Rapina di Olgiate Olona, emerge un quarto uomo: “È stato lui a convincerci dopo una notte di sballo”

Gli investigatori sono sulle tracce di un sudamericano che avrebbe passato la notte con i tre arrestati dopo la rapina in un supermercato. Gli arrestati, intanto, andranno ai domiciliari

tribunale di busto arsizio

I tre giovani protagonisti della rapina di martedì scorso all’Eurospin di Olgiate Olona sono stati messi agli arresti domiciliari ma le indagini proseguono per risalire al quarto componente del gruppo, sfuggito alla cattura nei concitati frangenti dell’inseguimento con arresto.

Dopo la rapina vanno a comprare droga, così sono stati arrestati i rapinatori di Olgiate Olona

Il giudice per la indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, Stefano Colombo, ha scelto una misura cautelare meno afflittiva per i tre che hanno età comprese tra i 20 e i 25 anni (due risiedono a Rescaldina e uno a Gorla Maggiore) e che risultavano del tutto incensurati.

Dagli interrogatori eseguiti ieri mattina (due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e solo uno ha fornito qualche elemento) è emerso che la decisione di rapinare un supermercato sia maturata dopo una notte a base di alcol e droga in un parco di Legnano, insieme ad un soggetto sudamericano di cui l’unico che ha risposto non ha saputo fornire le generalità.

Secondo quanto ricostruito dal giovane si tratterebbe di un sudamericano che li avrebbe incoraggiati a commettere il reato a cui egli stesso ha partecipato e del quale si sarebbe anche definito esperto.

La modalità con cui si è svolta la rapina, in effetti, farebbe pensare ad un gesto non proprio ragionato, essendo avvenuta al mattino e per l’improvvisazione mostrata nelle varie fasi, compreso il momento dell’arresto quando i quattro hanno opposto resistenza puntando un coltello contro gli agenti che, però, sono riusciti ad immobilizzarne tre su quattro senza colpo ferire.

Il giudice ha tenuto, dunque, in considerazione diversi elementi, compreso il fatto che i tre non provengono da famiglie disagiate e tutti hanno un’occupazione. Ultimo ma non ultimo il fatto che tenerli in carcere li avrebbe esposti ad un ambiente che avrebbe potuto facilmente travolgerli, vista la facilità con cui si sono fatti coinvolgere in un reato che – come pena minima al netto di patteggiamenti e attenuanti – potrebbe costargli una condanna non inferiore a 4 anni.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Agosto 2021
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