All’ospedale di Gallarate un innovativo intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore allo stomaco

Il dr Stefano Rausei ha applicato una tecnica di chirurgia laparoscopica, utilizzata solo in pochissimi centri italiani, con il mappaggio linfonodale mediante fluorescenza

stefano rausei

È il primo all’ospedale di Gallarate, tra i primi centri ad averlo effettuato in Italia. Il dottor Stefano Rausei ha effettuato l’asportazione laparoscopica di un tumore allo stomaco con il mappaggio linfonodale mediante fluorescenza con verde di indocianina.

« È una metodica che assicura una precisione di intervento superiore – spiega il chirurgo che fa parte dell’equipe diretta dal professor Benevento – Si utilizzano due diverse modalità di immagine sovrapposte, con telecamera a luce bianca e una a raggi infrarossi, capace quest’ultima di evidenziare la molecola fluorescente, il verde di indocianina (preventivamente iniettato in sede peritumorale dall’endoscopista).  In questo modo si ha un campo visivo definito relativo alle specifiche stazioni linfonodali che drenano la neoplasia gastrica,  in maniera da verificare la corretta asportazione delle stesse al termine dell’atto chirurgico. La tecnica pertanto fonde la mini-invasività della laparoscopia con la precisione della chirurgia guidata dalla fuolerescenza».

L’innovazione sperimentata dal dottor Rausei è legata proprio all’obiettivo di migliorare ulteriormente i risultati chirurgici in una neoplasia a prognosi sfavorevole se non trattata radicalmente: « Ricordiamoci che questa tecnica chirurgica è nata in Giappone e Corea, due paesi dove la popolazione ha una massa corporea inferiore a quella degli occidentali. Ed è questa massa adiposa a rendere più complicate le manovre chirurgiche. La diffusione anche alla chirurgia dello stomaco della tecnologia che sfrutta la fluorescenza del verde di indocianina deriva dall’esperienza accumulata per lo studio della via biliare durante colecistectomia laparoscopica e per la verifica che i tessuti tagliati e ricuciti durante una resezione intestinale siano adeguatamente rivascolarizzati. Non c’è alcuna controindicazione all’utilizzo di questa molecola, perchè è un farmaco inerte».

A livello di intervento, per il paziente non cambia nulla. I tempi di recupero con la chirurgia laparoscopica sono divenuti più rapidi rispetto a quelli dopo chirurgia tradizionale «Già membro del comitato scientifico del Gruppo Italiano per la Ricerca sul Cancro Gastrico (GIRCG), sono stato appena eletto consigliere della Società di Chirurgia Oncologica (SICO). Una rete grazie alla quale ci scambiamo informazioni, pratiche, modelli innovativi così da diffonderli in maniera più sicura per il paziente. Anche tale tecnologia, infatti, va discussa e validata nell’ambito della comunità scientifica, in maniera che la dimostrazione su larga scala della sua efficacia vada a giustificare gli elevati costi dei dispositivi necessari».

stefano rausei

Il dottor Rausei si è formato presso il Policlinico Gemelli di Roma ed è allievo della scuola del prof. Renzo Dionigi, presso la quale ha imparato la chirurgia laparoscopica avanzata. All’ospedale di Gallarate dal 2018, sta continuando a sviluppare la sua esperienza nell’ambito della chirurgia generale ed oncologica gastrointestinale: « Grazie alla fiducia e alla guida del professor Benevento, e alla disponibilità dei colleghi, mi sono calato nella realtà puramente ospedaliera, ho compreso i meccanismi di gestione di un reparto, dove ogni medico è responsabile del processo di cura del paziente, dalla compilazione della cartella fino alla sua archiviazione. Ho anche ampio spazio di manovra nell’implementazione di nuove procedure. Io effettuo gli interventi di oncologia dello stomaco con la tecnica laparoscopica dal 2015, seppur questa sia una metodica che ad oggi in Italia viene applicata solo da poco più di un terzo dei centri chirurgici. I risultati che si ottengono sono di rilievo. Ecco perchè io sento che sia importante anche iniziare a trasmettere la mia esperienza ai colleghi più giovani. Credo fermamente nella necessità di migliorare la formazione in sala operatoria».

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Pubblicato il 30 Settembre 2021
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