Settecentomila euro di danni a Gavirate che chiede lo stato di calamità naturale

Il Sindaco Alberio spiega a che punto sono le opere di messa in sicurezza del territorio mentre resta da chiarire l'esatta dimensione del movimento franoso

Circa 700.000 euro di danni a cui aggiungere i danneggiamenti subiti dai privati per un totale di circa un milione di euro. Il Comune di Gavirate ha chiesto lo stato di calamità naturale all’indomani della nuova ondata di maltempo che ha investito la zona mandando sott’acqua numerose abitazioni. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di un aiuto economico a chi è stato travolto dalla nuova ondata di fango e detriti a valle di Ca’ de Monti. 

A oltre un anno di distanza, Gavirate deve fare i conti con una montagna fragile. La popolazione colpita chiede spiegazioni: dopo quasi 14 mesi dall’alluvione del 7 giugno 2020, poco o nulla sembra essere stato fatto per difendere le case a valle.

«La responsabilità degli amministratori era oggettiva già un anno fa – dice polemicamente Giacomo Grassi che ha visto la sua casa andare sott’acqua per la seconda volta – Ad oltre un anno di distanza, nulla è stato fatto. Le criticità idrogeologiche da tempo evidenti nel Piano Generale Territoriale del Comune (tra le quali un frana “attiva” a ridosso di un torrente) – chiare concause delle due alluvioni – rimangono intatte. Lo scorso dicembre, rispondendo ad un nostro appello su questo giornale che chiedeva più attenzione sul dissesto idrogeologico (https://www.varesenews.it/2020/12/gavirate-merita-piu-attenzione-sul-dissesto-idrogeologico/1281519/), la Sindaca dichiarava che l’amministrazione aveva reperito i fondi per intervenire prima dell’arrivo della primavera (la stagione più a rischio) aggiungendo che “gli interventi identificati verranno presentati alla popolazione” (https://www.varesenews.it/2020/12/gavirate-studia-lavori-mettere-sicurezza-territorio-della-primavera/1286056/). La primavera è passata, nessun incontro, nessun intervento. Ma nuova alluvione.
Vista l’allerta meteo, e le criticità rimaste intatte, nelle attuali circostanze ci saremmo almeno aspettati qualche azione di prevenzione. Ad esempio, monitorare il torrente in questione, e, magari, distribuire sacchetti di sabbia alle famiglie più a rischio».

Il sindaco Silvana Alberio non si sottrae alla critiche ma spiega: « Comprendo la frustrazione di chi ha subito nuovi danni. Purtroppo solo a fine febbraio abbiamo ricevuto il contributo statale per le opere di messa in sicurezza. Contributo subordinato a una nostra comunicazione  di accettazione e gara per affidamento a un progettista, atti che abbiamo regolarmente fatto a fine marzo. Domani scadranno i termini per l’affidamento dell’incarico al progettista che inizierà l’intervento. Nelle more dei tempi burocratici, l’ufficio tecnico del comune ha già fatto dei rilievi con il drone per velocizzare la realizzazione delle opere necessarie».

Il contributo per sistemare l’area di Ca’ de Monti è di circa 400.000 euro. Meno onerose le opere di sistemazione del quartiere di Armino dove sono già partiti i lavori con costi anticipati dall’amministrazione: « I tempi burocratici sono lunghi e, sicuramente, poco adeguati per situazioni di emergenza come questa. Avessi il potere di accorciare l’iter lo farei. Da domani, però, gli interventi potranno ufficialmente partire».

Resta ancora da definire il danno reale subito dalla montagna: il movimento franoso è continuo e riguarda fette importanti di territorio. Porzioni nuove di terreno che si muovono. I lavori di messa in sicurezza sono sempre più urgenti . 

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Pubblicato il 29 Luglio 2021
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