Si lavora per risalire alle cause del disastro aereo di San Donato Milanese
I vigili del fuoco hanno operato tutta la notte per la messa in sicurezza dell'area. È ora il momento di ricostruire l'accaduto della tragedia dove hanno trovato la morte 8 persone
Testimoni, ricostruzioni e rilievi. È il momento della ricostruzione delle cause della tragedia aerea di San Donato Milanese dove da poco passate le 13 di domenica 3 ottobre un jet privato partito da Linate si è schiantato contro una palazzina in ristrutturazione. Nello schianto sono morte otto persone, tra cui un bambino,
Si tratta dell’imprenditore rumeno Dan Petrescu, 68 anni, che in quel momento alla cloche, sua moglie, di 65 anni e il figlio di 30 anni, Dan Stefan Petrescu: erano diretti a Olbia con un’altra famiglia.
La Procura di Milano ha aperto un fascicolo e le squadre dei vigili del fuoco hanno lavorato sul posto tutta la notte con le fotoelettriche per mettere in sicurezza l’area mentre sul posto rimane la Polizia Scientifica sta operando i rilievi.
Secondo quanto riferito dalla Polizia Locale oltre a presidiare l’area dello schianto e dell’incendio, e a gestire la chiusura di un ampio tratto di via Marignano, al momento è vietato l’accesso a un parcheggio d’interscambio dell’Atm (la società dei trasporti milanese) e a parte del grande spiazzo dove si trovano le banchine dei mezzi di superficie, abitualmente affollate di viaggiatori, che sono state spostate.
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