I Costruttori agli architetti: “Ricostruire l’identità del settore delle costruzioni varesino? Noi ci siamo”
L'intervento di Massimo Colombo, Presidente ANCE Varese, agli stimoli pubblicati su Varesenews di Elena Brusa Pasquè e Gianmarco Salerno Bellotto
Egregio direttore di Varesenews,
A nome di ANCE Varese e personalmente, colgo con piacere l’opportunità di partecipare al dibattito che si è aperto con l’articolo “Dalle vocazioni territoriali a un progetto di marketing”, a firma dell’arch. Gianmarco Salerno Bellotto, e “Insubria terra di grandi costruttori: ripartiamo da qui” pubblicato dall’arch. Brusa Pasquè su VareseNews.
Tali interventi, di grande spessore culturale e professionale, pongono numerose questioni in merito alla riqualificazione territoriale di Varese e provincia, presentano osservazioni suggestive e assolutamente condivisibili e nel contempo stimolano un’ampia serie di riflessioni, sulle quali cercherò di proporre il punto di vista operativo e concreto di noi imprenditori del settore.
Gli articoli citati ci convincono ancora di più che il neonato Tavolo Permanente dell’Edilizia, a cui partecipa ANCE Varese con l’adesione convinta dei Presidenti degli Ordini e dei Collegi, possa diventare uno strumento importante per elaborare proposte condivise e concrete; l’ambizioso progetto, una volta consolidato nell’attuale assetto, potrà coinvolgere anche l’ambito universitario e le Istituzioni del territorio, perché la forza delle proposte sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà la condivisione con i tutti i soggetti interessati.
Proviamo a partire pragmaticamente da due elementi che ha sottolineato Elena Brusa Pasquè: l’insegnamento dell’arch. Cino Zucchi a “progettare su territori già costruiti con leggerezza e rispetto, sapendo scegliere con competenza ciò che va abbattuto da ciò che va conservato” e l’accento posto sul tema “vetustà del patrimonio edilizio, innovazione e qualità del costruire”.
Viviamo in un Paese insicuro, fragile, bisognoso di cure, di nuove energie; la messa in sicurezza del Paese è per ora solo una buona intenzione: siamo abituati ad intervenire “ a guasto ”, mentre l’analisi costi/benefici ci dice che ogni euro impiegato in manutenzione e prevenzione fa risparmiare oltre 4 euro di spese per l’emergenza, la ricostruzione e il risarcimento dei danni, tacendo dell’inaccettabile e assurdo tributo di vite umane che spesso comporta.
Un esempio: stiamo cercando, come Tavolo Permanente dell’Edilizia, di combattere un errore concettuale, strategico e normativo: la riqualificazione e l’efficientamento energetici degli edifici non sono di fatto abbinabili alla riqualificazione strutturale, anche solo per opere mirate di rinforzo, per tutti quegli edifici ricadenti in zona a bassa sismicità (zone 4) come la nostra Provincia, perché esclusi dall’applicazione del sismabonus, e quindi a totale carico del proprietario; tale scelta appare ancor più incomprensibile anche considerando che da alcuni anni si utilizzano calcestruzzi strutturali a “durabilità e classi di esposizione”, avendo quindi acclarato normativamente, come se ce ne fosse necessità, che le opere edilizie hanno una vita media stimata, neppure troppo lunga, non sono comunque certo eterne.
Ringrazio Elena Brusa Pasquè perché il ricco e documentato articolo ” Insubria terra di grandi costruttori” riconduce storicamente alla nostra provincia il lavoro dei costruttori come elemento di identità profonda, riconosce l’importanza di questo lavoro, che caratterizza l’ambiente in cui viviamo, mostrando il suo frutto ovunque si volga lo sguardo, e sprona a continuarlo con passione e vigore rinnovati.
Ricordo che Ance Varese compie quest’anno 76 anni e che per tutto il tempo della sua attività ha operato per valorizzare e tutelare nella nostra provincia le imprese strutturate, dotate di capacità organizzative, patrimoniali e finanziarie e in grado di assicurare un elevato livello qualitativo dei prodotti realizzati.
Un paio di anni fa, in un incontro con l’omologa Associazione Costruttori ticinese, il suo direttore alla domanda su quale fosse da loro l’idea collettiva della figura del costruttore, aveva risposto, sorprendendoci un po’: Una volta c’erano il prete, il comandante della polizia, il sindaco e poi “ l’impresario”, oggi non è più proprio così, comunque questo è considerato ancora un ruolo di grande importanza dal punto di vista sociale.
Noi invece, dai tempi di “tangentopoli” in poi, abbiamo assistito alla demonizzazione sistematica del settore edilizio, con comportamenti politico-legislativi vessatori che hanno ottenuto il risultato di impoverire gravemente il comparto, tanto più nella parte più sana del sistema.
Per noi costruttori, ma penso e spero per tutti gli attori legati all’edilizia, sarebbe un sogno poter tornare ad essere un territorio vocato all’arte del costruire, come lo siamo stati in un passato lontano, ma anche in quello recente; serve però necessariamente investire nella formazione delle nuove leve, far crescere interesse e passione per il nostro lavoro. Veniamo da anni di manodopera straniera non qualificata, che ha di fatto svilito il lavoro svolto e minato la credibilità conquistata in tanti anni di duro e appassionato lavoro dei nostri padri, svalutando complessivamente il comparto edile e le figure professionali ad esso correlate, mentre queste andrebbero rivalutate, offrendo un’adeguata formazione e creando opportunità di lavoro certe e durature.
Il “modo” di costruire negli ultimi anni ha già subito un cambiamento radicale con una svolta sempre più “green”, come viene chiesto soprattutto dai giovani, e questa è una sfida da vincere nel futuro prossimo, sviluppando sempre più moderne tecnologie mirate alla sostenibilità ambientale. Ormai è evidente che tutte le scelte politiche ed economiche, anche nel nostro Paese, discendono dall’Ambiente e infatti il Presidente Draghi sta rivoluzionando con Roberto Cingolani il Ministero di competenza ecologica.
I fondi del PNRR rappresentano un’opportunità quasi sicuramente unica e irripetibile, da cogliere tutti insieme, per ripensare il territorio, ridisegnarne la fisionomia, nel rispetto dell’esistente, e consegnarlo alle cure delle generazioni future.
Parafrasando Leonardo Sciascia, noi siamo quello che “costruiamo”.
Ci sono ulteriori temi importanti e stimolanti quali: l’impresa 5.0, la digitalizzazione, la semplificazione, quella vera, gli strumenti operativi…. che potremmo affrontare in seguito se si instaurerà un ping-pong virtuoso.
Consentitemi di ringraziare gli amici colleghi di Ance Varese Nicola Bianchi, Riccardo Bombelli e Filippo Tabano che hanno contribuito alla redazione di questo articolo e in particolare il Direttore di Varese News per l’attenzione che ha dimostrato nel concederci questo spazio, sperando che ci vorrà ospitare ancora in futuro.
Rilancio la palla a chi vorrà prenderla…al volo, grazie
ing. Massimo Colombo
Presidente ANCE Varese
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