Metamorfosi urbana: ecco tutte le mutazioni del Politeama, in attesa del “quarto atto”

La 27esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi ripercorre, in attesa del prossimo cambiamento, le "tappe architettoniche" del teatro Politeama

Metamorfosi urbana: le mutazioni del Politeama in attesa del quarto atto

Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta,  ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata

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Metamorfosi urbana, ventisettesima puntata:  le mutazioni del Politeama in attesa del quarto atto

L’accordo tra la Fondazione Molina, proprietaria in virtù della donazione Caravatti, e il Comune sul “riuso” civico del Politeama ci auguriamo che possa ridare alla città quel teatro stabile, nel senso di non provvisorio, che Varese  attende dalla demolizione del Sociale nel 1953. In attesa di vedere l’aspetto del Politeama del terzo millennio (entro il prossimo 8 settembre dovranno essere depositate le domande di partecipazione al bando del Comune), ripercorriamo la storia dell’edificio e le modifiche, anche strutturali,  apportate nei suoi 129 anni di storia, oltre che i numerosi cambiamenti della “destinazione d’uso”. Quando fu inaugurato, la notte di San Silvestro tra il 1892 e il 1893, il Politeama era caratterizzato dalla cupola circolare che lo rendeva simile allo storico teatro di Palermo.

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La costruzione fu finanziata  con i fondi raccolti dalla filarmonica Ranscett e la sala, come si desume dal nome (politeama deriva dal greco e significa teatro destinato a spettacoli di vario genere)  era adibita a luogo di concerti, feste da ballo e spettacoli circensi e solo in parte alla proiezione di pellicole cinematografiche. L’utilizzo della sala per gli scopi originari andò via via riducendosi già nel corso dei primi anni del Novecento e la destinazione del Politeama alla funzione di cinematografo  perse importanza per l’apertura di altre sale nel centro di Varese come il Centrale e l’Excelsior al servizio dell’Hotel Italia, nell’attuale via Bagaini e, nella stessa strada, il Vittoria, aperto nel 1917, e il Lyceum, inaugurato nel 1922. 

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Il 20 ottobre del 1923, davanti al Politeama, nella piazza intitolata al XX Settembre, il re Vittorio Emanuele III inaugurò il monumento ai Caduti dello scultore viggiutese Enrico Butti, poi trasferito, nel 1940, nell’odierna piazza Repubblica allora consacrata all’effimero Impero.  Il Politeama continuò a essere impiegato in occasione di eventi come il Carnevale Varesino ma, requisito dal Genio Civile, fu destinato a magazzino militare.  L’immobile fu utilizzato anche come deposito della ferramenta Bianchi  e Zerboni, come negozio di calzature col marchio Cima dalla famiglia Ferrari e, da ultimo, come  autorimessa della ditta Sepral. Solo dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1946, il nuovo proprietario Armando Caravatti  ne promosse la ristrutturazione per  ricavare un cinema teatro, che  fu inaugurato la sera del Sabato Santo del 1949 con la “Tosca” di Puccini, cui  seguì una breve rassegna di opere liriche. L’aspetto del Politeama rimase immutato fino al 14 marzo del 1966, quando un incendio distrusse completamente la sala interna e la copertura a cupola. La proprietà affidò la ricostruzione all’architetto milanese Alziro Bregonzio. 

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Un primo progetto, che prevedeva la completa demolizione dell’edificio storico e la realizzazione di una sala cinematografica interrata della capienza di 800 posti, negozi al piano terreno, un ufficio al primo piano e  un magazzino, fu respinto dal Comune di Varese, che approvò invece un secondo progetto dello stesso architetto.  In ottemperanza alle condizioni poste dall’Amministrazione, che imponevano il riuso delle strutture preesistenti scampate all’incendio, l’architetto Bregonzio  ampliò al massimo  la capienza complessiva con l’estensione della galleria sopra l’atrio d’ingresso. Con l’eliminazione del palcoscenico con l’annesso “golfo mistico” (la fossa d’orchestra), del boccascena, dei camerini e degli altri locali accessori, la sala perse  la possibilità d’impiego per la musica lirica, considerata non remunerativa. Il rinato Politeama fu inaugurato il 14 novembre del 1969 e restò attivo fino  al 2008 rimanendo, fino all’inaugurazione del teatro Apollonio di piazza Repubblica,  la sede privilegiata per eventi diversi dal cinema come rappresentazioni teatrali, incontri pubblici o manifestazioni politiche. Il prossimo spettacolo? E’ previsto per  il 2025, al termine dei lavori di ristrutturazione che dovrebbero cominciare tra il 2022 e il 2023.

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Pubblicato il 23 Agosto 2021
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