La festa della Polha per i suoi campioni paralimpici
La società varesina ha celebrato le vittorie paralimpiche degli atleti che a Tokyo hanno conquistato delle medaglie

È stata una mattinata di ringraziamenti reciproci quella organizzata dalla Polha Varese al Castello di Masnago per i suoi atleti protagonisti alle paralimpiadi di Tokyo. Nella platea allestita sul pergolato con il buffet curato dalla Cooperativa Caffè 21, hanno preso posto tra gli altri il sindaco di Varese Davide Galimberti con l’assessore Roberto Molinari, il presidente del Comitato Paralimpico Pierangelo Santelli, la vice presidente della Federazione Italiana Sport Disabili Intellettivi Relazionali Linda Casalini, i rappresentanti del Panathlon Club Varese, dei Rotary Club Sesto Calende Angera e Abbiategrasso, della Fondazione Comunitaria del Varesotto, dell’Avis di Cassano Magnago e del Gruppo Alpini di Varese, insieme ad amici e famigliari, sostenitori dell’attività che la storica realtà varesina dello sport paralimpico ha saputo alimentare e sviluppare arrivando sul tetto del mondo.
“L’incontro di oggi è ricco di significati e contenuti – la parole della presidentessa della Polha, Daniela Colonna Preti – il nostro grazie a questi splendidi ragazzi è doverosamente allargato a chi ci ha affiancato strada facendo permettendoci di arrivare così in tanti così in alto. Un impegno totale di un’autentica famiglia composta dai nostri responsabili di settore insieme ai volontari e non ultime alle famiglie”.
Nello scambio di ringraziamenti hanno sfilato Federico Morlacchi, portabandiera con Bebe Vio a Tokyo, Simone Barlaam, Giulia Terzi, Arianna Talamona, Arjola Trimi, Alberto Amodeo e Alessia Berra. Atleti tornati dall’avventura giapponese con 17 delle 39 medaglia vinte dal settore nuoto, maggioranza nel totale di 69 conquistato dalla spedizione italiana.
“Le medaglie sono importanti – dice Federico Morlacchi 9 volte sul podio alle Paralimpiadi di Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo – ma senza promozione e lavoro di base non succede niente di tutto questo. Se ho potuto vivere tante emozioni in questa fantastica avventura lo devo alla Polha che mi ha accolto in piscina da bambino e mi ha fatto crescere come persona e come atleta”.
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