Bambini alla scuola materna. La prima nostalgia
Era il primo giorno d’autunno quando Stella, la bimba del coniglietto di Rodano, ha iniziato l’asilo
Era il primo giorno d’autunno quando Stella, la bimba del coniglietto di Rodano, ha iniziato l’asilo. Da tempo attendeva quel momento: “Vedrai come è bello! – le ripeteva la mamma – conoscerai tanti bambini, giocherai, andrai alle feste e imparerai a cantare, scrivere e disegnare!…” Parole che suscitavano in lei l’immagine di un mondo più allegro di quello di casa alimentando un’attesa impregnata di gioia e curiosità. Era martedì. Quel mattino, stranamente, si svegliò un po’ prima del solito. Niente cartoni, niente moine; solo una strana vocina che, nell’infilare le scarpe pareva dirle : “Stattene a casa che è meglio…” Nel breve tragitto attraversò il cortile ed il parco, senza stupirsi delle altalene ferme e degli scivoli vuoti (forse, pensava che tutti i bambini vanno all’asilo). Aveva le manine fredde. All’interno della scuola materna l’accoglieva una sfilata di “maestrine” sorridenti che la salutavano chiamandola per nome. Un gesto che accentuò lo smarrimento nel salutare la mamma. Per due giorni la bimba andò alla “Scuola per l’infanzia senza problemi; il terzo, si raccolse in un angolo e pianse, Alla maestrina che le chiese “perché” rispose : “Voglio Oddo o il coniglio…”(Oddo, un orso cicciottello, è il primogenito, mentre il coniglio è l’ultimo nato dei suoi “bambini” peluches). La maestrina riferì la cosa alla direttrice della scuola materna la quale informò subito la mamma di Stella.” Vedrai come è bello! Giocherai con tanti bambini andrai alle feste e imparerai a scrivere, cantare e disegnare!…” Nel breve viaggio che la riportava dalla bambina la madre ripensava a quelle parole trovandole improvvisamente vuote al cospetto del pensiero delle lacrime della bimba. Per un attimo ripensò ai motivi di quel pianto, pensando che fosse un aspetto comune a molti bambini quando si staccano dai genitori. I bambini di 3-4-5 anni non conoscono i sentimenti; però li elaborano; ad essi bastano un sorriso o una caramella per avvertire il calore umano. Anche Stella, come tutti ha risentito della pandemia. Nei lunghi mesi di solitudine la bimba aveva trascorso il tempo con la mamma ed è stato come se le vicende del mondo avessero incatenato il loro rapporto. “Mamma! – era il primo richiamo del giorno – mamma giochiamo al mercato, al ristorante, alla maestra, al dottore…facciamo la torta per il babbo!.” – Poi, alla sera, nel lettino, con i “figli” prediletti : “mamma, tienimi per mano…”
In uno dei libri dell’Antico Testamento (l’Ecclesiaste) è scritto : “Nella vita per ogni cosa c’è un tempo : un tempo per ridere e un tempo per piangere ; un tempo per la guerra e un tempo per la pace, un tempo per amare e un tempo per odiare”. Questo significa che viviamo di stagioni : anche l’infanzia è una stagione. Per quasi un anno, durante la pandemia, veniva un coniglietto selvatico nel giardino di Stella. Non si lasciava accarezzare ma, puntualmente, ,mangiava tutto il cibo che la bimba gli preparava sotto una sedia. Quel coniglietto si chiamava Bengi: la rese felice facendole però comprendere che, anche per i bambini, i sogni possono svanire. Adesso, fra i peluches di Stella c’è un altro coniglio bianco, senza nome.
Come Oddo festeggia il compleanno un giorno sì e un giorno no. La mamma dopo la telefonata di una “maestrina” lo ha portato alla scuola materna, di nascosto però. Senza farsi vedere perché , talvolta, i bambini sanno cos’è la nostalgia : senza conoscerne il nome.
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