In consiglio comunale a Besnate la mozione sullo stage dei consiglieri Tenconi e Brazzorotto

"Vogliamo smuovere le coscienze", raccontano i consiglieri di Besnate che hanno presentato la mozione "Lo stage non è un lavoro", promossa inizialmente dai Giovani democratici lombardi

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Una mozione per tutelare i giovani nel mondo del lavoro, spesso assunti tramite stage: è quanto presentato in consiglio comunale a Besnate, mercoledì 20 ottobre, dai giovani consiglieri di maggioranza Greta Tenconi e Mattia Brazzorotto.

“Lo stage non è un lavoro” è un’idea dei Giovani democratici lombardi e che supera steccati ideologici per mirare a rendere l’ingresso nel mondo del lavoro non subordinato ad un “abuso“ di strumenti come lo stage. Su change.org è stata lanciata la petizione, che ad oggi ha raccolto 51.405 firme.

I comuni capofila sono quelli di Milano e Legnano, «alla cui scia abbiamo voluto unirci», racconta Tenconi, «vogliamo smuovere le coscienze su questo tema molto caldo».

La proposta più concreta è istituire una bacheca lavoro, «anche se ovviamente in un comune piccolo come il nostro avrà meno risonanza e meno impatto rispetto a un comune più grande come Gallarate».

Lavoro o sfruttamento?

«Io e Mattia siamo molto giovani», spiega Tenconi, «e ci è molto caro il tema del lavoro, visto l’ingresso molto difficile e complicato per la nostra generazione». Per molti ragazzi e ragazze il primo lavoro è proprio uno stage, «spesso non pagati o sottopagati e si rasenta lo sfruttamento. Io ho sempre avuto la fortuna di avere dei contratti di lavoro seri, ma sentendo amici e conoscenti la proposta principale è quella dello stage».

A margine della mozione, in consiglio comunale, è intervenuto Brazzorotto (in collegamento, visto che è studente fuoriesce):  «Personalmente non mi rispecchio molto nell’ideologia di chi mi ha avanzato tale proposta, ma non ho esitato a proporla anche qua a Besnate semplicemente perché è un atto il cui indirizzo è semplicemente di buon senso, a mio modo di vedere. Alla fine qual è il concetto di fondo? Che il lavoro va pagato e un contratto deve presentare le tipiche tutele, privilegiando quindi i percorsi di tirocinio o apprendistato rispetto allo stage. La nostra repubblica è definita all’articolo 1 come fondata sul lavoro. Dato che sono convinto che è il lavoro a nobilitare l’uomo, il lavoro si  presuppone debba essere ripagato dagli sforzi attraverso un elargizione economica, questo corrispettivo rende dignità a chi lavora, al lavoro in quanto tale ed al denaro stesso in quanto frutto comunque di impegno e tempo. Sono un liberale, credo che la libertà individuale abbia tra i suoi presupposti anche la libertà economica. Sarebbe grave per me che fossero proprio le istituzioni ed enti pubblici a servirsi del lavoro di persone e non ripagarle. Un’istituzione pubblica deve essere in primis esempio per istituzioni private e in secondo luogo se essa dovesse contribuire alla non-libertà economica di chi svolge un lavoro presso la stessa, si andrebbe incontro ad una farsa», ha affermato Brazzorotto in consiglio comunale.

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Greta Tenconi durante il consiglio comunale

“Stop agli stage gratuiti”

Lo scopo è tutelare i giovani italiani che spesso, a stage concluso, non vengono assunti dalle aziende oppure si trovano ad accettare contratti precari: «Lo stage non affama soltanto i giovani, ma anche le loro famiglie, che sono costrette a mantenerli in un sistema precario che non permette loro di vivere autonomamente, costringendoli a passare da uno stage all’altro con poche certezze sul proprio futuro. A tutto questo vogliamo dire basta, vogliamo un vero contratto di lavoro e formazione», affermano i Gd proponendo di sostenere di più l’apprendistato, che permette un vero e proprio percorso di lavoro e formazione, purtroppo fagocitato «dalla concorrenza del tirocinio».

Oltre all’apprendistato, si propone di dare un taglio agli stage gratuiti e senza tutele: «Vogliamo una sola tipologia di stage, con un giusto rimborso spese obbligatorio. Vogliamo che lo stage non sia più abusato al posto di un vero contratto di lavoro».

I due consiglieri hanno dunque impegnato il consesso a «sostenere la campagna “Lo stage non è un lavoro”», a promuovere all’interno del comune «percorsi di tirocinio rivolti esclusivamente a soggetti inseriti in un percorso di studio o che non abbiano concluso lo stesso da non più di tre mesi». Infine, l’invito di prediligere i contratti di apprendistato «rispetto alla stipula di collaborazioni sottoforma di tirocini extra-curricolari».

La minoranza ha espresso un voto contrario, un no che «mi è spiaciuto molto – conclude Tenconi – perché è stato come sminuire una tematica così importante come il lavoro».

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 25 Ottobre 2021
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