncalli, futuro papa, «da pacifista si è arruolato per poter salvaguardare il fratello, e che ha avuto per la guerra parole così accorate ed alte di condanna, appunto perché lui la guerra l’aveva sperimentata così com’è, il Papa, in una parola, che veramente ha rischiato di divenire egli stesso Milite Ignoto».
«Vogliamo sperare che il combinato disposto di mozione ed auspicio toponomastico siano solo il prodotto di faciloneria e superficialità; se invece nasce da un disegno lucido e consapevole, tristi tempi si approssimano».
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