L’esempio di don Gabriele Colombo e della “Bolla” di Biumo per promuovere gli aiuti al clero

Domenica 19 settembre torna l’appuntamento annuale che richiama l’attenzione sulla missione dei 33mila sacerdoti don Gabriele Colombo, giovane coadiutore in prima linea durante il covid e coordinatore del “progetto bolla” a Biumo

Generica 2020

Un grazie per il dono dei sacerdoti in mezzo a noi, questo il significato profondo delle offerte deducibili. Torna domenica 19 settembre la Giornata nazionale delle Offerte per il sostentamento del clero diocesano, giunta quest’anno alla XXXIII edizione e celebrata in tutte le 26 mila parrocchie italiane.

La Giornata nazionale delle Offerte è una domenica di sensibilizzazione che richiama l’attenzione sulla missione dei sacerdoti, sulla loro opera e sulle offerte che sono dedicate al loro sostentamento.

«La Giornata Nazionale non è solo una domenica di gratitudine nei confronti dei sacerdoti ma è un’occasione per far comprendere ai fedeli quanto conta il loro contributo. Il sacerdote è un riferimento al nostro fianco che per svolgere il proprio compito ha bisogno di sostegno e supporto per vivere una vita decorosa – sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni –. Le offerte rappresentano il segno concreto dell’appartenenza ad una stessa comunità di fedeli e costituiscono un mezzo per sostenere concretamente tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro. Tanto più in questo anno e mezzo segnato dal Covid, in cui da mesi i preti diocesani continuano a tenere unite le comunità provate dalla pandemia, promuovono progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, incoraggiano i più soli e non smettono di servire il numero crescente di nuovi poveri».

Nonostante siano state istituite nel 1984, a seguito della revisione concordataria, le offerte deducibili sono ancora poco comprese ed utilizzate dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno. Da qui l’importanza di uno strumento che permette a ogni persona di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani e che rappresenta un segno di appartenenza e comunione.

L’importanza di questa unione è sottolineata anche dal nuovo nome attribuito alle offerte che da Insieme ai sacerdoti diventano Uniti nel dono ( www.unitineldono.it ) per mettere, ancor più, in evidenza il principio di reciprocità e condivisione che rende forti le comunità parrocchiali e il valore della comunità stretta intorno al proprio parroco.

«I nostri sacerdoti hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto delle comunità – aggiunge Monzio Compagnoni -. Oggi più che mai ci spingono a vivere il Vangelo affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione». Come è accaduto a Varese dove nel quartiere di Biumo Inferiore, grazie all’impegno di un sacerdote e alla creatività dei giovani, l’oratorio Luigi Molina è stato trasformato in un nuovo “ambiente di apprendimento”. Un esperimento pilota che ha coinvolto 9 ragazze e 13 ragazzi, fra i 16 e 18 anni e un’educatrice professionale, che insieme ad un giovane prete, il trentacinquenne coadiutore don Gabriele Colombo, alle soglie della quaresima, hanno vissuto un’esperienza di condivisione  in tempo di Covid. Dopo l’iter delle autorizzazioni sanitarie hanno fatto vita comune in oratorio per tre settimane, autogestendosi dalla cucina allo sport: un tampone per tutti e poi il via ad un periodo di normalità. Sono usciti la domenica delle Palme ed hanno distribuito ai parrocchiani i rametti di ulivo da loro confezionati.

Nella “Bolla dell’oratorio”: venti ragazzi vivono in comunità da due settimane a Varese

L’idea è partita da Leonardo, studente di terza superiore, che si è lasciato ispirare dai giocatori della Nba, il principale campionato di basket nordamericano, reclusi durante il lockdown nel resort di Disney World, in Florida. Ha chiesto a don  Gabriele Colombo, responsabile della pastorale giovanile della Comunità «Beato Samuele Marzorati», di chiudersi insieme in oratorio per evitare l’isolamento imposto dalla pandemia di coronavirus.

«E’ un’idea nata dopo il primo lockdown – spiega Don Gabriele Colombo – che ci ha costretto a vivere rinchiusi in casa. Leonardo, un giovane dell’oratorio, ha avanzato l’ipotesi di una vita in comune per condividere il momento di reclusione». E’ stato necessario confrontarsi con le norme, scrivere il progetto e presentarlo al Prefetto di Varese che si è fatto portavoce della proposta alla quale è giunta risposta positiva nel mese di gennaio 2021. Dopo un periodo di preparazione e la realizzazione dei tamponi per accertarsi di non essere positivi al covid, è iniziata l’esperienza di comunione inizialmente di quattordici giorni, poi diventata di tre settimane.

Don Colombo ha coordinato l’organizzazione della giornata, scandita da una precisa routine: sveglia alle 7, colazione, recita delle lodi, didattica a distanza, pranzo preparato da un cuoco esterno. Nel pomeriggio, attività ricreative nell’ampio spazio dell’oratorio come sport e musica, cena preparata dai ragazzi, momento di preghiera a fine giornata. In queste tre settimane nessuno è uscito, nessuno è entrato. Il contatto con l’esterno è stato mantenuto con telefonate e videochiamate, ma niente post su Instagram Tik Tok o altri social.

«Non un carcere, ma nemmeno un’isola felice – aggiunge don Colombo – Il nostro stare insieme si è basato su quella fraternità evangelica che nasce dalla cura che si ha per l’altro, guardando all’esempio di Gesù. Tutti hanno contribuito all’iniziativa, i ragazzi hanno pagato il tampone ed hanno diviso i costi dei pasti e della gestione del luogo. La cosa più bella di questa esperienza è stato vedere tutti sereni, sorridenti, e non è poco». Dal recupero scolastico e delle relazioni fino allo stop a web dipendenze e aggressività: questi i risultati di un’esperienza fuori dal comune che ha avuto molti echi positivi nella comunità. Come potrà proseguire un’esperienza di questo tipo?

«Il progetto bolla è nato in un contesto di emergenza – conclude don Gabriele – Grazie alla campagna di vaccinazione, alla più ampia reperibilità dei tamponi e a regole in continuo aggiornamento, ora speriamo di poter programmare diverse proposte di vita comune nei tempi forti di avvento e quaresima per permettere a tanti giovani di vivere un’occasione simile, seppur immersi nella quotidianità dei loro impegni esterni. La bolla resterà un’esperienza unica nel suo genere; eppure, il seme di fraternità generato, crescendo, darà certamente molti frutti: questa, del resto, è la logica del dono gratuito, libera dal risultato immediato».

La Giornata Nazionale sarà organizzata in collaborazione con Azione Cattolica e Avvenire, uniti nella promozione di valori comuni alla base del sostentamento dei sacerdoti. Domenica 19 infatti in tutte le edicole sarà possibile trovare, allegato al quotidiano, uno speciale interamente dedicato alla Giornata e diffuso sul territorio grazie alla partecipazione attiva dei gruppi di Azione Cattolica. Ma non solo. La Giornata aprirà un periodo dedicato al sostentamento del clero supportato anche dalla programmazione di TV2000 che, tra le varie iniziative, ospiterà anche una “maratona” in tv durante la giornata del 27 Settembre: presenti ospiti istituzionali, testimonial e storie dalle nostre comunità parrocchiali.

In occasione della Giornata del 19 settembre in ogni parrocchia i fedeli troveranno locandine e materiale informativo per le donazioni. Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono, dunque, di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno dell’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Infatti da oltre 30 anni questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento.

Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e 3.000 sacerdoti, ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio agli altri e del Vangelo.

L’importo complessivo delle offerte nel 2020 si è attestato sopra gli 8,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2019. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo che, nel 2020, è ammontato a 529,9 milioni di euro lordi, ma testimonia il desiderio di ripartire e di partecipare attivamente alla vita della Chiesa.

Il dato 2020 è di oltre 109 mila offerte: un riconoscimento da parte dei fedeli al grande impegno profuso dai sacerdoti nel difficile anno della pandemia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Settembre 2021
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