Hair care e pandemia: i dati sui consumi del 2020
Gli italiani amano prendersi cura di sé e del proprio e per farlo non rinunciano ad acquistare prodotti di cosmesi, siano essi per il viso, il corpo o i capelli
Gli italiani amano prendersi cura di sé e del proprio e per farlo non rinunciano ad acquistare prodotti di cosmesi, siano essi per il viso, il corpo o i capelli. La recente crisi pandemica ha determinato un calo dei consumi ma, al contempo, ha accelerato alcune dinamiche che, probabilmente, si consolideranno nel corso dei prossimi anni.
I consumi di cosmetici nel 2020
Come si legge nel Rapporto Annuale di Cosmetica relativo al 2020, “nel 2020 i consumi di cosmetici segnano un trend negativo, causato dalla crisi pandemica che ha iniziato a impattare fortemente sulle abitudini di acquisto e di consumo a partire da marzo”. Il valore complessivo dei consumi si è attestato a 9.789 milioni di euro (-9,6% rispetto all’anno precedente); le sole vendite al dettaglio sono calate del 10% (per un valore pari a 8.123 milioni di euro), a causa delle “forti limitazioni durante i periodi di lockdown”; il calo è stato bilanciato in parte dall’incremento delle vendite online.
Circa l’impatto complessivo della pandemia nel corso del 2020, il rapporto sottolinea come “il cosmetico in Italia è divenuto ormai un consumo quotidiano, consolidato e irrinunciabile, ecco perché la contrazione dell’ultimo anno spiega l’impatto negativo generato dalla frequenza degli atti di acquisto ma non sulla beauty routine che, nonostante la crisi da Covid-19, ha solamente rivisto i tempi e la fruizione di cosmetici da parte dei consumatori”.
L’andamento dei prodotti per capelli
Il 2020 ha fatto registrare un incremento del 3,9% del consumo di prodotti per capelli e cuoio capelluto, che così sfiora il miliardo e mezzo di euro. A fronte di un dato positivo, il Rapporto Annuale evidenzia nuove tendenze di fruizione: “le chiusure imposte ai saloni di acconciatura durante i periodi di lockdown hanno deviato l’acquisto di prodotti per la cura capelli a favore dei canali tradizionali con l’orientamento alla fruizione fai da te”. In uno scenario di questo tipo, “di rilevanza strategica durante i lockdown sono state le attività di rivendita e supporto online, segnale della rimodulazione dell’offerta che guarda alla qualità e alla leva consulenziale dell’acconciatore”.
Per quanto riguarda i canali di vendita, solo le profumerie fanno registrare percentuali negative rispetto al 2019 mentre crescono la GDO e gli altri canali. Tra questi vi è, ovviamente, l’e-commerce, che ha beneficiato delle limitazioni imposte per contenere l’emergenza pandemica. Sempre più operatori di settore, infatti, implementano una presenza multicanale, affiancando la vendita al dettaglio in-shop a quella online; ciò accade sia per i retailer che per fornitori B2B e B2C come, ad esempio, Gaspa-Milano.it, uno dei principali rivenditori di forniture per parrucchieri a Milano, dove si concentra la maggior percentuale di saloni di acconciatori d’Italia. A conferma del ruolo primario nel settore dell’hair care e della cosmesi, la Lombardia è anche la regione che ospita più della metà delle imprese cosmetiche italiane (55,1%).
La crescita dell’e-commerce
Rispetto ad altri canali di vendita, l’e-commerce continua “a segnare trend superiori”, come si legge nel Rapporto Annuale, che sottolinea una crescita del 42%, corrispondente ad un volume di vendita pari a 700 milioni di euro. Diversi fattori hanno determinato questa espansione del commercio elettronico, in particolare, oltre al lockdown, “l’ingresso di nuove piattaforme internazionali di vendita e lo sviluppo di iniziative da parte di numerosi soggetti legati ai canali tradizionali stanno accelerando le dinamiche di vendita”. Per quanto riguarda, in particolare, i prodotti per la cura dei capelli (che rappresentano il 18,6% delle vendite complessive del 2020), hanno fatto registrare un aumento delle vendite online pari all’1,3% rispetto al 2019. Nel corso dell’ultimo anno, sono cresciuti gli acquisti tramite e-commerce anche dei prodotti per il viso (+2%), formulazioni per il corpo (+3,4%) e i profumi (+1,8%).
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