Beatrice Sabaini incontra il pubblico al Miv di Varese

L'attrice varesina introdurrà la proiezione del film "Sulle mie spalle" in cui recita al Cinema Impero di Varese nella serata di martedì 21 settembre

sulle mie spalle

L’attrice varesina Beatrice Sabaini parteciperà alla proiezione del film “Sulle mie spalle” di Antonello Belluco in programma per martedì 21 settembre alle 20.30 al cinema Multisala Impero di Varese. L’attrice che ha recitato nella pellicola sarà in sala per dialogare col pubblico. La serata sarà introdotta da Diego Pisati.

«Uno dei messaggi chiave del film – spiega Beatrice Sabaini – è quello di farci prendere una più lucida coscienza dei problemi attuali attraverso una riflessione sul passato».

L’attrice nel film interpreta Diletta Filangeri, una donna, moglie, madre e medico durante la Prima e Seconda guerra mondiale. «Una donna dolce, introversa, timorosa, elegante d’animo, educata e nobile in tutto. Il compito di un attore – afferma Sabaini – è quello di guardare sempre dentro se stesso, mettersi “a nudo” soprattutto emotivamente. Quello che motiva Diletta scena dopo scena è la salvaguardia dei suoi affetti; è questo bisogno che la guida e le dà la forza per superare le avversità. Consegnare al pubblico un essere umano sincero è compito di un attore. Se è vero che questa donna riesce a portare letizia con il suo sorriso, è però altrettanto capace di soffrire per la morte del figlio o per la paura di perdere il marito, e trova la forza di chiedere in confessione il miracolo della fede. Come medico, Diletta non riesce più a soddisfare l’incognita sulla fine della vita, e vuole colmare questo bisogno trovando delle risposte attraverso la preghiera. Quindi chiede aiuto a Padre Leopoldo, riuscendo a trovare nelle sue braccia aperte le risposte alle sue domande».

«La storia narrata – aggiunge l’attrice – è saldamente legata alla vita reale ed è mio desiderio poter vedere uscire dalla sala cinematografica il pubblico un poco rinnovato, con sguardo gioioso e voglia di realizzare i propri sogni. Questo è il compito del Cinema: dare delle risposte a domande importanti».

Il film abbraccia un periodo storico che va dal 1915 al 1945, e racconta la storia di due famiglie che attraversano la tragedia del primo conflitto mondiale, i difficilissimi anni del dopoguerra, la crisi del 1929, affrontando piccoli e grandi sacrifici e fronteggiando i grandi dolori della vita proprio grazie all’aiuto di padre Leopoldo. La famiglia Brandi vede il suo primogenito Andrea, giovane interventista e volontario, arruolarsi contro il volere del proprio padre, scatenando tensioni familiari che si trascineranno per anni. La famiglia del dottor Filangeri vede invece la giovane figlia Diletta medico (ruolo interpretato da Beatrice Sabaini), impegnata nel sostenere il proprio padre che soffre per la perdita della moglie e del figlio morto al fronte. Andrea e Diletta si sfiorano in varie occasioni e si incontrano quando Andrea intraprende una coraggiosa avventura commerciale con la creazione di un’impresa produttrice di componenti per le prime radio. Il loro rapporto, tra alti e bassi, sempre in bilico, si rafforzerà grazie alla figura di padre Leopoldo che porterà la giovane coppia a ritrovare una serenità impensata dopo un evento drammatico che potrebbe distruggere la loro vita ed il loro amore.

«Storie vere, accadute un secolo fa – pone l’accento, il regista Antonello Belluco – storie che, grazie a padre Leopoldo Mandic si intrecciano tra di loro lasciando il segno e che, incredibilmente, si ripetono nella nostra attualità sconcertante e drammatica: tutto ciò, nel film, diventa fulcro di un messaggio universale».

«Molto spesso una piccola storia, nascosta tra le mura di una piccola casa, può diventare il messaggio più dirompente del secolo – conclude il regista – Il tempo della storia del film è un tempo che è cambiato solo nel numero degli anni. Tutto il resto è una storia che si ripete. La cosa che suscita interesse è proprio quella dell’attualizzazione del messaggio, le storie di ieri con quelle di oggi, la povertà di allora e quella celata oggi tra le quattro mura di casa. Quanto era grande questo problema ieri e quanto è odierno oggi. Uomini che lasciano ogni speranza e spesso si gettano nell’estremo gesto del suicidio».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Settembre 2021
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