Porto Ceresio, la verità dell’ex sindaco Jenny Santi: “Ecco perché è caduta la giunta”
Secondo l'ex sindaco, che oggi si ripresenta alle elezioni con la nuova lista "Porto nel cuore", dietro la decisione di far cadere la giunta non ci furono disaccordi politici ma specifici interessi
«Bisogna capire cosa è successo, prima di giudicare la fine della mia amministrazione». L’ex sindaco Jenny Santi, che si ricandida alla guida di Porto Ceresio con la lista Porto nel cuore, vuole fare chiarezza e dire la sua verità sulla conclusione anticipata dell’amministrazione che ha portato il paese a un anno di commissariamento.
«Mi spiace che adesso, sotto campagna elettorale, si stia sentendo di tutto di più sul fatto che addirittura avrei provocato io il commissariamento del Comune. Dopo un anno si gioca sul fatto che molti cittadini non sanno cosa è successo, non hanno letto gli atti e viene strumentalizzata anche quella che nel 2018 fu la mia candidatura al Consiglio regionale».
Il 29 settembre 2020 sette consiglieri comunali di maggioranza e opposizione danno contemporaneamente le dimissioni e il Consiglio comunale decade, insieme a sindaco e giunta. «Guarda caso il giorno dopo avremmo avuto consiglio comunale durante il quale il segretario del nostro Comune avrebbe chiesto le dimissioni di un consigliere divenuto incompatibile per un debito di oltre 70mila euro nei confronti del Comune. Chiaramente per il fatto di aver fatto decadere l’Amministrazione prima del Consiglio comunale questo scandalo non è mai emerso. Così come non è mai emerso che un altro dei consiglieri dimissionari da tempo chiedeva una modifica di un regolamento comunale a favore di un proprio cliente, ricevendo un diniego perché il regolamento, vigente da anni, non permette l’apertura di nuovi passi carrai sul lungolago e sulle aree pedonali per tutelare la sicurezza dei pedoni. Così si è deciso di far decadere un sindaco che per il suo rigore forse dava fastidio a parecchie persone».
Un altro tema, secondo l’ex sindaco “dimissionato”, riguarda casi di inquinamento: «Per me – dice Jenny Santi – dire equivale a fare. Quindi, relativamente al risanamento del lago Ceresio, quando si è intuito che potevano esserci situazioni legate a casi di abusivismo ho chiesto ai Carabinieri forestali che venissero controllate con sostanze traccianti diverse abitazioni su cui avevamo dei sospetti, per capire se venivano versate acque luride direttamente nel lago. Anche questo può aver dato fastidio».
Per quanto riguarda la sua candidatura al Consiglio regionale, Jenny Santi esclude che possa essere la causa della crisi che ha travolto la sua giunta: «Chi lo sostiene dice il falso, perché come si sa io feci anche un incontro pubblico per spiegare la mia scelta, che era ispirata al fatto di portare l’attenzione della Regione su alcune criticità del nostro territorio, ad esempio il fatto di non avere competenza diretta sulla manutenzione e pulizia dei corsi d’acqua, il fatto di avere più risorse sulla prevenzione dei rischi idrogeologici. Avevo anche spiegato che sicuramente non sarei stata eletta ma che in caso di elezione la norma dà un’opzione al candidato che può decidere se rimanere sindaco o entrare in consiglio regionale. E’ successo a Malnate, dove l’allora sindaco fu eletto in consiglio regionale e il Comune non fu commissariato ma portato avanti dal vicesindaco. Mi spiace per questa versione che viene raccontata ormai da diversi mesi per spostare l’attenzione da quella che è stata una scelta irresponsabile che ha creato un danno enorme, perché siamo rimasti fermi per un anno intero. Peraltro un commissariamento che è caduto proprio durante la seconda ondata di Covid, che è stata molto più pesante per Porto Ceresio».
La delusione per quanto accaduto a quanto pare è stata superata e oggi Jenny Santi è pronta a riconquistare il ruolo di sindaco: «Ammetto che ci sono rimasta troppo male. Dispiace, l’amaro in bocca ce l’ho io e credo chiunque abbia a cuore il nostro territorio. Dispiace ancora di più perché è avvenuto tutto di nascosto, senza alcuna comunicazione da quello che era il mio vicesindaco. Sono stati soprattutto tanti cittadini che mi hanno chiesto di ripensarci, di creare una lista e di portare a termine tante cose che proprio nell’ultimo anno dovevano essere completate e che sono rimaste sospese per il commissariamento. Questo anche per sfruttare un periodo importante che sarà quello del Pnrr che porterà risorse anche ai piccoli comuni. Questo mi ha convinta a riprovarci, così come il fatto di aver trovato una squadra preparata, motivata e determinata a portare avanti tutto il programma per un quinquennio intero senza mollare. Una squadra interessante perché abbiamo ingegneri ambientali, progettisti, docenti e persone che da anni sono attive nel volontariato, tra le quali uno dei fondatori di Sos Valceresio. Persone che non solo dicono ma fanno».
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