I volontari varesini sul fronte degli incendi in Sicilia: “Situazione complicata, ma non molliamo”
Parla uno degli uomini che compongono il "Contingente Lombardia" attivo in questi giorni tra la provincia di Enna e il Palermitano. «L'erba trebbiata fa "correre" il fuoco, vento e alte temperature rendono più difficile la situazione»
Il vento forte, l’alta temperatura, l’erba trebbiata e secca rimasta nei prati, le ampie distese incolte: sono tanti i “punti” favorevoli alle fiamme che in questi giorni stanno devastando diverse zone della Sicilia. Per contrastare i roghi, accanto a Vigili del Fuoco, uomini della Forestale e squadre locali di Protezione Civile, sono arrivati nell’isola numerosi volontari provenienti da tutta Italia che hanno portato con sé mezzi, esperienza e competenze nel tentativo di mettere fine a queste piaghe.
E anche la nostra provincia sta dando il proprio contributo: lo racconta in presa diretta Alessandro, uno dei volontari presenti in questo momenti nella file del cosiddetto “Contingente Lombardia”, che sta operando in provincia di Enna dopo avere già svolto i propri compiti nel Palermitano. «Siamo arrivati lunedì 9 per sostituire altre squadre intervenute la settimana precedente e resteremo qui sino al 17 compreso» spiega in un momento di pausa nel servizio di pattugliamento, mentre il vento in sottofondo taglia le parole e fischia nel telefono. «Abbiamo trovato una situazione complicata, non ce la aspettavamo così difficile: ogni giorno c’è un fronte di fuoco da contenere, e le condizioni non ci aiutano».
Il Contingente Lombardia è attualmente formato da una squadra di volontari dell’ANA (Alpini), da due squadre della Protezione Civile della Provincia di Varese e da due di quella del Parco del Ticino. Il gruppo – una ventina di persone – lavora fianco a fianco con il Contingente Piemonte ed è a disposizione dei Vigili del Fuoco e delle altre entità che coordinano l’intero intervento sul territorio colpito.
«Questo tipo di incendi è molto diverso rispetto a quelli che dobbiamo affrontare dalle nostre parti – prosegue il volontario – Innanzitutto le temperature estive sono molto elevate, poi a bruciare sono principalmente prati già trebbiati e terreni incolti mentre sono pochi i boschi. Sui primi è rimasta erba secca che si incendia facilmente: per questo motivo il fuoco “corre”, si sposta velocemente e per questo è necessario schierare molte squadre per far fronte alle fiamme. Per fortuna, per lo meno nella zona di nostra competenza, gli insediamenti abitati sono pochi e quindi c’è un minore rischio per le persone: si tratta di qualche fattoria, l’una lontana dall’altra. Anche per questo però, gli spazi intermedi sono vasti. Teniamo duro e facciamo del nostro meglio, anche se come ho detto è davvero una missione molto impegnativa».
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