“In solitaria“: il viaggio di Elia arriva alle sorgenti del Po

Il ventinovenne di Besozzo sta viaggiando lungo il Sentiero Italia per sensibilizzare i temi della natura e del rispetto di ambiente e paesaggio

Generica 2020

Il diario di viaggio di Elia Origoni che sta percorrendo “In solitaria” il Sentiero Italia.

LUNEDì 2 AGOSTO
Stamattina mi alzo con calma, oggi sarà una giornata tranquilla
e decido di prendermela con comodo. Saluto già con nostalgia lo staff del Rifugio l’Arbergh, davvero bravi, lascio Palanfrè, salgo sulla dorsale che mi consente poi di scendere a Trinità di Entraque, dove posso rifornirmi di panini per pranzo da un local piuttosto burbero ad una prima impressione, ma poi gentile e che mi dà pane per qualche giorno. Dopo Trinità entro in una delle convalli della Valle Gesso, risalgo in faggeta e pranzo al fresco! Arrivo ad un passo e poi scendo per un sentiero ripido a gradoni che però, nel fondovalle, diventa molto piacevole costeggiando il torrente fino a San Giacomo d’Entraque, piccola località con un campeggio, un bar e un ristorantino. Il campeggio è decisamente “freak”… come acqua nel deserto vengo attirato dal cartello “minimarket”, dove posso acquistare frutta e verdura e bermi una birra coi gestori, che mi forniscono pure di riso liofilizzato e banane… ho fatto la spesa per una settimana, Wow! Riparto per salire fino al Rif. Soria Ellena, tutto su strada sterrata, agevole…. arrivo tardi, alle 18.30, e chiedo se c’è posto per la tenda, in tutta risposta mi danno libero accesso al bivacco invernale, ottimo! Per ringraziare mi concedo un’altra birretta, chiacchiero con due ragazzi di Busto e i gestori mi tengono pure a cena con loro, che bravi: pasta al pesto, verdura e torta. Ne esce una bellissima serata, coronata da due appunti sul mio diario e da un’ottima dormita nel bel bivacco… non poteva andare meglio di così!

MARTEDì 3 AGOSTO
Risveglio col dolce suono dei campanacci delle vacche, colazione, spettacolo dell’alba sulle vette circostanti. Salgo il vallone di Fenestrelle su pietraie e col sentiero che sale costante… raggiungo l’omonimo colle ed è spettacolo puro: il Lago del Chiotas davanti a me, il Rif. Genova su una sponda, davanti tutto l’Argentera… imponente e magnifico! Lunga discesa di pietraia fino al lago, da cui risalgo al secondo passo per il vallone del Chiapous, girando intorno alla Est dell’Argentera, davvero imponente. Dal Passo del Chiapous arrivo al Rif. Morelli Buzzi, piccolo e carinissimo, dove mi fermo a tirare il fiato e mi accoglie il rifugista Paolo, molto accogliente e festoso. Riparto, seconda lunga e infinita discesa fino alla Terme di Valdieri, le caviglie ne risentono e il fondo non è bellissimo (sassi grossi, pietre); alle Terme mi trovo davanti all’impressionante Albergo Reale, immenso, e da lì risalgo lunga l’antica strada reale del re (che usava per andar a caccia) arrivando alla Piana del Valasco e al bellissimo lago di Valscura… conviene non perdersi troppo in poesie perché sono in ritardo! Raggiungo il Colletto di Valscura, da quale una lunga discesa mi porta al Rif. Malinvern. Ho lasciato la Val di Gesso ed entro in Valle Stura uscendo così dal Parco Alpi Marittime. Al rifugio dicono che posso dormire nel gazebo adiacente al rifugio, quindi cucino, vado a dormire, e il vento soffia forte… le previsioni danno acqua! Speriamo non troppo.

MERCOLEDì 4 AGOSTO
Mi risveglio e, come previsto, è tutto scuro per le nuvole! Colazione, esco che ancora non piove per fortuna… mi darebbe fastidio iniziare già con l’acqua. Risalgo il vallone davanti, costituito da laghi, laghetti, pietraie, e ridiscendo verso il Passo della Lombarda, confine italo-francese… intanto si mette a piovere, ma quella pioggia leggera e piacevole, che rinfresca. Lunga cavalcata in cresta sul confine fino al Santuario di Sant’Anna di Vinadio con provvidenziale barettino: caffè, crostata e mi scaldo! Riparto, la pioggia è battente ma per fortuna dura poco. Arrivo per pranzo ai Bagni di Vinadio, chiedo a un bar se posso mettermi fuori al coperto a mangiar un panino, naturalmente acconsentono e ci scappano anche due chiacchiere col proprietario, simpatico… se ne va così un’ora di pausa pranzo. Attacco l’ultima salita: mille metri di dislivello, seguiti da altri mille di discesa! Difficile ripartire, ma passo dopo passo si arriva in cima meglio del previsto… sono ad un colle chiamato La Vaccia, con vecchi ripari alpini della guerra, ed appena oltre ecco lo spettacolo: passo da montagne rocciose e scure, a rocche chiare, bianchissime, calcaree… wow! Da lì infinita discesa, abbastanza piacevole tra abeti e larici, con bel fondo morbido corribile… ma lo zaino è pesante. Arrivo a Sambuco presto, ma l’alimentari è chiuso, che sfiga! Mi si palesa però il proprietario dell’Albergo della Pace, mi fa lui la “spesa” nella cucina nell’albergo e mi trova pure un posticino coperto per dormire, oltre che la cena… davvero mitico! Mangiamo agnello sambuchese, razza tipica, molto tenera e delicata, e una coppetta di gelato coi mirtilli; vado a nanna soddisfatto e con la pancia piena, e col pensiero dell’alta pressione in arrivo per diversi giorni: bel tempo!

GIOVEDì 5 AGOSTO
Mi sveglio nella legnaia, veloce colazione, saluto e sono in ritardo, ho ritardato la sveglia! C’è il sole, un pò velato ma danno bello per i prossimi giorni. Entro nel Vallone della Madonna, solca pareti calcaree verticale rocciose, mi sembra di esser piccolissimo. Sbuco ad un piccolo alpeggio, Jas Mure, dove si aprono prati dopo la strettoria precedente… sembra di esser in Dolomiti. Dopo le Marittime, tutte a guglie e creste affilate di Gneiss scuro, ora sono dentro il chiaro mondo calcareo, stupendo. Arrivo al Colle Valcavera, da lì si prende la strada asfaltata che gira tutta la parte alta della Valle Grana, lasciando la Val Stura.. confine tra Alpi Marittime e Alpi Cozie. La Val Grana è molto bella, suggestiva, calcarea… è la zona dove si arriva al Colle Fauniera, famoso per i ciclisti. Dal colle tutta discesa fino al Santuario di San Magno, dove bevo un caffè… è posto tappa, e poi riparto risalendo al Monte Crosetta per prati, pranzo, e vedo finalmente il Monviso! Non ci sono più nuvole o creste a coprirlo… è immenso su sfondo azzurro, wow! Lasciando la Val Grana arrivo in Val Maira, tra boschi e pascoli… giungo a borgata Castellaro e poi a Celle di Macra, dove faccio spesa e mi concedo una birra… ottime chiacchiere, ci perdo un’ora abbondante. È tardissimo, sono le 18, parto e faccio ultimi chilometri per arrivare alla Borgata Colletto; ceno che son già le 20, poi passa un signore incuriosito, mi porta a casa e mi dice che ha ristrutturato lui la borgata, vuol farci un albergo diffuso ed è un progetto bellissimo.

VENERDì 6 AGOSTO
Parto all’alba, solcando antiche mulattiere tra faggete e abeti… scendo a Stroppo, “capoluogo” della Val Maira: caffè al bar, risalgo l’altro versante fino a Elva, piccolo borgo tirato a lucido, suggestivo e panoramico; nella piazza incontro fisarmoniche, ghironde… è un bordello divertente. L’alimentari e il caseificio sono chiusi, quindi per pranzo mi arrangerò con quel che ho. Ultimo strappo fino al Colle della Bicocca, passo che separa la Val Maira dalla Val Varaita, ho già nostalgia di quel che mi lascio alle spalle, decido di pranzare qui pensando alle belle emozioni provate in questa stupenda vallata. Scendo quasi di corsa verso Chiesa di Bellino, paese molto suggestivo, con baite originali con tetti di “lode” (le nostre piode); mi metto in sesto, mi do una rinfrescata e risalgo il costone opposto che sapara Val Varaita di Bellino con la Val Varaita di Chianale; dopo ripida discesa arrivo a Pontechianale, paese molto turistico, fin troppo. Spesa al volo, la commessa mi consiglia gnocchetti di patate ripieni di una toma morbida, le raviole… ottimo, si inizia a far la dieta delle alpi: patate, formaggio e burro! Percorro il lungolago di Castello fino all’omonima borgata… ho ancora tempo, quindi salgo il vallone di Vallanta e all’altezza di Grange Gheit trovo posto per la tenda, con davanti il Monviso… me la godo! Nottata sotto le stelle, dopo lauta cena con le raviole.

SABATO 7 AGOSTO
Mi sveglio con tenda asciutta al cospetto del Monviso, la punta si colora pian pianino, le sue rocce rosse risplendono. Mi incammino nel vallone tra pini cembri e larici, accoppiamento strano ma particolare e unico… poi incontro laghetti con la pietraia che prende spazio e così fino al Passo di San Chiaffredo, preceduto da una piana suggestiva piena di ometti, simpatica. Svetta il Monviso, parete est… è una emozione unica. Arrivo al Lago Grande di Viso e al Rifugio Quintino Sella, questo tratto di sentiero è impressionante: ti vedi tutta la parete fino in vetta. Al Sella bevo un caffè, sono cortesissimi… intanto però si abbassa un nebbione tremendo, mi faccio strada e vado al Pian del Re, carino per i laghi ma tanti turisti, soprattutto al lago Chiaretto e al lago Fiorenza, pur sempre in mezzo alle nebbie. Arrivo al Pian del Re e da bravo turista faccio la foto a Sorgenti del Po, ma poi risalgo quasi subito verso il Passo della Gianna, che delimita la provincia di Cuneo con quella di Torino: lascio la Valle Po ed entro in Val Pellice, esco quindi dal Parco del Monviso. Lunga discesa fino al rifugio Barbara, c’è nebbia ed è umidissimo, con larici sgocciolanti d’acqua; al rifugio le solite quattro chiacchiere, sono anch’essi molto simpatici e accoglienti e tutti entusiasti del mio viaggio, soprattutto quando gli dico della traversata a remi tra Sardegna e Sicilia… mi trattengo fin troppo, devo ripartire perché sono in ritardo. Risalgo fino al Rifugio Barant, all’omonimo passo, con provvidenziale birra e relativo “rotolamento” per la discesa successiva fino alla Conca del Prà, dove c’è il Rifugio Willy Jervis… appena in tempo prima del diluvio universale! Il rifugista mi trova un posto per la notte, mi faccio da mangiare e scendo nel salone per due chiacchiere… e poi a nanna!

DOMENICA 8 AGOSTO
Parto presto col bel cielo azzurro e scendo su Villanova Pellice, piccolo borgo proprio sotto il rifugio; prendo un caffè all’unico bar-bazar e poi mi aspetta una lunga salita verso il Col Giulian, che mi separa dalla Val Pellice alla Val Germanasca. Luuuunga salita! Poco sotto il colle c’è l’alpeggio (bergerie) Giulian, dove mi riposo un pò, vedo passare la sciura dell’alpeggio e chiedo se ha due fette di pane, in tutta risposta mi invita in malga a mangiare la torta, wow! Da lì salgo al colle ed entro così in Val Germanasca, la valle di Ghigo di Prali, molto turistica, ed inizio bel percorso nell’Altopiano dei 13 Laghi, con sentiero largo, lastricato, tenuto bene, fino ai laghi, e poi lunga e infinita discesa fino a Prali. Altopiano bellissimo con vecchie caserme della Seconda Guerra Mondiale degli Alpini e tanti turisti. Arrivo a Prali con le gambe demolite, ho sceso più di 1000 metri di dislivello, devo stringere le scarpe che iniziano a cedere; arrivo agli impianti di risalita per pranzo, mi sdraio su una panchina a riposare, e poi di nuovo su! A Prali l’alimentari è chiuso, essendo domenica pomeriggio, ma mi concedo un caffè al bar, ho la testa rilassata e arrivo a Salza di Pinerolo tramite due saliscendi molto morbidi e attraversando borgate valdesi molto belle. Arrivo a Salza, posto tappa GTA e punto accoglienza del Sentiero Italia CAI, dove mi stanno aspettando, mi vogliono conoscere; mi accoglie un signore molto gentile che mi mostra dove sistemarmi (nella casa comunale); faccio pure una doccia, lavo le cose, cambio le stringhe, medico una gran fiacca sull’alluce, e via di cena. Ceno con tre persone che stan facendo la GTA, la Gran Traversata delle Alpi: tante chiacchiere, un giro di amari e una gran compagnia… tiro tardi, sono ospite, me la godo, è stata una gran giornata.

A presto !

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Agosto 2021
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