Una tesi e le idee degli studenti del Politecnico per sognare un futuro per il Littorio di Caronno Pertusella
La tesi di Eleonora Ripa e i progetti degli studenti del Politecnico hanno fornito tante suggestioni e idee che potrebbero essere rese possibili grazie alla flessibilità di uno stabile che ha grandi potenzialità
Una tesi e un accordo con il Politecnico di Milano per ridare un futuro alla Casa del Fascio di Caronno Pertusella, che quest’anno compie 90 anni. È stato presentato nella sede del Comune e in streaming su YouTube il lavoro di studio di Eleonora Ripa, neo laureata con la tesi in Architettura intitolata “Il Palazzo Littorio di Caronno Pertusella a 90 anni dalla sua fondazione 1931 – 2021” e insieme alla tesi anche i contributi delle professoresse Giuliana Cardani e Fausta Fiorillo insieme all’architetto Pizzoli, che hanno coordinato i lavori, i progetti e le ispezioni degli studenti del Politecnico, che in diversi sopralluoghi hanno visto da vicino lo stabile, un lavoro che potrà essere continuato nel prossimo anno accademico grazie all’accordo tra Comune e Politecnico.
Un edificio in disuso da tanti anni, in stato di degrado, ma che ha potenzialità importanti, secondo il giudizio degli studenti e dello stesso architetto Pizzoli. Anima di questo progetto di recupero è l’assessore ai Lavori pubblici Giorgio Turconi, che ha reso possibile la convenzione con il Politecnico col corso di recupero dei beni tutelati.
Il sindaco di Caronno Pertusella Marco Giudici ha inaugurato i lavori, parlando del Littorio come di «un edificio il cui recupero significherebbe il recupero dell’intera area del centro, dove dobbiamo intervenire anche sul campo di calcio, sull’edificio di via IV Novembre e sulla scuola Collodi. Una studentessa, Eleonora Ripa, con la sua tesi ha fatto un lavoro molto importante, quindi abbiamo pensato di rendere pubblica questa giornata. Un passaggio importante», ha detto Giudici, che poi è “scappato” a celebrare un matrimonio.
L’assessore ai Lavori pubblici Giorgio Turconi ha citato Agostino Alloro, che ha reso possibile l’evento e ha presentato l’idea: «Gli studenti hanno osservato e guardato anche all’interno il Littorio, ne sono uscite cose interessanti e una collaborazione importante con il Politecnico. L’amministrazione ha avviato un piano a lungo termine per il recupero dell’edificio, partendo dal tetto e ripulendo l’area intorno per rendere apprezzabile l’edificio».
LA TESI – Eleonora Ripa, la tesista (laureata con 106/110, 6 punti guadagnati con la tesi in oggetto) ha fatto un excursus sulle Case del Fascio, ben 11 mila con diverse destinazioni costruite in varie parti del Paese, alcune di valore assoluto come la Farnesina o come quelle di Como, Bergamo, Lissone, e ha ricordato il forte legame con Milano di Caronno Pertusella (si chiamava fino al 1940 Caronno Milanese). L’incarico fu affidato nel 1929 (terminato nel 1931) ad Edmondo Cattò, collaboratore di Sommaruga che lo ispirò per esempio con la balconata liberty che si affaccia sul salone. L’architetto progettò anche il Municipio e il campo da calcio limitrofi: elaborò un progetto senza torre littoria, ma un progetto simmetrico, costruito anche grazie alla collaborazione della comunità. Mancava una ricerca storica completa sull’edificio come quella realizzata dalla studentessa neolaureata, così come un’analisi sulle ragioni che hanno portato all’abbandono attuale, che si vuole superare.
UN PO’ DI STORIA – Dopo la fine della costruzione, venne istituita una colonia elioterapica dal 1932 intitolata al fratello di Benito Mussolini, Arnaldo, poi nel 1935 venne ampliata da Giuseppe Mazzoleni che progettò le cucine e uno spazio per il dopolavoro. Dopo la guerra fu sede degli sfollati e poi del PCI, sfrattato nel 1955 per fare posto alla Caserma dei carabinieri, insediati nel 1961 con diversi lavori di adeguamento che ne cambiarono l’aspetto. Il declino cominciò con l’addio dei carabinieri una cinquantina di anni fa, poi nel 2009 l’acquistò il Comune all’asta e in seguito furono murati alcuni accessi per questioni di sicurezza.
I PROGETTI ELABORATI DAGLI STUDENTI DEL POLITECNICO – La neo dottoressa ha poi fatto un’analisi dei progetti, dei materiali, e dello stato del degrado dello stabile, che il Comune, con l’aiuto e l’accordo con il Politecnico, spera di poter finalmente recuperare per cambiare il volto di un pezzo di storia, oltre che del centro, di Caronno Pertusella.
Il lavoro dei ragazzi del laboratorio è stato presentato dalle professoresse Giuliana Cardani e Fausta Fiorillo: gli studenti hanno studiato la struttura e hanno elaborato diverse idee, basate sulle domande fatte ai cittadini tramite un questionario al quale hanno risposto circa 300 cittadini, dal quale è emersa la finalità polifunzionale del Littorio e l’esigenza di farne un centro polifunzionale per la cultura e per l’incontro. Per questo i progetti di recupero elaborati prevedono un sostanziale mantenimento della struttura esistente, con interventi il meno invasivi possibile, l’utilizzo del campo da calcio per farne una piazza alberata, dedicando l’ex dopolavoro al gruppo teatrale e riproponendo un teatro che ridia la destinazione al salone, con spazi per le associazioni e per gli eventi pubblici anche durante la settimana, una grande vetrata fronte piazza e un bar. Tutto mantenendo la storia e anche il segno del degrado di questi anni, con un restauro puntuale che esalti le bellezze presenti nello stabile.
Gli studenti hanno immaginato anche un luogo di riparazione delle biciclette e il coworking al piano superiore con ampio spazio per le associazioni. Per l’esterno, il grande spazio è stato immaginato dai ragazzi con diverse destinazioni, dal parco alla piazza, da ree di sosta e svago fino a zone di studio destinate allo sport o alla cultura, magari collegando al Parco delle Groane con una pista ciclabile e perché no con uno spazio destinato ad eventi e al mercato. Tante suggestioni e idee che potrebbero essere rese possibili grazie alla flessibilità dello stabile.
Le potenzialità sono grandi e anche la possibilità di rifunzionalizzazione che potrà ridare alla comunità un luogo costruito anche grazie all’aiuto concreto della comunità stessa all’epoca della costruzione, 90 anni fa.
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