“L’ultima occasione per portare il nostro lago all’antico splendore”

L'opinione dell'agronomo Valerio Montonati in merito alle condizioni del lago di Varese

Varese, lago, lago di Varese

L’intervento dell’agronomo Valerio Montonati in merito alla situazione degli scarichi fognari nel lago di Varese e a ciò che a suo dire è ancora possibile fare per salvare il bacino.

La notizia che l’Italia sia stata nuovamente condannata dalla Corte Europea per la cattiva gestione delle acque reflue ed il loro recapito nei bacini naturali, il nostro amato lago di Varese nello specifico, non è assolutamente una sorpresa.
Come avevo già scritto nel febbraio 2019 (Lettera al Direttore di Varesenews) la gestione complessiva delle acque reflue che gravano sul bacino lacustre varesino, nonostante la battaglia condotta da Roberto Cenci, amico e consigliere regionale del Movimento cinque stelle, è assolutamente insufficiente a garantire la restituzione di acque qualitativamente “Buone” come previsto dai regolamenti comunitari cui il nostro paese è tenuto a conformarsi. Torno a ribadire quali siano i punti deboli su cui occorre lavorare nonché le UNICHE VERE SOLUZIONI che ci permettano di recuperare il tempo perduto e avviare, finalmente, il completo risanamento del nostro amato lago. Innanzi tutto occorre captare tutti gli scarichi che ancor oggi scaricano nel lago le fogne tali e quali, specialmente se trattasi di scarichi clamorosi come quello che fino ad un anno fa interessava l’area lacustre prospiciente la frazione di Voltorre e non solo di casi puntiformi di difficile individuazione.
A dire il vero ad un passaggio fatto sabato scorso, giusto per chiudere il presente articolo, lo scarico nauseabondo sembrerebbe scomparso e in quel fosso si vede scorrere acqua cristallina. Saranno riusciti in un solo anno a collegare le acque fetide al collettore circumlacuale ? Probabilmente si, era ora! Con un ritardo di 30 anni su un sistema di depurazione (collettore e depuratore di Bardello) che già arrivò con almeno 25 anni di ritardo sui problemi di un lago che fu il più pescoso d’Italia. Lasciamo perdere le tonnellate di azoto e fosforo immesse nel bacino in questi decenni ed accontentiamoci del risultato odierno!
Quindi, per riprendere la trama del ragionamento, qui non si tratta di fare e finire alcun censimento di sorta! Si tratta di convogliare le acque luride ancora in circolazione nel collettore subito e basta! Senza tante storie altrimenti gli amministratori locali se prendano la piena responsabilità! E’ una situazione da definire immediatamente se se e senza ma!
L’altro passaggio ineludibile è quello della divisione tra acque bianche meteoriche (quelle che cadono sui tetti delle case e sulle aree impermeabilizzate come strade, piazze, piazzali,etc.) con quelle nere (quelle luride del gabinetto per intenderci) che NON devono finire mescolate in fognatura altrimenti in occasione di piogge consistenti (non so se mi spiego con tale termine …) che non sono più assolutamente occasionali, vengono “Sfiorate” in quanto le condotte che le convogliano al collettore prima ed al depuratore in seguito non sono in grado di supportare tali portate d’acqua.
La sfioratura consiste nel lasciare sversare, tramite delle aperture poste sulle condotte fognarie, le acque che eccedono la capacità di portata di questi “Tubi”, nei torrentelli, riali e ruscelli naturali che vanno nel lago (il Val Luna per fare un esempio di torrente che scende dalle pendici varesine per defluire nel lago tra la Schiranna ed il piccolo aeroporto Volo a Vela).
Questo significa che per ogni pioggia consistente parte delle acque di fogna, sebbene diluite, finiscono nel lago apportando quel fosforo e quell’azoto che da tempo vorremmo eliminare per abbassare la trofia dal lago riportandolo a mesotrofico dalla condizione di eutrofia in cui si trova con tutti i noti inconvenienti : fioriture algali, puzza, anossia sul fondo del lago e morie diffuse di pesci ed altri organismi.
Le acque bianche poi, vista la provenienza, trasportano con loro innumerevoli inquinanti tra cui olii, residui di carburanti o carburanti come il gasolio che, a loro volta dovrebbero essere trattati prima di liberare le acque nell’ambiente naturale.
In alcuni paesi, oltre all’impiego di bacini di decantazione, stanno provando soluzioni innovative come la formazione di idonee strutture filtranti ai lati delle strade così da impedire il rilascio in natura di sostanze inquinanti. Il nostro territorio, a cominciare la capoluogo, non può non affrontare questo problema una volta per tutte specialmente vista la sempre maggiore attenzione che viene posta sulle questioni ambientali dalle ultime amministrazioni e con la reale prospettiva, visti gli impegni presi da quest’ultimo appuntamento elettorale, di imboccare una volta per tutte la strada giusta per risolvere definitivamente il problema.
Visti i programmi e le risorse economiche del Pnrr : Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica prevede, fra l’altro : “ Iniziative …. per salvaguardare e promuovere la biodiversità del territorio e per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche” si devono allocare  le dovute risorse per gestire appropriatamente le acque reflue urbane nella modalità sopra indicata. Probabilmente è l’ultima occasione per riportare il nostro bel lago all’antico splendore.

Valerio Montonati Agronomo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Ottobre 2021
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