La civiltà delle palafitte. L’Isolino Virginia e i laghi varesini tra il 5600 e il 900 a.C.

A Villa Mirabello dal 29 luglio al via la mostra sul sito palafitticolo più antico dell’arco alpino. Biglietto unico per promuovere le due grandi mostre dei Musei Civici di Varese

La civiltà delle palafitte. L’Isolino Virginia e i laghi varesini tra il 5600 e il 900 a.C.

Il Comune di Varese, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, presenta “La civiltà delle palafitte | L’Isolino Virginia e i laghi varesini tra il 5600 e il 900 a.C.”, un grande progetto espositivo che verrà aperto al pubblico al Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello, Musei Civici di Varese per più di 1 anno, dal 29 luglio 2021 al 4 settembre 2022. La mostra intende illustrare le più recenti conoscenze acquisite in ambito palafitticolo ed esporre i risultati delle ricerche condotte da fine Ottocento ad oggi negli insediamenti del territorio varesino.

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All’Isolino Virginia lo spettacolo dei fiori di loto 4 di 20

La mostra è concomitante con “Giappone: disegno e design”, in corso al Museo d’Arte Moderna del Castello di Masnago fino 11 settembre 2022: per favorire i visitatori e promuovere al meglio le due mostre, rilanciando così la cultura varesina, sono previste tariffe cumulative d’ingresso per le due sedi dei Musei Civici di Varese. Ci sarà infatti la possibilità di acquistare un biglietto unico per le due esposizioni, con tariffa intera a 5 euro e tariffa ridotta a 3 euro.

Il Comune di Varese, proprietario dell’Isolino Virginia, il più antico sito palafitticolo dell’arco alpino, celebra con questa mostra il decimo anniversario del sito seriale transnazionale UNESCO “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”, presentando al pubblico i risultati delle ricerche condotte fino ad oggi nei più importanti insediamenti su palafitta presenti sul territorio: l’Isolino Virginia e Bodio Centrale nel lago di Varese e il Sabbione nel lago di Monate. Saranno esposti, tra gli altri, reperti conservati nel deposito del museo e nel deposito della Soprintendenza; sarà inoltre presentato al pubblico per la prima volta, dopo il restauro, l’elmo del “ripostiglio della Malpensa”, che entrerà a far parte delle collezioni del museo grazie al deposito concesso dalla Soprintendenza.

Proiezioni, schermi interattivi e ricostruzioni di interni di abitazioni e di un aratro dell’età del Bronzo permetteranno ai visitatori di “sentirsi parte” del mondo dei nostri progenitori. Curata dalla dottoressa Barbara Cermesoni e dalla dottoressa Daniela Locatelli, la mostra nasce dalla collaborazione tra Comune di Varese e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lombardia e della Camera di Commercio di Varese.

«La mostra nasce con l’intento di valorizzare il patrimonio storico e culturale che caratterizza il nostro territorio – dichiara il sindaco Davide Galimberti – Varese punta in tal modo al rilancio economico e sociale anche attraverso il rilancio della cultura, che parte dal presupposto di rendere le ricchezze storiche e artistico una reale risorsa, una ragione di crescita, promuovendo l’immagine della nostra città come meta del turismo di prossimità, creando legami con scuole e università per lo sviluppo della didattica museale e della ricerca scientifica».

Il percorso espositivo

La mostra si articola in sette sezioni: la prima sezione, intitolata Un ambiente in continua trasformazione, consiste in una sala immersiva che illustrerà ai visitatori le variazioni che hanno caratterizzato l’ambiente dal Neolitico all’età del Bronzo: variazioni dovute alle naturali modificazioni del clima ma anche all’azione dell’uomo che con la pratica dell’agricoltura cominciò a incidere sull’ambiente in modo sempre più evidente. La seconda sezione In mezzo al lago si innalzano piattaforme di legno fissate sopra lunghi pali (Erodoto, Storie, V, 16) fornirà un inquadramento cronologico del fenomeno delle palafitte, racconterà come la ricostruzione di questo tipo di edifici sia cambiata dall’Ottocento a oggi e quali siano i metodi più utilizzati per effettuare le datazioni. La terza sezione Molte reliquie si scopersero di quelle genti che prime abitarono questa nostra terra (Camillo Marinoni, Le abitazioni lacustri e gli avanzi di umana industria in Lombardia) renderà chiaro al visitatore quali fossero i modelli costruttivi delle palafitte, quali siano i ritrovamenti che aiutano l’archeologo in questa ricostruzione (pali e tavole in legno, resti di intonaco in argilla con le tracce delle pareti costruite con le canne, resti dei focolari) e quali fossero gli strumenti che hanno permesso all’uomo la realizzazione delle abitazioni. Tra questi riveste una particolare importanza l’ascia: realizzata dapprima in pietra verde, poi in rame e infine in bronzo, è lo strumento che ha permesso all’uomo il taglio delle piante e la lavorazione del legno. Altri reperti racconteranno la vita quotidiana nelle palafitte del territorio varesino. La quarta sezione Il sito seriale UNESCO “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” presenta i siti palafitticoli italiani che sono stati inclusi nel sito seriale UNESCO. Attraverso una lavagna interattiva il visitatore potrà selezionare i siti e avere su di essi le informazioni principali corredate di immagini e filmati. Un invito alla conoscenza e alla visita di un patrimonio culturale importantissimo. Nella quinta sezione, intitolata Guarda, i giovenchi riportano gli aratri sospesi al giogo (Virgilio, Ecloga II, v. 66), al centro della quale sarà posta la ricostruzione di un aratro dell’età del Bronzo (strumento simbolo di un’agricoltura che permette all’uomo di ottenere buona parte del suo sostentamento dalla terra) e verranno illustrate le attività di sussistenza delle comunità che hanno vissuto nel territorio varesino. La sala 6 permetterà al visitatore di entrare in un villaggio dell’età del Bronzo, osservando le abitazioni degli uomini dell’epoca, la zona esterna al villaggio in cui veniva effettuata la fusione dei metalli e un’area sulla riva del lago dove è stata offerta una spada ad una divinità delle acque. Il percorso della mostra terminerà nella sala 7 dove sarà esposto il “ripostiglio della Malpensa”: un insieme di materiali in bronzo fra loro eterogenei (schinieri, punte di lancia, falcetti, asce, elementi di ornamento) rinvenuto a Somma Lombardo. Deposito di un artigiano fonditore oppure offerta alle divinità, costituisce uno dei complessi più significativi dell’Italia settentrionale e comprende anche un elmo, conservato fino ad ora presso la Soprintendenza e recentemente restaurato. Il visitatore potrà così ammirare per la prima volta il “ripostiglio” nella sua completezza. Datato all’età del Bronzo Finale, il “ripostiglio della Malpensa” appartiene ad un mondo che non è già più quello delle palafitte ma preannuncia per molti aspetti la nascita di un nuovo mondo: quello della cultura celtica di Golasecca.

Informazioni utili

La mostra sarà aperta da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00. Visite guidate per scuole e gruppi su prenotazione con Archeologistics, da contattare ai seguenti recapiti: telefono +39 328.8377206; mail: info@archeologistics.it. Per informazioni: Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello, telefono 0332 255485, sito web: www.museivarese.it.

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Pubblicato il 20 Luglio 2021
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