Alghe verdi nel lago di Varese, colpa delle piogge abbondanti (e non solo)

Paolo Giorgetti spiega un fenomeno notato da molti frequentatori della zona e assicura: "Gli scolmatoi sono tracimati a causa del maltempo dei giorni scorsi. Ma la situazione sta migliorando. Il lago tornerà balneabile"

porticciolo capolago

Uno strato verde a filo d’acqua. In questi giorni il Lago di Varese sembra ricoperto, in alcuni punti, da un prato verde brillante, a tratti giallognolo. Lo hanno notato molti frequentatori della pista ciclabile e della Schiranna. Non è la prima volta e, come sempre accade, parte la ridda di ipotesi che contempla il fenomeno naturale ma anche l’inquinamento che non accenna a diminuire.

“Dicono che nel 2023 il lago di Varese sarà balneabile e invece, siamo ancora qui” è il commento più diffuso. Ma le cose stanno in maniera diversa, e come spesso accade, sono un po’ più complesse di quello che emerge da una lettura frettolosa dei social. Partiamo dal punto nodale della questione: il lago non è “malato”, come ben spiega Paolo Giorgetti, docente universitario e grande conoscitore dei fenomeni che accadano nel nostro bacino lacustre: «Archiviamo una volta per tutte questa banalità – dice – È frutto di una comunicazione distorta e anche un po’ approssimativa. Le alghe di questi giorni hanno una causa precisa. Il Lago di Varese è da sempre eutrofico, vuol dire che è un ambiente acquatico ricco di sostanze nutritive. Ora farò un esempio semplicistico ma che rende bene quello che sta accadendo: mettiamo a confronto un campo arido ed uno concimato. In quello concimato nascerà erba e anche altro: possiamo dire che quel campo è inquinato? Credo proprio di no».

E qui sta la spiegazione del proliferare delle alghe: «Quando piove molto gli scolmatoi tracimano – spiega ancora Giorgetti – e nel lago, purtroppo, finisce ancora una parte dei nostri scarichi. Acque nere, per essere chiari. Questo, di fatto, è nutrimento per gli organismi che popolano il lago. Le alghe che vediamo sono la parte finale di un processo di trasformazione, di una catena alimentare che coinvolge per primi gli organismi unicellulari. C’è insomma un eccesso di apporto di sostanze nutritive. A questo si aggiunge il fatto che ad agosto e settembre l’acqua fredda è sul fondo e quella calda è in alto e rallenta la precipitazione delle sostanze. L’acqua del lago quindi è inquinata? No, almeno non più come un tempo. Il livello di eutrofia negli ultimi vent’anni è diminuito di tre volte e in più va detto che in circa due anni l’acqua del bacino si “ricicla” tutta, in maniera naturale».

Un bagno di ottimismo che porterà davvero ai tuffi nel 2023? «Io sono convinto che sarà così – conclude Giorgetti . L’Aqst, l’accordo quadro di sviluppo territoriale di Regione Lombardia, sta facendo un ottimo lavoro, a partire dalla sistemazione di tutta la rete fognaria intorno al lago. I finanziamenti arrivano, il prelievo ipolimnico funziona. Sono tutti processi che lentamente stanno portando benefici e piano piano si arriverà ad avere acque balneabili. A beneficiarne saremo noi ma anche la fauna. A partire dal pesce persico che speriamo torni a popolare il nostro lago».

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Pubblicato il 28 Settembre 2021
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