A Varese 19,3 metri quadrati di verde urbano pro capite. La media nazionale è 33,8

Dopo la pubblicazione dei dati Istat Coldiretti lancia l’allarme: “Lombardia sotto la media italiana”, Agli antipodi della classifica regionale Lecco con 15,4 m2 di verde e Sondrio con 298,2

Il centro di Varese riapre

“In Lombardia la disponibilità pro capite di verde urbano nei capoluoghi di provincia è sotto la media italiana in un caso su due”. Coldiretti Lombardia lancia un monito dopo aver raccolto gli ultimi dati Istat in occasione dell’incontro “Il vivaismo italiano post covid-19” e della diffusione della bozza del rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) dell’Onu.

«La disponibilità pro capite di verde urbano nelle città lombarde capoluogo – precisa la Coldiretti regionale – varia da provincia a provincia. A Lecco ogni abitante ha a disposizione 15,4 metri quadrati di verde urbano, segue Milano con 17,8, Varese con 19,3, Pavia con 24,1; Bergamo con 25,4; Brescia con 26 metri quadrati per abitante; Cremona con 31,6 metri quadrati; Mantova con 40,3 metri quadrati; Monza con 58,3 metri quadrati per abitante; Lodi con 58,6; Como con 67,6. Infine, troviamo Sondrio con 298,2 metri quadrati di verde urbano pro capite».

In Italia – spiega la Coldiretti – ogni abitante dispone in città di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano con lo smog che viene amplificato dall’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono un modo rilevante alla mitigazione del clima e a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. Una situazione preoccupante anche per i grandi centri urbani – evidenzia Coldiretti – dove il verde per mitigare il clima e ammortizzare gli effetti negativi dell’inquinamento oscilla su valori che vanno solo dai 15,2 metri quadrati per abitante di Messina ai 17,1 a Roma, dai 17,8 di Milano ai 22,2 di Firenze, dai 42,4 di Venezia ai 9,2 di Bari.

Uno scenario che ha un impatto importante anche sulle temperature urbane. «Un parco di grandi dimensioni – conclude Coldiretti – può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone del centro o dove non ci sono piante o ombreggiature verdi. Oltre ad essere una barriera anti-afa, le piante combattono anche l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale secondo l’indagine “Coldiretti/Ixe’”. Bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili abbassando al tempo stesso la temperatura dell’ambiente circostante durante i periodi più caldi e afosi. Il progetto si pone l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane. Una sfida per cogliere le opportunità che può offrire un settore da primato del Made in Italy nella transizione ecologica del Paese con un ruolo nella mitigazione dei mutamenti climatici, nella tutela della salute e per la qualità della vita».

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Pubblicato il 23 Giugno 2021
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