Manifattura e bellezza naturale: l’accoppiata vincente nel futuro di Varese

Cesare Chiericati e Antonio Martina ospiti del Rotary Club Varese hanno presentato "Varese 2051" ovvero come sarà Varese fra 30 anni

Generica 2020

«Provate ad affacciarvi a una di queste finestre e guardate che straordinaria bellezza naturale si presenta ai vostri occhi». L’invito di Cesare Chiericati era rivolto ai soci del Rotary Club Varese che ha ospitato, nello splendido scenario del chiostro quattrocentesco del Golf Club di Luvinate, la presentazione del libro “Varese 2051” (Franco Angeli), scritto dal giornalista varesino con il manager Antonio Martina.
La bellezza naturale della provincia di Varese e la sua collocazione geografica, secondo Chiericati, sono due punti imprescindibili se si vuole affrontare il destino di questo territorio, pur essendo inserito in un contesto economico globalizzato e in continuo cambiamento. (nella foto, da destra: Cesare Chiericati, Roberto Puricelli, presidente del Rotary Club Varese, Antonio Martina)

AFFRONTARE L’EMERGENZA È SOPRATTUTTO UNA QUESTIONE DI METODO


Spesso le emergenze, come è accaduto durante la pandemia, vengono affrontate in modo emotivo, senza ordine e priorità. Antonio Martina ha utilizzato il famoso caso del mancato sbarco sulla Luna dell’Apollo 13 per indicare alcuni passaggi fondamentali nelle situazioni impreviste. «Il capo del programma – ha spiegato il manager – portò in salvo l’intero equipaggio perché chiamò a lavorare sull’emergenza chi aveva le competenze tecniche, ovvero tutte le persone che avevano progettato ogni particolare di quella missione. Il team aveva una strategia precisa: improvvisare una nuova missione, dovendo però risolvere una serie di problemi collegati al guasto tecnico che aveva impedito l’allunaggio alla navicella spaziale».
L’operatività nell’emergenza, l’innovazione e la creatività, la velocità di esecuzione e la correzione di rotta permisero agli astronauti dell’Apollo 13 di tornare sani e salvi a casa.

NON GUARDARE SOLO IN DIREZIONE DI MILANO

Se la provincia di Varese vuole sbarcare nel futuro senza troppi traumi, dovrà tener conto di alcune sue caratteristiche. Chiericati e Martina hanno individuato alcuni punti cardine che contraddistinguono il territorio, il suo «policentrismo», per esempio. Guardare solo a Milano è un errore. Bisogna considerare anche «Como, il Verbano-Cusio Ossola e il Sottoceneri svizzero dove ci sono opportunità di lavoro e di fare business».
Una collocazione che non deve tener solo conto dell’asse nord-sud per lo sviluppo commerciale ma anche di quello trasversale est-ovest che «consentirebbe di recuperare al mondo delle Prealpi la sua unità ambientale, culturale e di ottimizzare le relazioni economiche».
«C’è inoltre una ritrovata centralità ferroviaria – ha sottolineato Chiericati –  grazie alla costruzione della tratta Arcisate- Stabio che permette alla nostra provincia di raccordarsi con il Canton Ticino a cui si aggiunge l’entrata in funzione dell’ Alp-Transit, la nuova ferrovia transalpina, che rappresenta un’occasione notevole per tutto il nord-ovest lombardo».

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Antonio Martina

BELLEZZA, AMBIENTE E CONOSCENZA

Varese ha un capitale ambientale unico, con 26 ville tutelate dalla legge nazionale sui Parchi e altre 120 ville tutelate dal Pgt. Indro Montanelli nel 1965 scriveva che «avere una villa da queste parti è insieme un delizioso rifugio ed una invidiabile situazione, il segno di raggiunto benessere, l’emblema del fido in banca, come il palco alla Scala».
Il territorio può inoltre contare su un polo della conoscenza costituito da cinque atenei: l’università Liuc a Castellanza, l’università dell’Insubria a Varese e Como, l’Usi a Lugano e l’accademia di architettura a Mendrisio. A cui si aggiunge anche il Jrc, il centro di ricerca europeo di Ispra. 
 Il territorio di Varese, considerato satellite dell’area metropolitana milanese, può dunque ritrovare una nuova centralità nella Regio Insubrica.

IL MANIFATTURIERO E LA CORREZIONE DI ROTTA VERSO IL GREEN

Tra le tante vocazioni annunciate, il territorio si conferma da due secoli una fucina di imprenditorialità diffusa con un sistema manifatturiero in grado di competere sui mercati internazionali. In provincia di Varese ci sono in media sette imprese manifatturiere per chilometro quadrato, circa il doppio rispetto alla media lombarda e quasi cinque volte di più rispetto a quella italiana.
Un insieme di imprese in grado di generare un terzo della ricchezza prodotta sul territorio che pongono la provincia di Varese al settimo posto tra quelle a più elevato tenore di vita in Italia e la sesta per ricchezza e consumi.
La “correzione di rotta” verso il green e più in generale verso la sostenibilità trova terreno fertile in un sistema di imprese che incarna questi concetti in pratiche utilizzate da generazioni, quindi ben prima della svolta impressa da Bruxelles e dal cambio culturale accelerato dalla pandemia. Alcune storiche aziende del Varesotto hanno messo in atto processi di riciclo ed economia circolare quando ancora questi concetti non erano stati teorizzati.
La svolta green sarà dunque meno complicata che in altri territori perché per molti imprenditori il concetto di ambiente, quale bene comune, ha radici salde e profonde.

Gli imprenditori attenti sanno che la sostenibilità fa bene, all’ambiente e al bilancio

“Varese 2051”, come sarà Varese fra trent’anni

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Pubblicato il 04 Luglio 2021
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