A Thinking Varese i “narratori di sogni” Tommaso e Cesare Valle
La serata del 29 settembre ha segnato il ritorno a villa Panza di Thinking Varese, il ciclo di incontri dell’ordine degli architetti che nell’anno e mezzo di pandemia ha sperimentato con successo la formula del webinar
La serata di ieri, 29 settembre, ha segnato il ritorno a villa Panza di Thinking Varese, il ciclo di incontri dell’ordine degli architetti che nell’anno e mezzo di pandemia ha sperimentato con successo la formula del webinar.
L’incontro online è stato infatti registrato, per la prima volta dopo tanto tempo, nella villa che ha ospitato le serate in presenza prima dell’avvento del Covid: «Siamo a porte chiuse in questo evento – ha precisato Elena Brusa Pasquè, neorieletta presidente dell’Ordine degli Architetti – Ma potendo ospitare qualcuno abbiamo voluto ringraziare così il collegio della disciplina in scadenza, le commissione parcelle e tutti i consiglieri e i volontari che hanno lavorato in questi anni, ringraziandoli per il tempo e la professionalità che hanno donato al’Ordine. Abbiamo pensato come consiglio che fosse importante tornare nella sede di villa Panza per parlare di architettura di qualità, perchè vivendo il bello e guardando il bello possiamo produrre solo cose belle. Noi non ci siamo mai fermati, abbiamo organizzato gli incontri da casa, ma desideravamo tornare in questa sede meravigliosa perchè è importante tornare a vivere e intessere relazioni in un luogo che possa indurre relazioni e ricordi positivi».
Elena Brusa PasquèE, per cominciare, è stato scelto uno studio che rappresenta una vera e propria stirpe di Architetti: lo Studio Valle, rappresentato nell’incontro da Tommaso e Cesare Valle: «In realtà io non sono il capostipite – precisa Tommaso – Il capostipite è mio padre Cesare Valle, laureato in ingegneria perchè la laurea in architettura ancora non c’era, che lo aprì nel 1924, prima di prendere degli incarichi incompatibili con lo studio: divenne un alto funzionario del ministero dei lavori pubblici. Diede lo studio a me, ma mi impedì di lavorare in Italia, a causa del suo ruolo. Cosi cominciai a lavorare all’estero, cosa che fu importante per la carriera futura».
Tommaso ValleTommaso Valle è stato a capo dello studio dal 1957, ma da circa dieci anni ha lasciato il testimone al figlio Cesare, affiancato dai fratelli Gianluca e Gianluigi, e il loro studio è costellato di importantissimi progetti realizzati in vari decenni. A raccontarli, proprio il patriarca, Tommaso Valle, che con grande lucidità ha fatto una carrellata delle loro più importanti opere, tra le quali quella importantissima e inaugurata due anni fa, della sede del consiglio Europeo a Bruxelles, che è stato oggetto della locandina dell’incontro.
«È stato un concorso con dei limiti abbastanza rigidi: in Belgio per esempio è obbligatorio avere un architetto belga come capogruppo, e la direzione lavori deve parlare in fiammingo. Inoltre, nella parte esterna della sede c’era un edificio vincolato: il primo condominio liberty della città, di cui dovevano essere conservate le facciate».
La soluzione è straordinariamente moderna e “di sogno” cosi come erano importanti le persone che vi darebbero entrate: «Abbiamo pensato di mettere in facciata invece della solita vetrata semplice, una vetrata a doppia pelle, la cui pelle esterna era formata da infissi in legno di edifici istituzionali di tutta Europa. È stata una idea vincente che deve non solo averli convinti a darci fiducia ma è anche stato un elemento di amalgama dell’edificio e un utile schermo per i raggi solari».
L’edificio è solo apparentemente “normale” per proporzioni dall’esterno, ma all’interno il parallelepipedo è occupato da una grande piazza e da una “lanterna” interna dove ci sono le sale più importanti, come quella del consiglio dei ministri d’Europa, che è stata concepita anche per essere al riparo di eventuali cecchini «La piazza interna è spiazzo enorme, che ti lascia senza fiato. Le vetrate interne sono impenetrabili da qualunque arma, visto che passano tutti i ministri europei. La prima volta che ci sono entrato, una volta realizzato, sono rimasto impressionato anch’io: mi era capitato solo un’altra volta, quando entrai nello stadio dei 120mila».
L’incontro ha mostrato altri progetti, come quello dell’enorme centro direzionale della regione Sicilia, su cui sono al lavoro dal 2020, e che dovrebbe comprendere tra le altre cose anche un auditorium e un centro commerciale, quello della sede dell’Istat a Roma e il Nigeria cultural center, progetto realizzato per la Salini sulla base di un progetto commissionato ad altri ma poi abbandonato dalla azienda: tra le altre cose prevede una torre di 120 metri d’altezza con ristorante girevole in cima.
Un racconto che ha fatto scoprire alle oltre 200 persone collegate 200 persone come «L’architettura è un sogno, le geometrie un racconto, i progetti la realizzazione del sogno e l’architetto un narratore di sogni» come ha commentato Elena Brusa Pasquè in conclusione di serata.
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