Metamorfosi urbana: Via Milano e via Casula, quando l’industria era nel cuore di Varese

La 32esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi resta a Biumo e racconta la storia della "zona della stazione Nord"

Metamorfosi urbana: Via Milano e via Casula, quando l'industria era nel cuore di Varese

Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta,  ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata

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Metamorfosi urbana, trentaduesima  puntata: quando l’industria era nel cuore di Varese

La grande zona industriale compresa tra le stazioni e Biumo Inferiore aveva i maggiori insediamenti tra le attuali vie Milano (già viale dell’Annunciata) e Casula.

Gli antichi stabilimenti industriali scomparvero tra la fine degli Anni Sessanta e la metà dei Settanta facendo spazio ad attività commerciali che sopravvivono in parte ancora oggi.

Correva l’anno 1870 quando Santino Trolli e il figlio Luigi fondarono la “Premiata Manifattura Tomaie Giunte” che, prima in Italia, impiegava macchine in grado di cucire automaticamente le tomaie. Non passarono più di dieci anni e le scarpe di Varese ottennero il primo, grande successo all’Expo di Melbourne e al tramonto del secolo, nel 1899, il marchio “Trolli” fece spazio al “Calzaturificio di Varese”.

La qualità del prodotto, frutto non solo della professionalità ma anche del senso di appartenenza del personale, e la capillarità della rete commerciale fecero delle calzature prodotte a Varese le Ferrari della scarpa sui marciapiedi d’Italia e del mondo.

Nel 1968, il Calzaturificio lasciò la sede storica per trasferirsi in viale Belforte dove, nei due decenni successivi, furono prodotte un milione di paia di scarpe l’anno. “Espugnato” nel 1982 dal Gruppo Benetton, interessato soprattutto alla settantina di negozi nei centro storici delle principali città d’Italia, il Calzaturificio smarrì la propria identità e andò a morire.

Nell’area lasciata libera dalla demolizione dell’originario stabilimento del Calzaturificio, nel 1970 fu costruita la sede di due marchi della grande distribuzione, i grandi magazzini Upim, a cui in seguito si aggiunse Euronics, e il supermercato GS, poi entrato nell’orbita del gruppo francese Carrefour.

A distanza di mezzo secolo dall’apertura, mentre l’erede del marchio GS continua ad essere attivo, l’Upim non ha ottenuto il rinnovo della locazione a causa dell’esoso canone d’affitto preteso dalla proprietà dei “muri” e ha lasciato campo libero ai cinesi. Da poco più di un anno sull’edificio compare l’insegna di Emy Mega Store.

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Nel 1898, un anno prima che sul vicino stabilimento dei Trolli debuttasse l’insegna del Calzaturificio di Varese, nell’area che confina con via Adamoli cominciava la sua attività il Mulino di Varese, il primo stabilimento molitorio attivo a nord di Milano. L’impresa avviata dai fratelli Pietro e Giovanni Marzoli con il ragionier Giovanni Massari conobbe uno sviluppo impressionante al punto che, nel 1906, per soddisfare il mercato dell’Altomilanese, fu costituita la “Società Anonima Molini Marzoli Massari” che costruì un grande impianto a Busto Arsizio. Mentre il complesso bustese, pregevole esempio di architettura industriale in stile Liberty, è stato restaurato e trasformato in “Tecnocity”, il Mulino di Varese fu demolito nel mese di ottobre del 1975 per fare spazio al complesso che ha al centro la piazza pedonale a gradoni progettata da Marcello Morandini. Già sede di uffici pubblici e privati, con un ampio parcheggio sotterraneo, l’edificio versa oggi in un penoso stato di abbandono. Anche qui fa eccezione un supermercato cinese.

Nel novembre del 1971, tra la demolizione del vecchio stabilimento del Calzaturificio e l’abbattimento dei Molini Marzoli Massari, fu ampliata la via che dopo la guerra era stata intitolata all’eroina partigiana Nuccia Casula.

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Pubblicato il 28 Settembre 2021
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