Il futuro dell’ex Q8 scalda il dibattito politico. Il sindaco di Sesto: “Intervento atteso da anni”

L'area è stata acquistata dalla Enrico Colombo con l'intenzione di realizzare una "green tower". Il sindaco Buzzi prova a spegnere le voci sul possibile conflitto di interessi tra il ruolo da imprenditore dell'ex primo cittadino Marco Colombo e la sua carica in consiglio comunale

Ex Q8 Sesto Calende - green tower Colombo Spa

«Making Sesto Calende Better». Una bella frase ad effetto, che un po’ ricorda lo slogan elettorale di un ex presidente USA, quella che si legge passando lungo il Sempione davanti ai cantieri di ristrutturazione dell’area, dove un tempo si trovava il distributore di carburante Q8.

Cosa prevede il progetto di risanamento

La Enrico Colombo SPA ha acquistato l’area (ex Raso), in stato di degrado da quasi 10 anni anche a causa di un fallimento, con l’obiettivo di darle una nuova vita e costruire una sorta di “green tower” affiancata da un boutique residence (M25 ed Echo i nomi dei progetti), un polmone nuovo (e verde) per la città sul Ticino. Un intervento di riqualifica significativo e complesso, costretto a passare da una variante del PGT data l’altezza progettuale di 40 metri (12 i piani) contro i 33 previsti dal piano regolatore, e che da settimane anima il dibattito politico.

Un dibattito che si fa ancora più caldo se si tratta di uno dei più importanti interventi a livello urbanistico e paesaggistico – insieme alla Nuova Marna – e soprattutto, se l’amministratore delegato dell’azienda è l’ex primo cittadino e attuale capogruppo di maggioranza Marco Colombo che, con la Enrico Colombo, ha acquistato l’area a prezzo d’asta con l’idea di trasformarla in un fiore all’occhiello della città. “Un atto d’amore da parte della mia famiglia nei confronti di Sesto Calende”, queste le parole utilizzate nella presentazione del progetto.

«Abbiamo atteso per anni che un operatore si facesse avanti – ha dichiarato a VareseNews, il sindaco Giovanni Buzzi – e che legittimamente potesse proporci un piano di risanamento di questo luogo degradato. La cosa certa è che, con qualunque operatore – salvo soggetti palesemente equivoci -, avremmo intavolato un ragionamento disponibile ad una modifica delle condizioni urbanistiche in atto, essendo scaduto il precedente Programma Integrato di Intervento in variante che era stato approvato da Insieme per Sesto».

Le minoranze: “Serve trasparenza e dialogo con i cittadini”

«L’opposizione alle idee del politico Marco Colombo non significa opposizione all’azienda Enrico Colombo» avevano precisato i rappresentanti in comune di Insieme per Sesto che in più occasioni hanno chiesto alla giunta trasparenza e la corretta informazione ai cittadini sui grandi progetti urbanistici e in questo caso arrivando ad aprire un dossier sul proprio sito per raccogliere svariate pagine di documentazioni ufficiali e risposte dall’amministrazione date nei precedenti consigli comunali.

«Chiediamo un primo passo – questa era stata la richiesta di Insieme per Sesto – per dare pubblicità e trasparenza alla procedura urbanistica. Rendere pubblici i pareri degli enti che si sono già espressi con forti perplessità  riguardo il paesaggio e lo skyline sestese, con rilievi critici sulla carenza di documentazione delle vedute dal Ticino e dalla sponda piemontese, con domande sulla insufficiente giustificazione di una variante al PGT».

Ad esprimere perplessità anche Sesto2030, l’altra voce dell’opposizione cittadina, che nella “green tower” sul Ticino trova un’opera in stravolgimento con la naturale skyline del territorio, già guastata dai palazzi costruiti durante il boom economico: «Quel luogo di Sesto è brutto e da sistemare al più presto. Siamo contenti che un imprenditore abbia avuto la possibilità di acquistare quell’edificio abbandonato da tempo per recuperarlo e riqualificare l’area. Ma lo deve fare secondo le regole dettate dal Piano di Governo del Territorio (PGT)» commenta il gruppo che ha in Simone Danzo il suo nuovo principale referente.

«E se il PGT fosse stato cambiato prima dell’asta? – s’interroga Sesto2030 sottolineando che “il conflitto di interesse è una questione articolata che si crea nel tempo, non solo durante l’atto finale della votazione in consiglio” -«Magari questo nuovo assetto avrebbe invogliato altri investitori. Invece l’area è stata acquisita quando era sottoposta alle regole del PGT che prevede otto piani fuori terra» .

La replica di Buzzi: “Lascio le illazioni ai diffamatori di professione”

«La nostra città aspetta da anni una soluzione per la grave ferita che era stata lasciata dalle amministrazioni di Insieme per Sesto – la replica del primo cittadino – a seguito di accordi urbanistici in variante concordati con soggetti promotori perlomeno equivoci – che hanno tra l’altro danneggiato anche proprietari sestesi, coinvolgendoli in operazioni congiunte – soggetti che infatti hanno lasciato una situazione fallimentare ed incompiuta, dopo avere iniziato a costruire in modo anche tecnicamente avventato, procurando danni ai fabbricati circostanti – ha scritto in una nota il sindaco -.  Diciamo quindi subito che i soggetti meno qualificati per parlare di questa vicenda sono proprio gli attuali componenti della minoranza di Insieme per Sesto che, su questa vicenda, quando erano amministratori, hanno combinato un vero disastro, i cui effetti sono ancora evidenti nell’ecomostro abbandonato per quindici anni in pieno centro».

L’unica discussione sensata riguarda la nuova altezza dei fabbricati

Accuse che dunque Buzzi rispedisce al mittente, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa nella propria ricostruzione della vicenda, arrivando ad apostrofare i “diffamatori di professione”: «Personalmente lascio le illazioni circa eventuali azioni premeditate di Marco Colombo, quando era sindaco, ai diffamatori di professione e posso solo essere tranquillo con me stesso sapendo che negli stessi anni, quando ero assessore all’urbanistica, avrei affrontato con entusiasmo e disponibilità qualsiasi proposta sensata fosse giunta da un promotore interessato finalmente a sanare questa ferita urbana, ma purtroppo nessuno si è fatto avanti negli anni. Ora l’azienda di famiglia del Consigliere Comunale Marco Colombo ha titolo a presentare una proposta, come ha fatto, in quanto nuova proprietaria dell’area: sta adesso all’Amministrazione comunale ed agli Enti competenti e sovraordinati valutare la sostenibilità della proposta di variante».

«La Giunta, su richiesta dell’Ufficio Tecnico, ha già espresso un suo indirizzo circa la proposta preliminare che era stata depositata dalla proprietà e, a seguito di modifiche richieste in particolare sulla riduzione dell’altezza proposta dal privato ma anche sulle opere di urbanizzazione e sull’impegno economico complessivo richiesto come condizione per avviare una possibile variante urbanistica, il promotore dovrà presentare una nuova proposta definitiva che sarà valutata dagli Enti competenti in materia di paesaggio, in particolare la Soprintendenza, proprio per valutare soprattutto gli aspetti legati all’altezza massima dei fabbricati. Una cosa è certa, il conto presentato al privato ricalca le richieste della parte pubblica che erano già state approvate da Insieme per Sesto negli anni passati, con le dovute rivalutazioni legali.  Nessuno sconto quindi e i riferimenti che vengono fatti alla normativa vigente sulla Rigenerazione Urbana sono fuorvianti perché se applicassimo quella normativa la componente economica sarebbe completamente ridimensionata a favore dl privato e non vogliamo che avvenga».

«L’unica discussione sensata – prosegue il sindaco – è quindi riguardo alla nuova altezza dei fabbricati che eventualmente si potrà concedere nell’ambito della variante: siamo sicuri che la Soprintendenza farà la sua parte di valutazione attenta nell’interesse della tutela del paesaggio – conclude Buzzi -. Per quanto riguarda il nostro giudizio urbanistico sull’altezza massima dei fabbricati in centro città è chiaro che è nostra intenzione garantire per tutti gli operatori di prossime future iniziative in centro città di concedere le stesse condizioni che verranno applicate per la proprietà Colombo: altezze che possano confrontarsi e superare per consistenza i fabbricati esistenti degli anni sessanta che hanno fino ad oggi caratterizzato lo scenario urbano del centro».

“Nessun condizionamento per la giunta”

«Sulla quesitone del conflitto di interessi e della presenza di Marco Colombo nella nostra maggioranza come possibile elemento condizionamento delle nostre scelte, permettetemi un battuta: quando Colombo era Sindaco girava la voce in città che fossi io a dettare la linea sugli argomenti importanti … volete che adesso che sono Sindaco non sia più così?  In ogni caso rassicuro i sestesi che la capacità mia, come detentore della delega all’urbanistica, e degli enti sovraordinati al Comune di decidere in autonomia e senza condizionamenti è garanzia di un lavoro che, magari non condiviso da tutti, tuttavia corrisponde ad una visione di qualità urbana che potrà ridare dignità ad un luogo ora caratterizzato da un forte degrado». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Ottobre 2021
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