Sui tetti di Milano con la guida dei gargoyle: il video di Carlo Stanga a Malpensa
L'opera animata è visibile fino al 24 giugno alla Porta di Milano, al Terminal 1 di Malpensa. Una riflessione sulla città, con una guida d'eccezione
In volo sui tetti di Milano, seguendo i demoni buoni che da secoli – dall’alto del Duomo – raccontano la città. Un viaggio emozionante e insieme rilassante, quello attraverso cui conduce Popping Up, l’opera animata dell’illustratore Carlo Stanga che è visibile alla “Porta di Milano” all’aeroporto di Malpensa.
L’opera è visibile ancora fino al 24 giugno, anche se si parla di un prolungamento.
Un video potente, in grado di attrarre l’attenzione, di far sognare, di far rivivere Milano negli occhi di chi l’ha appena lasciata e di farla immaginare a chi arriva.
L’aeroporto «è un luogo magico perché è una soglia, un passaggio dal luogo da cui provieni a Milano o viceversa» racconta Stanga. « Essendo un luogo di passaggio ho pensato a un video in loop continuo: in qualunque momento si passi, si ha una impressione di Milano. Una impressione forte, perché il tempo è poco, è un momento di passaggio, per questo l’immagine deve colpire».
E le immagini colpiscono: con i colori luminosi, con i luoghi milanesi da riconoscere, con i mille dettagli che invitano a rivedere anche più di una volta i due minuti e mezzo di video, trasmesso sullo schermo digitale più grande di Milano, da ben 60 metri quadri. Un’opera leggibile «su più piani», dai bambini come dagli adulti, in grado di conquistare chi l’ammira, specie “dal vero”, sul grande schermo a Malpensa per cui è stata pensata.
Carlo Stanga racconta l’essenza milanese
Non è la prima volta che Stanga si misura con un’opera animata che nasce dai suoi disegni: «Il mio è un lavoro tra digitale a analogico: faccio i disegni a mano, poi li scansiono, li coloro, li trasformo, li deformo in digitale». Stanga, che ha ritratto tante città diverse (da New York a Porto, a Berlino) vuole qui «suggerire al viaggiatore l’atmosfera, l’identità, l’essenza milanese», da percepire in pochi secondi o da approfondire attardandosi davanti allo schermo.
«L’animazione è stata fatta con un andamento un po’ sognante: sono partito dall’idea di una serie di personaggi che accompagnassero dall’alto, tra edifici storici ed edifici della nuova Milano» racconta l’artista. Sono i gargoyle del duomo, i demoni che dall’alto della cattedrale guardano da secoli questa città che sempre cambia, si evolve, passa da grandi crisi e dolori a grandi speranze da offrire a chi arriva.
Demoni pop per scoprire Milano
«Secondo una leggenda milanese a Gian Galeazzo Visconti era comparso il demonio, che gli ha imposto di costruire queste statue. Ho ripreso questi elementi che sono così numerosi – 96 gargoyle – ma di cui le persone non sono molto consapevoli. Soprattutto gli abitanti della città la vivono distrattamente: sempre presi dal vivere quotidiano non ci si accorge di questi doccioni, di queste creature che guardano dall’alto. Io li ho ri-animati, li ho fatti diventare dei personaggi positivi, personaggi pop, che conoscono la città da centinaia di anni”.
I gargoyle in volo sulla basilica di San LorenzoDemoni buoni, che richiamano il tema del Daimon che per l’artista è «un tema centrale»: «È il tuo spirito profondo, il motivo per cui sei su questa Terra: quando parlo ai ragazzi dico sempre che bisogna eguire il proprio daimon, lo spirito che ha un’urgenza di esprimersi» racconta Stanga, che è architetto per formazione e da quasi vent’anni fa l’illustratore, raccontando così le città (tra le sue opere anche i volumi “I am Milan”, “I am London” e “I am New York”).
Come è stato lavorare su un’opera animata? «Serve una visione rapida, un po’ come accade nella dimensione digitale. In questo l’opera interpreta anche un po’ la rapidità di Milano. Un precedente lavoro video con Moleskine era più lento, più orientato a cogliere i particolari ma anche in questo caso consente di apprezzare i particolari. Che sono sempre stata la mia ossessione, fin da quando ero bambino e disegnavo».
Milano dinamica, tra storia e futuro
Nel video compaiono luoghi iconici (il Duomo, il Castello) e conosciuti (i grattacieli di Porta Nuova e delle Varesine, Santa Maria delle Grazie nota ai turisti per il Cenacolo) ma anche meno noti, come Santa Maria del Carmine a Brera, l’hangar Bicocca.
Ma qual è il luogo che Stanga sente più suo?
«Quando lavoravo a Milano mi piaceva molto Corso Garibaldi. Santa Maria del Carmine, la vista dal Corso verso Porta Nuova: è una strada che racconta molto di Milano, una strada che è stata pesantemente bombardata durante la guerra, porta ancora i segni della storia, le vecchie facciate e quelle più moderne arretrate. Se sai leggere la città, la città si mette a parlare con te, mostra le sue cicatrici, le sue tracce. Nello stesso c’è anche il contrasto – sempre più tipico di Milano negli ultimi anni – tra nuovo ed esistente, tra architettura storica e architettura contemporanea, la vista verso Porta Nuova racconta la dinamicità di Milano».
Popping Up è anche una riflessione sulla città, da quel punto di osservazione particolare che è Milano: europea nella proiezione al futuro, ma anche italiana nei suoi monumenti antichi.
Milano a parte, è più affascinato dalla città storica o moderna? «Mi piace capire la dialettica che si instaura nella città tra bisogno del ricordo e necessità di guardare al futuro. Mi piace vedere come viene ritrovato, riletto, rivalutato il passato negli edifici, ma mi piace anche – accanto al rispetto per l’anima antica della città – capire come è risolto il tema del rinnovamento e del miglioramento della vita degli abitanti. Mi piace ad esempio l’attenzione al verde di Berlino, alla qualità della vita, aspetti che soprattutto dopo la pandemia sono sempre più attuali e sono sempre più emergenze come vera questione da risolvere. Acqua, verde, spazio sono temi per i cittadini, i visitatori, i city users, come si dice con brutta parola. La città non va solo usata, deve essere vissuta: spesso si guarda alla sola estetica. Ma l’estetica non risolve tutto: ci vuole una attenzione alla qualità della vita, con meno traffico, più bici, car sharing, più verdi».
«Dopo aver fatto l’architetto per un certo tempo, il mio daimon mi porta a far vivere l’architettura nell’illustrazione: posso dire di aver iniziato a fare l’architetto davvero quando ho iniziato a fare l’illustratore, fin dalle prime esperienze con Repubblica. Sono riuscito così a unire altre passioni che bruciano in me: il viaggio, il disegno, l’architettura. Sono stato molto contento di questa richiesta da parte di Aeroporti di Milano perché tutto avviene all’interno di un aeroporto, il momento che inizia e prefigura un viaggio, una meta».
L’aeroporto così non è non luogo (come si dice spesso con un pizzico di banalità) ma carico di emozioni da sentire, quasi intime. L’aeroporto «come il rumore del caffè che sale nella caffettiera, che fa pregustare il sapore del caffè».
Carlo Stanga racconterà Popping Up giovedì 10 giugno a Meet, a Porta Venezia, alle ore 18.30 (qui per la registrazione)
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