Comunali 2021: il trionfo dei santini elettorali

Ciò che si evidenzia nel primo grande evento politico italiano dopo la pandemia è una revisione abbastanza radicale del modo di comunicare da parte di partiti e candidati

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Al di là dell’esito politico delle elezioni appena tenutesi in molti comuni d’Italia – compresi la capitale e alcuni tra i capoluoghi più importanti del nostro Paese –, che meriterebbe una serie di analisi troppo approfondite per questa sede, ciò che si evidenzia nel primo grande evento politico italiano dopo la pandemia è una revisione abbastanza radicale del modo di comunicare da parte di partiti e candidati. Un modo più “smart”, veloce e immediato, in linea con i tempi che corrono e, soprattutto, con la rapidità con cui siamo abituati a “bruciare” le informazioni che riusciamo a intercettare, per rimpiazzarle poco dopo con altre, apparentemente più fresche e attuali.

Detta in altri termini: dal punto di vista della pervasività del messaggio, la grande cartellonistica stradale – in altri momenti uno dei vettori principali della comunicazione politica in tempo di elezioni – in queste settimane di campagna elettorale ha segnato un po’ il passo. Ciò in parte è dovuto all’estemporaneità del rapporto con i potenziali elettori, legato al passaggio di questi ultimi nei luoghi in cui tale cartellonistica è presente. Ma è soprattutto la summenzionata volatilità del messaggio, e la riduzione della sua capacità di persistenza nella memoria del destinatario, a fare la differenza. Oggi abbiamo un costante bisogno di un reminder, un promemoria, un appunto che ci ricordi l’importanza di ogni singola comunicazione.

Ecco perché le stampe elettorali prêt-à-porter, consegnabili brevi manu e conservabili praticamente ovunque (tasche, taschini, portafogli, borsette) hanno cominciato a farsi preferire. Il formato preferito, a oggi, sembra essere quello dei cosiddetti santini elettorali, piccoli flyer dalle dimensioni più ridotte di quelle di una mano. Un promemoria discreto e non invasivo, che ha anche il pregio dell’economicità, il che favorisce l’inclusività anche dei partiti minori, che non possono disporre di fondi illimitati per farsi conoscere dalle loro comunità di riferimento.

Come se non bastasse, questo tipo di comunicazione politica basata sull’immediatezza e la persistenza si sta prendendo un vantaggio che definire considerevole è poco anche – e forse soprattutto – nei confronti degli altri media. Ad esempio i messaggi elettorali televisivi (ormai quasi del tutto scomparsi dall’agone politico, anche in virtù di regolamentazioni sempre più stringenti in materia) e soprattutto radiofonici, che scontano la medesima estemporaneità della cartellonistica, solo esponenzialmente più forte. Al contrario di Internet, che invece è sempre più apprezzato: forse anche perché molti nativi digitali si sono ritrovati nelle condizioni di debuttare in cabina elettorale, e hanno fatto della comunicazione veicolata dalla rete la loro prima fonte di approvvigionamento di informazioni. In questo senso, il santino elettorale è un compendio ideale, perché è essenziale: esso, infatti, contiene solo le informazioni di base (generalmente: nome e foto del candidato, più il logo del partito di appartenenza), quindi rappresenta una sorta di “invito” a reperire ulteriori informazioni. Le quali, ovviamente, possono essere rintracciate principalmente in rete.

Ovviamente, affermare che ci sia una proporzionalità diretta, se non addirittura un rapporto di causa-effetto, tra distribuzione di santini elettorali ed esiti delle elezioni, sarebbe una forzatura sin troppo evidente. Ci limitiamo, pertanto, a constatare come la comunicazione politica “dal basso”, fatta di volantinaggio e stand sui marciapiedi, sia tornata a prevalere su quella mediata, fatta soprattutto di salotti televisivi e arringhe dall’alto di un palco irraggiungibile. Il contatto diretto con il pubblico torna a essere centrale, e in un’epoca dominata dall’obbligo di distanziamento sociale questo ha il sapore di un miracolo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Ottobre 2021
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