Nuova convenzione tra Asst Sette Laghi e Università dell’Insubria per “consolidare il ruolo dell’ospedale di Varese”

Presentati i nuovi primari universitari chiamati a dirigere urologia, dermatologia e oncologia. Temporaneamente fuori dall'accordo la cardiochirurgia, ma la scuola di specialità è salva

bonelli tagliabue carcano deho zerbinati e grossi

Tre nuove specialità universitarie che comportano la trasformazione di altrettante specialità ospedaliere. Il direttore generale dell’Asst Sette Laghi Gianni Bonelli ha presentato, insieme al Rettore dell’Università dell’Insubria Angelo Tagliabue, la nuova convenzione che prevede l’ingresso di urologia, dermatologia e oncologia. Una scelta condivisa al fine di garantire professionisti ma, soprattutto, giovani specializzandi, risorsa importante in un momento di mancanza di alcune professionalità. Un piano strategico che mira al consolidamento dell’azienda in generale e dell’ospedale di Circolo in particolare nell’eccellenza della sanità lombarda e nazionale. 

« I giovani sono il futuro – ha rimarcato il rettore Tagliabue – ma per attirarli occorrono validi professionisti formatori. Il nostro obiettivo, come ateneo, è quello di investire sulla formazione per essere sempre più attrattivi». Un obiettivo apprezzato dal direttore Bonelli: « Grazie a questa sinergia, abbiamo minori problemi di reclutamento di determinate specialità. Certo, la medicina d’urgenza rimane un tasto delicato, ma il cambio di rotta con la trasformazione dell’area di urgenza ed emergenza in universitaria ci ha già dato risultati con l’aumento delle borse di studio di specialità».

L’Insubria ha già 30 scuole di specialità autonome e 5 in condivisione con altri atenei come nel caso della scuola di urologia del San Raffaele che invierà , dal 2 novembre, uno specializzando al reparto diretto dal professor Dehò, in forza all’Asst Sette Laghi dall’autunno 2019 e che vanta già buoni risultati sia per la casistica, portata avanti in un momento difficilissimo, sia per la ricerca e la produzione scientifica, con la pubblicazione di 36 paper ottenendo 21 citazioni in 18 mesi. 

In tutto, l’ateneo ha contrattualizzato 677 specializzandi di cui 230 quest’anno, in netto aumento rispetto ai 163 dello scorso anno (171 sono le borse statali e 59 quelle sostenute dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza; altre nove borse sono finanziate, come lo scorso anno, da Regione Lombardia). Le scuole con il maggior numero di specializzandi sono: Medicina d’emergenza e urgenza, con 25 contratti, e Terapia intensiva rianimazione, con 38 contratti.

Novità anche nel reparto di oncologia che è diretto dal professor Francesco Grossi, nato e cresciuto, clinicamente parlando, all’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, prima come Dirigente medico dell’Oncologia per poi diventare nel 2010 Direttore dell’Unità dedicata ai Tumori Polmonari. Dal settembre 2018 al novembre 2020 è stato Direttore dell’Oncologia della Fondazione IRCCS  Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Nei progetti del neo primario un’accelerazione nella partecipazione ai trial clinici: « Il 60% delle sperimentazioni avvengono in oncologia – afferma – oggi i farmaci sono costruiti sul paziente ed è importante essere all’interno dei progetti di ricerca internazionali e diventare incubatoi di idee per trovare finanziamenti o grant. All’ospedale di Circolo, inoltre, è attivo il “cancer center” che è una modalità multidisciplinare di trattare le patologie tumorali in modo condiviso con diverse specialità. Un’opportunità che, a volte, manca nei grandi centri specialistici dove non ci sono tutte le figure di riferimento ».

Diventa universitario anche il reparto di dermatologia affidato a Nicola Zerbinati, laureato all’Università degli studi di Pavia nel 1992 e nel 1997 si è specializzato in Dermatologia e Venereologia nello stesso Ateneo. Nel suo immediato futuro un lavoro capillare sul territorio, dall’attività di tutte le sedi ospedaliere per impostare quella a livello centrale. 

Di contro l’ateneo perde il confezionamento di alcune specialità come la medicina di Luino: « Quando la geriatria di Angera è diventata a carattere universitario ha dovuto trasformarsi in direzione complessa – ha spiegato il presidente della Scuola di Medicina Giulio Carcano – Per questo motivo si è dovuto operare per la trasformazione della Medicina di Luino per garantire il numero di strutture complesse. Sulla cardiochirurgia, la mancanza di figure apicali ci ha costretto di sospendere temporaneamente il convenzionamento ma abbiamo la certezza di poter continuare la scuola di specialità anche nei prossimi tre anni. Infine la chirurgia a indirizzo endocrino metabolico è stata chiusa perchè era affidato a un professionista con contratto a tempo determinato che, nel frattempo, ha trovato una collocazione più importante. Così, d’intesa con la direzione dell’Asst, si è deciso di accorpare tutta la casistica al mio dipartimento di Chirurgia d’urgenza».

Conferma la scelta il direttore Bonelli che nel POAS ha voluto distinguere le due chirurgie in d’urgenza afferente all’Insubria, e di elezione ( programmata) di natura ospedaliera: « Per la Medicina di Luino non ci saranno problemi. La scuola di specialità esiste e potremo utilizzare il personale in formazione facendolo ruotare anche sugli altri presidi. Tra i nostri obiettivi resta quello di trovare al più presto un valido successore della professoressa Guasti che si è spostata ad Angera».

L’ospedale di Luino è indicato anche nel piano di sviluppo della medicina territoriale come sede di uno degli ospedale di Comunità, a bassa intensità e a gestione prevalentemente infermieristica. Nei programmi di Regione si parla di 20 letti ampliabili al massimo fino a 40 che andranno a sommarsi all’attività già esistente. 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Ottobre 2021
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