La Corte dell’Unione Europea condanna l’Italia per le acque reflue: c’è anche il Lago di Varese

Sono state riconosciute legittime le contestazioni su fogne e depuratori. La sentenza non prevede né multe né altre sanzioni

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L’Italia ha violato le norme Ue su raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane di centinaia di aree sensibili dal punto di vista ambientale. Tra queste c’è anche il Lago di Varese. Lo ha deciso la Corte Ue. La sentenza è il risultato di un deferimento della Commissione europea, che nel 2014 aveva aperto una procedura di infrazione contro l’Italia. In particolare, la Corte ha riconosciuto legittime le contestazioni su fogne e depuratori su circa 600 aree e il mancato rispetto delle percentuali minime di riduzione del carico complessivo di fosforo e azoto.

La sentenza si riferisce alla decisione della Commissione Ue sulle condizioni dei sistemi di trattamento delle acque reflue nelle zone del bacino drenante nel Delta del Po e nell’Adriatico, del lago di Varese, del lago di Como e del bacino drenante del Golfo di Castellammare in Sicilia.

Come spiega l’Ansa trattandosi della prima condanna per inadempimento su questo specifico dossier la sentenza non prevede né multe né altre sanzioni. L’Italia però nel 2018 (su una procedura d’infrazione aperta nel 2004) è già stata condannata a pagare e sta ancora pagando per lo stesso tipo di violazioni, ma su aree diverse, 25 milioni di multa. A cui si aggiunge una penalità 30 milioni che continuerà a scattare ogni sei mesi fino a quando le autorità nazionali non riusciranno a dimostrare di aver risolto il problema ed aver ristabilito una situazione di conformità con quanto previsto dalle disposizioni europee.

C’è da augurarsi che la situazione sia transitoria almeno per quanto riguarda il Lago di Varese visto che Regione Lombardia sta impegnano denaro ed energia per monitorare la rete fognaria e intervenire nei casi in cui gli impianti si rivelino vecchi ed inadeguati. I dati presentati durante l’incontro che si è tenuto a Gavirate sabato 24 luglio mostravano una situazione incoraggiante. «Il Lago di Varese – aveva commentato l’assessore regionale all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo in quel frangente– è diventato il bacino più monitorato d’Italia, probabilmente di tutta Europa, e i dati che abbiamo a disposizione mostrano una condizione in continuo miglioramento».

Gli interventi di ricognizione del sistema fognario effettuati dalla società Alfa procedono: sono stati rilevati 524 chilometri, in 19 Comuni, pari a circa il 55% del totale dell’intera rete e al 70% delle reti relative all’agglomerato di Gavirate, su una lunghezza complessiva di 959 chilometri a copertura di 22 comuni. La conclusione dei rilievi topografici è prevista per la fine del 2021. Dall’attività svolta è emerso che il 35% della rete fognaria è composto da reti di acque bianche, il 33% di acque nere e il 29% di fognatura miste.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Ottobre 2021
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