Il sindaco Passera: “Perchè dite no all’arrivo degli afghani? La nostra accoglienza di rifugiati a Maccagno era andata bene”

Il sindaco di Maccagno, Fabio Passera, ribadisce la disponibilità ad accogliere i profughi afghani e ricorda: "Quando accogliemmo dei giovani nigeriani tutto andò bene, lavoravano e ci fu integrazione. Perchè non replicare?"

fabio passera

«Non si tratta di una battaglia ideologica, nè tantomeno politica. Non è corretto sminuire la portata di questo momento in diatribe fra partiti: c’è un’emergenza umanitaria ed è importante agire».

A parlare è il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, Fabio Passera: a seguito della sua presa di posizione sulla questione afghana – sua e di altri Primi cittadini della provincia – e delle polemiche scaturite subito dopo, tiene a tenere ben saldo l’obiettivo di questo impegno.

L’amministrazione comunale di Varese: “Siamo disponibili ad accogliere profughi afghani”

«Io e altri sindaci ci siamo detti disponibili ad accogliere i profughi e subito nell’opinione pubblica si è scatenato il putiferio, borbottii e attacchi di chi non è d’accordo, ma ciò che sta avvenendo è sotto gli occhi di tutti, non è possibile ignorarlo».

Passera parte dalla recente esperienza fatta dal comune da lui amministrato per sensibilizzare sulla possibilità che una buona integrazione sia fattibile: «Noi ci siamo passati e, per diversi anni, la nostra comunità ha accolto alcuni ragazzi nigeriani. E’ stata un’esperienza che si è dimostrata positiva ed è proprio a partire da quanto vissuto con loro, che giunge ora il mio “Sì” ad una possibile nuova accoglienza di profughi».

Il sindaco torna con il pensiero a quell’estate del 2015: «Iniziò tutto con una telefonata del Prefetto: a causa dell’arrivo di un copioso numero di profughi, chiese la disponibilità ad accogliere alcuni ragazzi provenienti dalla Nigeria. Mi consultai con il mio gruppo e, con la loro approvazione, accettai di dare avvio a questa esperienza. Fu necessario trovare un luogo che potesse ospitarli e, dopo un’iniziale utilizzo dei locali in mano al gruppo Scout, la scelta cadde sull’ex canonica di Maccagno, che il comune aveva acquisito dalla Parrocchia ed erano al momento vuoti. Arrivarono nove giovani nigeriani».

Al fianco del Comune, l’apporto fondamentale della cooperativa sociale Agrisol: «Furono loro a coordinare tutto il progetto, noi concedemmo in comodato gratuito gli spazi dell’ex canonica e ci accordammo su alcuni – importanti – punti che avrebbero dovuto essere rispettati – tiene a evidenziare il Primo cittadino – I ragazzi avrebbero dovuto seguire dei corsi di italiano e impegnarsi in attività lavorative. E così avvenne».

Passera non nasconde un sorriso compiaciuto nel ricordare una scena a cui, durante gli anni dell’accoglienza dei profughi a Maccagno, era solito assistere: «Era davvero bello, al mattino, vederli partire in bicicletta dal comune e raggiungere i posti di lavoro. Alcuni di loro avevano trovato impiego in ristoranti della zona, altri si occupavano della manutenzione delle strade e un giovane era diventato l’aiutante del bidello della scuola elementare, trasformandosi nella mascotte dell’istituto, apprezzato da adulti e bambini».

La disapprovazione, nonostante tutto ciò, non mancava, ammette il sindaco, che racconta: «Non ricevemmo attacchi espliciti, ma era innegabile la presenza di un continuo “cicaleggio” per le strade di Maccagno. Alcuni borbottavano, disapprovando la presenza dei ragazzi, ma noi siamo sempre andati avanti per la nostra strada. Certo, qualora si fossero viste immagini di profughi impegnati a bighellonare, non facendo nulla di utile per la comunità, sarebbe stato differente, ma il nostro progetto di accoglienza, grazie alla cooperativa Agrisol, ha permesso loro di integrarsi e farsi ben volere. Anche don Franco – ricorda Passera – ci ha molto aiutati dal pulpito della chiesa, invitando i cittadini ad avvicinarsi a questi giovani e a conoscerli. Un contributo importante».

Forte di questa esperienza, il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca è pronto a replicare: «L’accoglienza di questi giovani è terminata la scorsa primavera e i locali dell’ex canonica sono tornati vuoti. Dinanzi alle immagini che giungono dall’Afghanistan, perchè non pensare di aiutarli? Noi abbiamo dato la nostra disponibilità, rispondendo ad ANCI Lombardia, ma ora attendiamo di capire quali saranno le linee guida del G20 e del Governo su questo tema, così da poterci organizzare».

Profughi Afghani

L’accoglienza e l’integrazione sono dunque possibili? Dalle rive del lago Maggiore, sembra dunque giungere una risposta affermativa e anche una ricetta affinchè l’esperienza si riveli costruttiva: «Occorrono degli spazi che possano ospitare i rifugiati, un valido operatore del Terzo settore come partner e un progetto che permetta a chi arriva di sentirsi utile e a chi ospita di ricevere aiuto in cambio. E poi, soprattutto, occorre la voglia di tendere la mano a chi è in difficoltà, senza che queste dinamiche c’entrino con i colori politici e i partiti. Fare del bene è un qualcosa che riguarda tutti».

 

 

Santina Buscemi
santina.buscemi@gmail.com

Amo raccontar dei paesini, dove la differenza la fanno le persone comuni che si impegnano in piccole associazioni. È di loro che scrivo..e mi emoziono sempre un po'. Anche questo è VareseNews.

Pubblicato il 25 Agosto 2021
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