Dietro allo speronamento in Valganna la caccia silenziosa ai “frontalieri della coca“

L’epilogo di un’operazione antidroga dove due poliziotti hanno rischiato la vita. Cittadini preoccupati: sulla panchina travolta pochi minuti prima era seduta una famiglia

Generica 2020

Ha festeggiato il giorno del suo ventinovesimo anno di vita entrando nel pronto soccorso dell’ospedale di Cittiglio con le manette ai polsi e sulla barella di un’ambulanza, scortato dagli agenti della polizia di frontiera di Luino.

Operazione anti-spaccio finisce con uno speronamento alla Badia di Ganna, due arresti

È l’albanese in Italia con visto turistico che secondo gli investigatori assieme al complice connazionale è uno dei “frontalieri“ dello spaccio a domicilio tra Valganna e Valmarchirolo, zona a nord del capoluogo punteggiata di paesini e già flagellata dallo smercio di coca ed eroina da fumare nei boschi.

Una valle divenuta ora frontiera di un altro fenomeno, quello dello smercio di cocaina itinerante: auto utilitaria per non destare sospetti, velocità nei limiti ma occhio ben aperto per cogliere il minimo movimento, o la macchia che stona col contesto come una faccia che non torna.

Proprio come quella dei due agenti della polizia di Luino in borghese che una volta verificato il passaggio delle palline di coca hanno deciso di fermare la Punto grigia entrata nella via Rossi, la strada che costeggia il fiume Margorabbia, sulla destra, in direzione badia di Ganna. Sono da poco passate le 16.30 di giovedì primo luglio.

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La Punto blu dei poliziotti coglie l’attimo ed entra nella via in senso inverso proprio mentre dietro l’auto dei pusher per puro caso si posiziona un terzo veicolo: in trappola, e con l’utilitaria degli agenti sotto sterzo a sinistra, la Punto dei sospettati tenta il tutto per tutto e “sale“ con la ruota su quella dei poliziotti spezzando il mozzo (foto sopra), tentando di travolgere uno dei due agenti nel frattempo sceso, andando però a spazzare via due panchine e il parapetto del lungofiume.

I poliziotti scendono armi in pugno e un anziano presente nei paraggi avverte un colpo (è invece lo sbattere delle portiere): «Si stanno sparando» , dice al 112, fatto mai accaduto e smentito subito dalle forze dell’ordine. A terra rimangono i due malviventi, uno dei quali, il festeggiato, risulta essere un habituè della fuga: qualche anno fa aveva già tentato di scappare schiantandosi in auto da solo; la polizia li sorveglia da vicino, gli agenti stanno appresso ai soccorritori del 118 che posizionano entrambi i feriti sulle tavole spinali per trasportarli al pronto soccorso: nello scontro solo qualche contusione, come quella patita dagli agenti che hanno un referto di tre giorni.

Poteva andare peggio sia per chi è intervenuto rischiando di venire travolto, sia per i «civili»: pochi minuti prima che la Punto grigia uscisse di strada, sulla panchina polverizzata erano seduti mamma, papà con un figlio e un altro nel passeggino che stavano godendosi un po’ di ombra in un angolo di paradiso, di fianco alle sorgenti del Margorabbia con la Badia di Ganna a guardia dello scorcio.

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Poco dopo i fatti sul posto è arrivata la sindaca di Valganna Bruna Jardini fortemente preoccupata per i traffici di droga della zona, non più solo un vizio di pochi, ma un problema serio che le forze dell’ordine stanno cercando di arginare nei boschi e ora anche attraverso i servizi di osservazione per questa nuova modalità di spaccio.

Difatti la prima premura dei due sospettati dopo essere usciti di strada e di aver quasi ammazzato un poliziotto è stata quella di lanciare nel fiume un involucro contenente qualche grammo di cocaina oltre al cellulare: tutto recuperato dai vigili del fuoco e già in mano alla polizia.

Perché “frontalieri dello spaccio“? Perché questi soggetti sono di solito in possesso di un visto a 90 giorni emesso dalle autorità italiana che consente l’ingresso da paesi extra Ue per un periodo appunto temporaneo, per fini turistici, ma a volte sfruttato per operare in traffici illeciti sul territorio sperando di sfuggire a controlli di polizia, o denunce, così da guadagnare quanto possibile per poi sparire e tornare nel paese di residenza.

Proprio come probabilmente volevano fare i due sospettati arrestati nel pomeriggio di giovedì in flagranza di reato: gli è andata male poiché al vaglio della Procura di Varese oltre allo spaccio c’è l’ipotesi del tentato omicidio e non è detto che le indagini dei magistrati varesini non scoprano a questo punto un panorama più ampio di quello romantico dei laghetti della Valganna, legato alla fitta rete di spaccio attorno al capoluogo.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Luglio 2021
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