Metamorfosi urbana: dalla Battaglia di Biumo alla strage della memoria
La 31esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi resta a Biumo e racconta i luoghi della battaglia
Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta, ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata“
Metamorfosi urbana, trentunesima puntata: dalla Battaglia di Biumo alla strage della memoria
Ed eccoci nella zona di Biumo Inferiore dove, il 26 maggio del 1859, i Cacciatori delle Alpi respinsero l’assalto delle truppe imperiali del tenente maresciallo Karl von Urban, prima vittoria in terra lombarda della Seconda guerra d’indipendenza.
Se nella nobile castellanza Varese ha vinto uno scontro armato entrato nella storia del Risorgimento nello stesso luogo la nostra città ha invece perso una delle sue “battaglie della memoria”.
La grande barricata dei volontari di Garibaldi era stata eretta tra l’oratorio di San Cristoforo e la Casa Merini: la chiesa cimiteriale, il camposanto delle due Biumo, che mostriamo anche in un disegno di Leopoldo Giampaolo, già abbandonata sul finire dell’Ottocento, fu demolita e nell’area fu poi edificato il complesso dell’Enel , a sua volta di recente abbattuto per fare spazio a un insediamento edilizio moderno e, una volta tanto, di pregio, progettato dall’architetta Manuela Brusa Pasqué.
Davanti a San Cristoforo sorgeva l’obelisco seicentesco consacrato alla memoria dei caduti della battaglia di Biumo che fu poi trasferito sul sagrato della chiesa del Lazzaretto. La Casa o Cascina Merini cadde il 29 marzo del 1962 sotto il “piccone risanatore”, più attivo nella Varese democratica che nel Ventennio. Sulla facciata del condominio costruito al posto dello storico edificio, una lapide ricorda che “Qui con i suoi prodi Giuseppe Garibaldi respinse Urban”.
E’ degli anni del “miracolo economico” anche lo stravolgimento del resto del campo di battaglia del 1859, quella che un tempo era la “Cruzéta” e che oggi è il largo intitolato al IV Novembre.
E’ stato pesantemente ristrutturato il lato posteriore della chiesa parrocchiale ma soprattutto è stato “mutilato” il complesso della Villa Orrigoni-Litta Modignani, con l’abbattimento dell’ala al cui cortile dava accesso un sontuoso ingresso con artistiche colonne. Sul suolo “rubato” alla storia è sorto il palazzo curvilineo del defunto Credito Varesino.
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