Acof, Cta e Davide onlus aprono un centro clinico di sostegno alle famiglie a Busto Arsizio
Il centro si occuperà delle fragilità delle famiglie e dei figli da un punto di vista clinico ma sarà anche un polo formativo di eccellenza

A Busto Arsizio sta nascendo una nuova realtà che si occupa di infanzia e di famiglie fragili grazie all’unione di intenti di tre diverse realtà: il Cta (Centro di Terapia dell’Adolescenza), la Davide Onlus (che da oltre 20 anni si occupa di bambini maltrattati) e l’Acof (che si occupa di formazione, educazione e istruzione).
Tutte e tre queste associazioni stanno creando un centro clinico specialistico multidimensionale di sostegno alle famiglie e di un polo formativo di eccellenza con l’ambizione di collaborare con l’amministrazione comunale. Avrà sede in via Marconi 10, strutturato come una casa, e mira a diventare un punto di riferimento non solo per Busto Arsizio ma anche per tutto il territorio della Valle Olona.
La presentazione è avvenuta questa mattina, giovedì, a Palazzo Gilardoni alla presenza di Gaetano Felli, presidente della Davide onlus, accompagnato dalla pedagogista Beatrice Masci, da Sara Pietrobon del Cta e Cinzia Ghisellini di Acof.
All’interno della struttura si svolgeranno le due specialità. Per quanto riguarda il centro specialistico si offrirà alle famiglie una valutazione multidimensionale della situazione di vita nel nucleo familiare e l’individuazione dei fattori di rischio, diagnosi delle criticità, prognosi con particolare attenzione alla rilevazione delle risorse presenti o da attivare, costruzione di un progetto di cura e di intervento, interventi di cura e riparazione di ferite e traumi vissuti dai minori e sostegno alle famiglie.
Il polo formativo, invece, prevede la realizzazione di corsi e percorsi formativi on e off line o con metodologia blended, master di specializzazione, seminari, Fad.
Cta e Davide da anni sono conosciuti in città e collaborano con l’assessorato ai Servizi Sociali. In questi anni hanno fatto parte del progetto Rifr@zioni che ha svolto un importante lavoro di ascolto del disagio giovanile nelle scuole della città. Un disagio che è fortemente aumentato durante e dopo la pandemia tra i giovani e nelle famiglie, come spiega Beatrice Masci: «Abbiamo notato che famiglie e insegnanti sono in netta difficoltà. La realtà virtuale e la realtà reale si stanno sempre più avvicinando e per questo avremo anche dei formatori digitali. Lavoreremo coi minori e con le loro famiglie fornendo un supporto che deve essere tempestivo ed intenso».
Mentre fervono gli ultimi preparativi, prima dell’inaugurazione, le tre associazioni ci tengono a precisare che si tratterà di una struttura privata e che i loro interventi avranno un costo «un modo anche per dare importanza al percorso che la famiglia affronterà» ma che ci sarà un campanello al quale chiunque potrà suonare per chiedere aiuto. L’obiettivo è quello di calmierare le tariffe attraverso bandi e accreditamenti con i vari enti dal Comune alla Regione.
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