Piogge torrenziali, fragilità del terreno e forte urbanizzazione: sono questi i punti deboli di Gavirate

Il dissesto idrogeologico è stato affrontato in consiglio comunale su sollecitazione del consigliere Zocchi. Un'opportunità data all'amministrazione per chiarire la situazione

gavirate allagata

La situazione idrogeologica del comune di Gavirate è stata affrontata nel corso del consiglio comunale che si è svolto lunedì 20 settembre in diretta streaming. Sollecitata dalla mozione del consigliere Roberto Zocchi, il sindaco Silvana Alberio ha spiegato le condizioni del territorio a monte delle abitazioni e le ragioni che hanno causato allagamenti e distruzioni  negli ultimi 15 mesi. Una discussione che vorrebbe mettere anche fine alle richieste di comunicazione pubblica e trasparente avanzata da una parte della popolazione ( Si è costituita l’associazione Sfanghiamoci).

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Gavirate, sul fronte della frana 4 di 14

Due le alluvioni particolarmente pesanti per la comunità: quella del 7 giugno 2020 e quella del 28 luglio 2021. In mezzo, abbondanti precipitazioni che hanno mosso la terra nel Parco del Campo dei Fiori provocando cedimenti, erosioni e smottamenti che, di fatto, stanno creando allarme nella popolazione direttamente a valle. 

Silvana Alberio ha così voluto illustrare una situazione meno grave di quanto ventilato inizialmente anche se critica a causa di diversi fattori. Innanzitutto la fragilità di una costa costituita da materiale di superficie incline a fratture e alterazioni. Poi una pendenza del torrente Valle Pozzolo che provoca trascinamenti a valle consistenti quando le abbondanti precipitazioni ne gonfiano il letto. Terzo, e delicato punto, l’elevata urbanizzazione del territorio a valle, in particolare modo dell’area che, un tempo, era il naturale letto dei diversi corsi d’acqua del reticolo idrico. 

« La buona notizia – ha spiegato il sindaco – è che non ci sono frane “in movimento” ma esiste una situazione diffusa di instabilità rilevata già nel 1996 e inserita nell’allora piano regolatore. La zona è precaria a causa della morfologia del terreno e della friabilità degli ammassi rocciosi. Il materiale detritico che viene trascinato a terra va a intasare le condotte, costruite per tombare gli alvei dei torrenti, provocando gli allagamenti.  Così è accaduto anche lo scorso anno con il torrente Riale dove, oltretutto, la condotta è intasata dalle radici dei tigli della piazza San Carlo».

I fondi per intervenire in via emergenziale e poi di assestamento ci sono: « Abbiamo presentato i progetti di riqualificazione con i costi relativi che sono di quasi 665.000 più altri 70.000 per i danni subiti dal territorio e per 95.000 per quelli arrecati ai privati.  Nonostante la Regione abbia validato i documenti non ha dato risposte sui finanziamenti. Così il Comune sta intervenendo con le proprie forze per sostenere il progetto di sistemazione  con un investimento di oltre 112.000 euro a cui aggiungere altri 65.000 per il torrente Riale. Per i danni dello scorso 28 luglio abbiamo presentato una richiesta per quasi un milione di euro relativo ai danni subiti dal territorio e 300.000 per i privati. Al momento non abbiamo ricevuto ancora risposta. Per sistemare il torrente Val Pozzolo abbiamo a disposizione quasi 400.000 euro stanziati con Decreto del Ministero dell’Interno lo scorso 23 febbraio. I lavori li abbiamo assegnati e termineranno entro fine anno».

Il tema della fragilità del territorio è diventata un’emergenza e coinvolge tutti i comuni: « Abbiamo visto cosa è successo domenica scorsa in altre parti del Varesotto – ha commentato Silvana Alberio – esprimo solidarietà ai colleghi che si trovano in difficoltà in questo momento. È chiaro che non si tratta più di un intervento di sistemazione unico. A Gavirate, per esempio, la soluzione del problema sarebbe estremamente onerosa perchè vorrebbe dire liberare di nuovo l’alveo dei torrenti e quindi intervenire dove si è edificato. Una situazione inattuabile. Per questo si deve procedere con opere di mitigazione che frenino la discesa a valle dei torrenti. Ma prendiamo atto che i fenomeni meteorologici sono cambiati: domenica scorsa i nubifragi hanno non hanno scalfito minimamente il nostro territorio. Ma dove sarà andata tutta quell’acqua? Settimana prossima il parco del Campo dei Fiori ha convocato tutti i sindaci del bacino per fare il punto della situazione».

La bacchetta magica, quindi, non c’è. Ma un progetto per evitare in futuro altre distruzione c’è e viene raccontato settimanalmente sul sito del Comune che, nell’attesa, ha distribuito i “kit di contenimento” ai residenti più esposti. 

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Pubblicato il 21 Settembre 2021
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